100 anni di storia

L'Azione Cattolica sorge con il nome di Società della Gioventù Cattolica Italiana nel 1867, per iniziativa di due giovani: Mario Fani del Circolo S. Rosa di Viterbo e Giovanni Acquaderni, animatore di un circolo giovanile di Bologna.
La Chiesa viveva anni difficili, sia perchè le trasformazioni sociali e politiche producevano una progressiva secolarizzazione di fronte alla quale si trovava impreparata, sia a motivo del contrasto con lo Stato.Il programma dei giovani che vi aderiscono, che è di natura spiccatamente religiosa, si può sintetizzare in tre parole:
preghiera, azione, sacrificio. L'impegno di ogni giovane aderente si esprime nella fedeltà a quattro doveri principali:
La devozione alla S. Sede;
Lo studio della religione;
La vita cristiana;
L'esercizio della Carità.
Dopo qualche anno, nel 1874, nasce, per ispirazione della stessa Società della Gioventù: l'Opera dei Congressi. Un'organizzazione cattolica che si impegna in opposizione allo Stato liberale, con atteggiamento intransigente e combattivo.

Le due Opere restano però ben distinte e i loro rapporti non sono mai del tutto cordiali. Si può dire comunque che l'AC in senso stretto sia sorta dopo la prima guerra mondiale. In questo periodo, infatti,con il costituirsi dell'organizzazione sindacale di ispirazione cristiana e la nascita del Partito Popolare, che occupalo spazio specificamente politico, viene a realizzarsi una differenziazione precisa tra organizzazione politica, sindacale e religiosa.
L'AC può così caratterizzarsi per le sue finalità apostolichee per la sua natura religiosa che la rendono diversa sia da un partito politico, sia da una organizzazione sindacale.
Il Pontificato di Pio XI
Nel febbraio 1922 divenne papa Pio XI; egli definì l'AC come 'partecipazione dei laici all'apostolato gerarchico' per la difesa dei principi religiosi e morali e per la cristianizzazione della società. Il fine dell'AC è identificato con il fine stesso della chiesa e viene specificato in una serie di scopi particolari quali:
La cooperazione alla vita religiosa;
La diffusione della cultura cristiana;
La cristianizzazione della famiglia;
La buona stampa;
La moralizzazione dei costumi e degli spettacoli;
L'assunzione cristiana della 'questione sociale' e 'operaia'.
Con gli statuti del 1923 l'AC veniva costituita in quattro sezioni:
La Federazione Italiana degli Uomini Cattolici;
La Società della Gioventù Cattolica;
La Federazione Universitari Cattolici Italiani
L'Unione Femminile Cattolica Italiana.
La presenza femminile nella Chiesa in questi anni conosce fervore e vitalità nuovi: all'unione fra le donne cattoliche sorta nel 1908, si aggiunge ora la Gioventù Femminile, fondata da Armida Barelli nel 1918 e destinata ad un futuro interessante.

Il periodo fascista
Mentre in Italia si affermava lo stato fascista, l'AC intensifica la propria attività formativa e riesce a crearsi spazio per un'attività autonoma, anche se di natura esclusivamente religiosa. Il regime si accorge ben presto dell'autonomia di cui l'AC riesce a godere e che essa sfrutta spesso in senso antifascista; si crea così una crisi che scoppierà nel 1931, quando Mussolini invia ai prefetti l'ordine di chiudere i circoli dell'Azione Cattolica; si ebbero allora assalti alle sedi giovanili mentre con l'enciclica 'Non abbiamo bisogno', in cui si affermò che il laicato e l'Aziona Cattolica non avevano bisogno di garanzie diverse da quella della Chiesa, della fede, del rapporto con il Pontefice. Il Pontefice faceva vibrare la sua protesta 'Contro la campagna di false ed ingiuste accuse, che precedettero lo scioglimento delle associazioni giovanili ed universitarie dell'Azione Cattolica'. Alle parole fecero seguito i fatti: devastazione di circoli cattolici, percosse e minacce a singoli esponenti, fino allo scioglimento immediato di ogni associazione che non sia del regime fascista. Pio XI attaccava lo Stato educatore, giudicava alcune dottrine del fascismo erronee e false e invitava i cattolici a respingere l'educazione all'odio e alla violenza predicate dal fascismo. 'Non è per un cattolico conciliabile con la cattolica dottrina pretendere che la Chiesa, il Papa, devono limitarsi alle pratiche esterne di religione (Messa e sacramenti) e che il resto dell'educazione appartiene totalmente allo Stato'. Le limitazioni imposte dal periodo fascista costituirono per l'AC un'occasione per l'approfondimento del senso religioso, per la ricerca di nuove forme di spiritualità, per la meditazione degli autentici valori di fondo. Negli anni del fascismo sorgono anche i movimenti intellettuali dell'Azione Cattolica: Il movimento Laureati Cattolici e il Movimento Maestri; la loro azione, insieme a quella della FUCI, sottolinea l'importanza della cultura nella formazione del Cattolico e il significato dei valori interiori che vengono contrapposti in silenzio a quelli proposti dal regime dominatore.Negli anni della guerra si comincia a pensare alla possibilità che i cattolici si pongano alla guida dello Stato; e questi cattolici si cercano nell'ambito dell'AC.
