VEGLIA ZAULI

Io Zauli Velia nata a Terra del Sole 1908 nel Borgo Romano. Anche il mio babbo Zauli Eugenio è nato a Terra del Sole 30 dicembre 1872, mia madre è nata a Predappio Alta 1883. Da piccola sono andata all'asilo c'erano le suore, la madre superiora Suor Fedele mi insegnava le poesie da dire al Vescovo, una la ricordo ancora, dopo tanti anni passati anno 1913.

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Eccellenza

Nel cuore dei bambini più che dal labbro incerto e trepidante voglia accettare fra devoti inchini il saluto entusiastico, festante, benvenuto nel Nome del Signore ben ritornato su questa nostra Terra quanto bisogno abbiamo del suo amore Nelle speranze che ogni cuor rinserra. Nel incerto presagio del domani Ella porta conforto ai nostri cuori, onde festosi, le battiam le mani dicendo Evviva il nostro buon Pastore e le porgevo un mazzo di fiori.

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Mi ricordo parecchie poesie quando andavo a scuola del Comune e una di queste :

VIGILIA DI NATALE

Ella raccolse i bimbi quella sera della vigilia e il freddo era mortale e ripetè con essi la preghiera e poi disse piano, domani è Natale bimbi convien che ognun di voi s'addorma quieto sul suo piccolo guanciale perchè Gesù che scende in bianca forma D'Angelo a portar doni non reca nulla a bimbo che non dorme. Gesù scende solo per i buoni rispose Mimì delle leggiadre chiome, mammina in lunghe orazioni pregai. Gesù che ne riporti il padre che lungi non sappiam dove egli sta taque senza sorridere la madre taquero tutti, tacque anche la Pia che ciarliera come una passeretta un ora dopo nel buio della povera stanzetta Pia sorrideva a un sogno di balochi  Mimi posava al suo fratello stretta.

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MISTERO

Mistero. Mistero. Povere bimbo vestite di nero vè morto il babbo carine che siet, ritte composte col viso sereno, mi fate pena perchè non ridete e a cavalluccio che a desso vi porta sulle ginocchia, chi più vi regala. Bimbe correte alla porta non è più il babbo che sale le scale Mistero Mistero povere bimbe cestite di nero.

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GIORNO DEI MORTI

Un piccino smarrito triste mà senza pianto cercava fra le mille la tomba della mamma recando le ardente rose di viva fiamma. C'era gente che andava, e gente che veniva chiassosa indifferente incurante e giuliva ma tra occhi pensosi arsi di pianto che vidi il di dei morti nel grande camposanto sempre mi torna al cuore con le rose di fiamma il piccino che cerca la tomba della mamma.

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PASQUA DI RESURREZIONE

Io canto la canzon di primavera andando come libera gitana, in patria terra ed in terra lontano con ciuffi d'erba nella treccia nera, alle finestre batto e dico aprite, Cristo è risorto germina anche vite nuove e ritorna con l'April l'amore. Amatevi fra voi per i dolci bei sogni che fioriscono sulla terra, uomini dalla penna e dalla guerra uomi dalle vanghe e dei martelli, scuotete i cuori che in essi rompano interi l'eterna giovinezza io passo e canto che vita bellezza, passo e canto con te la Primavera.

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LA RONDINE

Tornava al nido con l'imbeccata un colpo un grido ecco spirata a rondinini stretto nel nido giunse quel colpo giunse quel grido mamma mammina dove sei tu vana l'attesa non torna più.

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LA SPIGOLATRICE

Me ne andavo al mattino a spigolare quando vidi una barca in mezzo al mar, era una barca che andava a vapore ed innalzava una bandiera tricolore all'isola di Manza sè fermata è stata un pò e poi è ritornata. E' ritornata ma non fece guerra e s'inginocchiarono per baciar la terra gli dissero ladri uscite dalle tane, ma non portarono via nemmeno un pane, si sentì un solo grido siamo venuti a morir nel nostro nido. Erano trecento erano giovani e forti e sono morti.

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O' sognato questa notte che un bambino insolente e cattivello mi strappava gli auguri ad uno ad uno dal cuore e dal cervello io gli dicevo lacrimosa e mesta non toccarli sono miei sono della madre mia domani è la sua festa, le metteva in bocca e andandosi diceva inseguimi se puoi. Io ero tanto arrabbiata che mi svegliai piangendo e sul mio letto mi trovai coricata. Io pensai subito a te o madre mia domani è la tua festa e tanti auguri di pace e allegria assieme ai baci.

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Oggi dopo tanti anni 26-4-1997 mi è venuto in mente di scrivere queste poesie, se qualcuno li legge troverà dei errori ma capirete ò 88 anni e 6 mesi.

Veglia Zauli (3/10/1908; 6/12/2000)