8 luglio Ho finalmente ottenuto il permesso di andare in
montagna sul serio: con corda, piccozza e ramponi, per cinque giorni nel gruppo
del Gran Paradiso. Grandi montagne, finalmente! Me ne aveva tanto parlato Gino
e tanto avevo sognato su quelle belle fotografie che mi faceva vedere a scuola,
di nascosto durante le lezioni; poi mi aveva portato la “Guida del Gran
Paradiso” e nella mia testa avevo fatto tanti progetti di ascensioni su quelle
creste, su quelle pareti. Ma mi ero solo preoccupato di poter soddisfare la
volontà. E così della Montagna mi era sfuggita la parte più violentemente viva:
il colore per un disegno.
12 luglio Scendiamo a Torino. Sento che il demone dell’alpinismo
- e sento anche che deve essere insaziabile - è entrato in me. Purtroppo quest’estate
difficilmente mi lasceranno ancora andare in montagna. Va a far capire certe
cose alle persone grandi…
22 giugno Anna e Paola hanno rivendicato i loro diritti
alpinistici. Partiamo in nove per Exilles. Meta è il Rifugio Molinari alle
Grange della Valle. A Exilles ci raggiunge un certo Mario Gallo venuto apposta
da Vercelli con un sacco enorme con viveri per quasi un mese… Chissà cosa ha
per la testa! Pranziamo allegramente poi saliamo per la breve e simpatica
mulattiera che ci conduce al Rifugio in un bel posto in mezzo ai pini. Si dorme
ottimamente sui morbidi pagliericci con tante coperte.
24 luglio […] Ai nostri piedi giù giù nel fondo valle
vediamo il verde dei pini; caratteristici tetti rossi delle case svizzere e un
certo senso di nostalgia penetra in noi. Si sente più che mai il solito, il
grande contrasto: laggiù le comodità che noi volutamente abbiamo abbandonato;
quassù le difficoltà, i pericoli, le intemperie. E perché questo? Lo si capirà
più tardi al momento del distacco da questi monti e ancor meglio quando fra le comodità
cittadine ci saremo tornati. Forse è così: che quassù siamo qualcuno, anche
piccolo, ma siamo; laggiù invece siamo uno dei tanti, ed è più difficile
essere.
27 luglio E cantando e sognando riprendiamo la discesa.
Sento però che una parte di me non scende ma si ferma e poi si stacca da me per
risalire lassù nella gioia dei monti: è l’anima che è rimasta là fra quelle
montagne di nessuno, fra quella gente semplice, mentre il corpo scende
imprecando per il male ai piedi, fra la gente civile.
16 agosto Con tempo bellissimo scendiamo a Prarayi dopo
avere salutato il nostro simpatico rifugio che per chissà quanto tempo resterà
deserto. Sfruttiamo ancora l’ospitalità dei Blanc. Dopo pranzo vorremmo
scendere a Valpellina ma cediamo volentieri alle insistenze dei nostri gentili
e solitari ospiti.
Passiamo un
piacevole pomeriggio proprio da stazione climatica per plutocrati in ozio beato
completamente astratti dalla realtà.
La cena è coronata
da una torta e uno zabaglione: sorprese preparate apposta per noi. Poi si canta
e si discorre fino a tardi in un’atmosfera di sogno. Si cantano le canzoni più
nostalgiche, più commoventi. Poi la voce si fa rauca a forza di cantare, si
sturano ancora per noi due bottiglie di vino bianco; si canta e si beve, si
canta ancora, si canta con tanto sentimento, con tanta poesia… Quando usciamo
fuori le montagne si sono già addormentate al mormorio del Buttrier… La volta
del cielo è tutta azzurra: attraverso i buchi delle stelle ci è concesso di
intravedere un po’ di tutto lo splendore che deve essere al di là; anche a noi,
qui in Valpellina, è stato concesso di intravedere la Felicità: in questi dieci
giorni.
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08/01/01