IL CONTRIBUTO ALLA VITA POLITICA
In questi anni, gli ultimi della seconda guerra mondiale, il laicato di Azione Cattolica si impegna nello studio del magistero sociale della Chiesa. Questa riflessione di carattere culturale approderà pochi anni più avanti nel 'Manifesto di Camaldoli'. Sintesi preziosa del contributo dei cattolici alla liberazione dell'Italia.
Dopo la seconda guerra mondiale, anche per merito del suo sforzo organizzativo, AC raggiunge un'espansione mai vista prima; nel1943 gli iscritti sono circa 2.500.000 e giungeranno nel 1959 a 3.372.000. Il periodo che va dal '46 al '53 vede la partecipazione quasi diretta dell'AC alle competizioni elettorali e alle questioni politiche. Nel '48 nascono i cosiddetti Comitati Civici, fondati da Luigi
Gedda, un'organizzazione collaterale all'AC e vicina alla Democrazia Cristiana, con lo scopo di mobilitare tutte le forze cattoliche per la battaglia elettorale.
La paura di una dittatura comunista è uno dei maggiori spauracchi che si agitano in quella campagna elettorale. I Comitati Civici termineranno la loro funzione alla fine degli anni sessanta.
Questa mobilitazione, volta a costruire il mondo nuovo,sembra manifestare scarsa capacità nel cogliere le profonde trasformazione che in quegli anni stavano cambiando il volto del paese, avviandolo anche ad una secolarizzazione mai conosciuta. Solo qualche anno più tardi negli ambienti ecclesiali comincerà quella ricerca di rinnovamento ecclesiale che maturerà negli anni che ci avvicinano al Concilio.
In questo periodo l'AC è impegnata in una capillare opera formativa ed è impegnata non solo a preparare il Concilio, ma, cosa ancora più pregevole, ne favorisce l'accoglienza, tra il popolo di Dio.
Quando il 25 gennaio 1959 Giovanni XXIII annuncia la convocazione del Concilio l'AC accoglie quest'evento come momento di grazia e di fecondità per la sua azione pastorale.
Dal 1969 ad Oggi
L'esperienza e le scelte dell'AC negli anni che hanno preceduto l'evento conciliare, hanno contribuito non solo a preparare la fase del suo rinnovamento, ma anche a far maturare una nuova mentalità di Chiesa, che nei documenti del Concilio, in particolare nella Lumen Gentium, ha avuto la sua sistemazione più compiuta.La nascita di un nuovo statuto (1969) è il primo frutto del rinnovamento che l'associazione ha messo in atto dopo il Concilio.La struttura organizzativa dell'associazione assume un volto diverso: I 'quattro rami' lasciano il posto a due settori: uno per i giovani e uno per gli adulti; le 'Sezioni minori' sono sostituite con un'unica struttura unitaria, e con l'Azione Cattolica dei Ragazzi. Questi ultimi
26 anni, che hanno visto l'AC impegnata nell'attuazione delle scelte del nuovo statuto, li vogliamo raccontare lasciandoci guidare dalle Assemblee Nazionali. Esse ci permettono di fotografare le tappe significative in questo cammino di rinnovamento, che può essere diviso in tre grandi periodi che coincide con le presidenze nazionali di Vittorio Bachelet.
Un primo periodo comprende la prima (1970) e la seconda (1973) che può essere definito con l'espressione:
Nella scelta religiosa il rinnovamento dell'Associazione e attuazione del Concilio.
Lo sforzo maggiore della prima assemblea è dedicato ad approfondire e spiegare il senso delle principale scelte statutarie, prima fra tutte la scelta religiosa che l'AC ha effettuato con lo Statuto. Con essa l'AC si propone 'di aiutare tutti i soci e tutti i fratelli a realizzare pienamente - con intensità e la consapevolezza che i tempi richiedono - la loro vocazione cristiana nella vita quotidiana del mondo d'oggi'. Bachelet afferma che per corrispondere ai caratteri del tempo in cui l'AC è chiamata a vivere non bastano piccoli aggiustamenti, ma 'occorre incidere più nel profondo, riscoprire le radici della vocazione cristiana alla santità'. La scelta religiosa è scelta missionaria e si propone di contribuire alla 'crescita della fede cristiana del nostro popolo', ma anche di sollecitare tutta la comunità parrocchiale ad evolvere in questa prospettiva missionaria. Proprio per questa responsabilità, la scelta religiosa implica un impegno di presenza nella vita della comunità cristiana, con l'intento principale di promuovere in essa la responsabilità pastorale dei laici, perché si facciano forza di comunione oltre che di perizia.
Nella seconda Assemblea Nazionale si passano nuovamente in rassegna gli aspetti più rilevanti del rinnovamento statutario, per verificarne il grado di attuazione. Una particolare attenzione viene dedicata ancora alla scelta religiosa.
