Sci Alpinismo

Alexs sulla Cima Tosa Via dalla pazza folla!

Diciamocelo francamente: sciare sulle piste diventa sempre piu' penoso. Code infinte agli impianti, resse riminesi in pista e, last but not least, prezzi da levare il fiato. E allora via, pelli di foca agli sci e zaino in spalla, in fuga nei silenzi immacolati d'alta quota. Nell'immagine, mitica ascensione alla Cima Tosa, m. 3173, nel gruppo di Brenta (Trentino Occidentale). L'omino all'estrema destra che sale in cresta sono io!!! Niente male come panorama eh?


Alex faccione Sulle montagne del Trentino

Precisiamo subito: nonostante la barba regolamentare, come alpinista sono piuttosto scarso. Come sci-alpinista invece me la cavo un po' meglio, ma non sono certo un campione. Ho una discreta tecnica ed esperienza, che mi consente di affrontare decentemente qualsiasi pendio o quasi. Quanto basta per insomma per girovagare sulle pił belle montagne del Trentino e discenderle con gli sci. Abbandonati presto, prudentemente, i sogni di emulare Toni Valeruz, mi sono convertito con piena soddisfazione all'escursionismo tout-court: a piedi, con gli sci da sci-alpinismo, con quelli da fondo o anche con le "ciaspole", ovvero le racchette da neve. Dopo anni e anni di errabondaggio in tutto il Trentino, ho decretato a mio regno personale il misconosciuto Gruppo del Lagorai, ultimo angolo di mondo ancora selvaggio e (abbastanza) incontaminato. Luogo ideale per fantastici trekking, escursioni e magnifiche gite sci-alpinistiche in territori pressoche' sconosciuti ai piu', lontano dagli orrori dei pistaioli che si accapigliano per prendere l'infame seggiovia.


Serpentine in neve fresca nel gruppo del Lagorai Sciare in neve fresca

I poveri pistaioli che non hanno mai provato non sanno cosa significhi sentire gli sci leggeri che affondano morbidi nella neve polverosa, il frusciare delle curve e gli sbuffi di neve ad ogni curva, nel silenzio incantato della montagna deserta e selvaggia. Neppure i fuoripistaioli, sciatori di razza inferiore che mettono il naso fuori dal tracciato battuto solo se c'e' la neve giusta, non possono apprezzare e soprattutto capire il senso di liberta' che si prova a sciare in alta quota, lontano da tutti e da tutto... E la soddisfazione di disegnare nella neve immacolata, la' sul costone o proprio in quel canalino, una magnifica serpentina, girarsi e rimirarsela, sapendo che rimarra' li' incisa giorni o settimane, a testimoniare il tuo passaggio lassu' in cima, dove osano e arrivano in pochi :)) Eh ragazzi, non so se potete capirmi :))) Contrariamente a quanto molti pensano, fare sci-alpinismo non e' poi cosi' difficile o pericoloso. Naturalmente ci vuole l'attrezzatura adatta, una buona forma fisica, una tecnica sciistica decorosa, e naturalmente un po' di cervello per non andare a ficcarsi nei guai cercando di fare percorsi non adatti alle nostre possibilita'.


Serpentina alle Viotte, Monte Bondone (Trento)Per la serie "Io non scio, *dipingo*!" :)

