Io vivo perché Amo


A volte l'amore è più forte della morte.Come nella storia di Gisella e Vittorio.
Due persone ferite e rinate per amore fra i poveri più poveri del Bangladesh.
Gisella il 7 settembre di cinque anni fa aveva un dolore troppo grande nel cuore.
Nella chiesa parrocchiale di Sorisole (BG) si celebravano i funerali di Gianfranco Burini, suo marito,delle figlie Federica e Silvia ( 17 e 8 anni) e della nipote Daniela di 17 anni.
Gisella, che oggi ha 48 anni e vive a Bergamo, aveva perso il suo amore, la sua
famiglia, sulla strada verso il mare d'Abruzzo il 3 settembre 1994. Erano le 8. Viaggiavano sulla Milano-Venezia.Uno schianto tremendo fra la loro auto e un autotreno
in sosta in una piazzola si porta via Gianfranco, Federica, Silvia e Daniela.
Solo Gisella rimane illesa. Cinque anni dopo,Gisella racconta la sua storia di amore e di dolore. "Riconosco l'intervento di Dio -dice Gisella- non tanto per avermi salvato, ma per tutto quanto accadde nei mesi successivi e per aver conservato e rafforzato la mia fede".
Il 3 marzo '95 sei mesi dopo la disgrazia,Gisella incontra Vittorio.
L'occasione è la celebrazione Eucaristica in suffragio della moglie di Vittorio, Romana,
scomparsa un mese prima.Due anni più tardi,Vittorio e Gisella si sposano. Come regalo di nozze chiedono a parenti e amici offerte per una missione in Bangladesh gestita da Padre Ezio,missionario del Pime.
La meta per la luna di miele è sempre ad est: vanno a Narikelbari,nella missione di Padre Ezio.
"Qui ho visto un dolore più forte del mio", dice Gisella".Ci siamo trovati di fronte a una situazione al limite della sopravvivenza. Tornati dal viaggio ho acceso un mutuo

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