IL SECONDO PERIODO:
Un secondo periodo coincide con la presidenza nazionale di Mario Agnes, comprende la terza (1977) e la quarta assemblea (1980) e può essere definito 'volontà di consolidare la propria identità nel servizio alla comunità ecclesiale'. La terza Assemblea ha confermato l'AC nella sua scelta religiosa, al cui chiarimento ha contribuito la lettera che nel 1976 la Conferenza
Episcopale Italiana ha inviato al Presidente dell'AC.
Paolo VI, nel suo discorso all'assemblea, richiama 'la particolare rilevanza dell'AC che, in quanto '
collaborazione dei laici all'apostolato gerarchico della chiesa, ha un posto non storicamente contingente, ma teologicamente motivato nella struttura ecclesiale. Essa è chiamata a realizzare una singolare forma di ministerialità laicale,volta alla plantatio ecclesiae e allo sviluppo della comunità cristiana in stretta unione con i ministeri ordinati'.
Nella quarta Assemblea l'associazione si interroga sulle vie di servizio alla persona e alla comunità civile, sulla linea della Redemptor Hominis di Giovanni Paolo II: 'L'uomo è via della Chiesa'. Nel documento finale, della scelta religiosa si dice: 'superando ogni riduzione intimistica e disincarnata della fede... impegna l'Associazione ad essere luogo di educazione ad una matura coscienza civile dei laici, rifiutando ogni gestione diretta di progetti politico-sociali. In tal modo, la scelta religiosa contribuisce anche all'interrogarsi della comunità cristiana in ordine alle modalità con cui traduce il proprio essere e agire nella storia concreta degli uomini'.
IL TERZO PERIODO:
Un terzo periodo coincide con la presidenza di Alberto Monticone, comprende la V (1983) e VI (1986) Assemblea Nazionale. Queste assemblee possono essere definite con l'espressione: 'La testimonianza evangelica nella città secolare: l'identità storica dell'AC'.
Nella V assemblea viene riaffermata la validità della scelta religiosa. In quest'occasione viene meglio delineato il senso dell'impegno dell'AC nel mondo, non come scelta di alcuni ambiti di preferenza di altri, ma è libertà dello sguardo evangelico portato su tutte le dimensioni dell'uomo, colte nella loro tensione verso la pienezza. Vengono riconfermati per l'Associazione tre primati:
Primato spirituale e formativo;
Primato pastorale della Chiesa locale;
Primato laicale del servizio all'uomo e alla sua città.
Nella sesta Assemblea c'è un forte richiamo all'essere associazione laicale e per questo è attenta e partecipe alla storia degli uomini... ed è impegnata in un servizio nel quotidiano,volto all'animazione cristiana della realtà temporali, nella quale l'intera comunità ecclesiale è posta.
IL QUARTO PERIODO:
Il quarto periodo coincide con la presidenza di Raffaele Cananzi e con la VII (1989) e VIII (1992) Assemblee Nazionali.
In questi anni l'associazione vive importanti momenti di vitalità ecclesiale. Sono gli anni del Sinodo sui laici, gli anni del
progetto pastorale della Chiesa Italiana Evangelizzazione e Testimonianza della Carità. Sono gli anni nei quali vengono definiti i progetti formativi per i settori adulti e giovani, e per l'A.C.R.. E sulla scia della Cristi fideles Laici viene scritto il Progetto Formativo Apostolico Unitario, detto anche Progetto ACI.
E' stato superato il collateralismo
Dal punto di vista sociale e politico, l'ACI si è trovata coinvolta nella questione del 'collateralismo', cioè partito vicino alla Democrazia Cristiana. Ma la questione è stata superata con la SCELTA RELIGIOSA - PASTORALE che l'associazione ha compiuto con lo statuto. L'ACI in questi anni ha superato la crisi degli anni settanta. L'AC si è impegnata in questi ultimi anni in molti spazi di lavoro:
Attenzione alla pastorale della Chiesa locale;
Sviluppo delle attività nelle parrocchie e nelle singole diocesi;
Accentuazione dell'impegno caritativo e nella crescita di una nuova cultura della solidarietà;
Nel movimento del volontariato.
I dati recenti
Per quanto riguarda i dati quantitativi, è da ricordare che nel 1987 gli aderenti all'ACI erano 566.000, di cui circa la metà adulti (275.000) e il resto appartenenti al settore giovani e all'A.C.R.. I gruppi di ACI sono presenti in circa 9.000 parrocchie (circa un terzo delle parrocchie italiane); tale capillarità in alcune regine raggiunge i sue terzi (ad esempio in Puglia e Veneto).
In tutte le parrocchie si svolge un lavoro di base a carattere formativo a scadenza settimanale.
Intensa è l'attività formativa estiva, campiscuola di durata che varia dai 4 ai 7-15 giorni, alla quale in Italia sono interessate circa 150.000 persone tra adulti, giovani, ragazzi.
La stampa periodica fa affidamento su due pubblicazioni in particolare: la collana 'Segno nel mondo' (seiotto,

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