Nello sci-alpinismo la ricerca spasmodica di neve fresca per disegnare le nostre serpentine e' una specie di ossessione. Spesso pero' si trova neve cattiva, crostosa, marcia o ghiacciata da rompersi le gambe. Lo sci alpinista allora s'ingegna in tutti i modi per scovare la neve buona: studia la meteorologia, la topografia, misura il vento, la temperatura dell'aria eccetera. Batte costoni, pendii, canalini e canaloni, sempre cercando la neve dei suoi sogni, quella polverosa. La ricerca si tramuta in sfida col compagno di gita, a chi riuscira' a trovare la discesa migliore. Se capita di trovare neve buona o addirittura polverosa, giammai lo si dira' ad alcuno! Ognun per se'. Pur di essere i primi a sverginare anche soli 50 metri di neve fresca si e' disposti a qualsiasi bassezza, anche a mandare l'amico sui dirupi :) Questa foto documenta lo scorno dell'amico in questione che rientra mesto con un triste diagonale in neve crostosa, mentre il sottoscritto ha pennellato da par suo una magnifica serpentina sull'unico costoncino con neve ancora sciabile :)))
Purtroppo ormai la neve polverosa la si vede solo nei documentari girati in Canada ed e' sempre piu' difficile da trovare sulle nostre montagne :(. E proprio in questo sta l'abilita' dello sci-alpinista, che deve saper valutare il terreno di salita gia' immaginando il percorso di discesa. La neve polverosa si trova piu' facilmente, off-course, dopo abbondanti nevicate, ma gia' dopo qualche giorno, a seconda di temperatura, umidita' ed esposizione, puo' cambiare anche di parecchio. La neve sui versanti a sud e' la prima a rovinarsi, specie in presenza di vento. Puo' diventare facilmente crostosa, la piu' temuta dagli sci-alpinisti. Nei versanti a nord si mantiene fresca piu' a lungo, ma qui e' anche piu' alto il rischio di valanghe :( Man mano che passa il tempo, il manto nevoso tende ad assestarsi, e diventare via via piu' sicuro. Piu' questo e' omogeneo e piu' e', in linea di massima, sicuro. Una coltre nevosa composta di molte nevicate in epoche diverse puo' essere molto infida, proprio perche' i diversi strati non si sono assestati tra loro. Tipico il caso della nevicata con rialzo successivo della temperatura. Lo strato superiore fonde, sotto l'azione anche dei raggi del sole, diventando piu' umido e pesante: quello inferiore invece rimane quasi inalterato, favorendo cosi' lo scorrimento dello strato superiore che si stacca e scivola a valle per effetto della gravita' e del basso attrito. Anche il passaggio occasionale di uno sciatore puo' provocare il distacco di una valanga quando lo stato di tensione del manto nevoso e' vicino al punto critico. Basta "tagliare" in diagonale un costone per provocare la rottura. In fatto di valanghe purtroppo esistono poche regole certe, poiche' le varianti da considerare sono davvero infinite. Tra le piu' importanti: il tipo di neve, la pendenza, la temperatura dell'aria. Ma quanti sanno distinguere un tipo di neve dall'altro?


Ascesa al Mulaz, Pale di San MartinoSci alpinistica sul Monte Mulaz, m. 2904, Pale di San Martino

Una delle piu' fantastiche gite che io ricordi. 10 centimetri di neve fresca caduta la notte precedente, paesaggio da fiaba, giornata spettacolare. Partenza dalla Val Venegia, dove avevamo pernottato, e la mattina presto su dritti sparati fino al passo, risalendo l'erto ghiaione stavolta ammantato di neve. Il mio amico, nella foto, ha scarsa dimestichezza con le salite, e preferisce togliersi gli sci (vergogna!). Raggiungiamo la vetta col suo panorama mozzafiato. Nella foto siamo poco sotto al Passo Mulaz; a sinistra si staglia il Cimon della Pala, sullo sfondo il meraviglioso Gruppo del Lagorai. Ci aspetta una fantastica picchiata a valle, con una neve cosi' che ti capita di trovare si e no tre volte l'anno. Compatta sotto e polverosa sopra :))) Neve sciabilissima e per nulla faticosa, che pare fatta apposta per disegnare splendide serpentine immacolate. E poi ci attende il gran finale, il mitico canalone :)))


Discesa dal Monte Mulaz, m. 2904, Gruppo delle Pale di San Martino (Tn) Discesa dal Mulaz
Partenza! Partenza pessima in verita', perche' il mio amico, mandato vigliaccamente in avanscoperta con la scusa della foto, si agita e inizia accavallando indecorosamente le code. Ma pazienza: la discesa si preannuncia meravigliosa, e infatti lo sara'. Qui nella foto siamo poco sotto al passo Mulaz, scendendo nel fantastico anfiteatro che precede il canalone finale che porta in Val Venegia. Sullo sfondo le magnifiche vette del Lagorai, regno di escursionisti e sci-alpinisti. Ho poche foto di questa gita purtroppo, perche' quando sei sugli sci in neve fresca non pensi ad altro che scendere e pennellare curve su curve, e il dover interrompere questa magica atmosfera per fare foto e' un vero e proprio sacrilegio :). Cosi' finisce sempre che nelle gite sci-alpinisitche piu' belle non si ha mai una foto decente che sia una, perche' tutti, pur armati di macchine fotografiche da inviati speciali al K2, pensano solo a scendere col miglior stile possibile piuttosto che star li' a scattare foto insulse ai compagni. Oltretutto il tapino che si sacrifica, si ferma, trova una bella posizione, si toglie lo zaino, i guanti, estrae la macchina, deve anche fare prestissismo, perche' nessuno si sogna di aspettarlo :) Sono tutti colti infatti da una specie di frenesia, e persino la foto in neve fresca diventa un'incombenza fastidiosa, una seccatura da sbrigare al piu' presto. E quando finalmente ci si concede alla foto e si scende col massimo impegno per i classici dieci metri, ecco che il fotografo si e' dimenticato di caricare la macchina!!! Rifai faticosamente il pendio a scaletta per non sprecare metri preziosi (pant! pant!), riscendi e finalmente il fotografo ti immortala mentre fai una discesa da far schifo... :(((


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