Schedatura de "I dolori del giovane Werther"
Notizie sull'autore
Goethe Johann Wolfgang, era uno scrittore tedesco (Francoforte sul Meno,
1749-Weimar, 1832) proveniente da una famiglia dell'alta borghesia, iniziò a
studiare giurisprudenza all'università di Lipsia (1765-68), mentre cresceva il
suo interesse per la letteratura. Gli scritti di J. J. Winckelmann gli fecero
conoscere l'antichità e l'arte classica. A Strasburgo, dove si recò per finire
gli studi (1770-71), strinse amicizia con J. G. Herder, dal quale imparò ad
apprezzare il medioevo germanico, la poesia popolare, l'opera di Ossian e di
Shakespeare, tutti elementi che confluiranno nella corrente letteraria dello «Sturm
und Drang», da G. iniziata. Conseguita la laurea, tornò a Francoforte e
scrisse il suo primo dramma, "Götz von Berlichingen" (1773),
romantica e appassionata storia d'amore e di morte. Allo stesso periodo agitato
e commosso appartengono raccolte di poesie ed inni, la prima redazione del
"Faust" ("Urfaust", 1774) e il romanzo "I dolori del
giovane Werther" (1774), storia di un giovane malinconico che, incapace di
azione concreta e profondamente turbato da un amore infelice, alla fine si
toglie la vita. Quest'ultima opera, destinata ad esercitare una grande influenza
sulla letteratura del tempo, ebbe enorme successo. Nel 1775, in seguito
all'invito del duca Carlo Augusto, suo amico, G. si trasferì a Weimar, dove
ricoprì diversi incarichi di corte e divenne consigliere di stato, lasciando in
ognuna delle attività intraprese l'impronta del suo spirito ricchissimo,
genialmente eclettico, vicino a quello dei maggiori uomini del Rinascimento. Nel
periodo di Weimar mise mano ai drammi "Egmont", "Torquato
Tasso" ed "Ifigenia in Tauride" (1787) e al romanzo "Gli
anni di apprendistato di Wilhem Meister" (1796). D'importanza fondamentale
per la vita e l'arte di G. fu il viaggio in Italia del 1786-88. Durante il
soggiorno romano, interrotto solo da un viaggio in Sicilia, placò il suo animo
inquieto di fronte ai paesaggi e alla natura meditarranea, dedicandosi al
disegno e allo studio dell'arte italiana; intanto rielaborava "Egmont",
"Tasso" e "Ifigenia". Tornato a Weimar, compose le
"Elegie romane" (1790), in stile catulliano. Grande importanza ebbe
per lui l'intima e fraterna amicizia con il poeta F. Schiller (1794), a
documentare la quale rimane un prezioso ed illuminante epistolario. Collaborò
alla rivista "Almanacco delle Muse" (1795-1800) assieme all'amico,
terminò il "Wilhelm Meister" e compose il poemetto "Arminio e
Dorotea" (1797), che, sullo sfondo della situazione creata dalla
Rivoluzione francese, si distende con omerica semplicità in festose immagini di
vita borghese e campestre. La morte di Schiller (1805), dell'amante Christiane
Vulpius (1816) e del figlio Augusto (1830) segnarono la vecchiaia di G., che si
ritirò a vita privata, pur continuando la sua intensa attività letteraria:
terminò il "Faust" (1806-30), l'autobiografia "Dalla mia vita.
Poesia e verità" (1809-14) e le poesie raccolte in "Divano orienta!
le-occidentale" (1814-19). Nel romanzo intitolato "Le affinità
elettive" (1809) G. precorre, con grande finezza d'intuito psicologico,
alcuni complessi problemi dell'anima moderna. Tali tematiche sono affrontate nel
corso della lunga stesura del "Faust", il cui protagonista può essere
assunto quale simbolo dell'uomo moderno, inquieto e aperto a tutte le
esperienze, spinto da un'incontenibile necessità interiore alla ricerca della
verità e della pienezza dell'essere, desideroso di allargare all'infinito il
campo delle proprie conoscenze. Tra gli scritti scientifici ricordiamo la
"Metamorfosi delle piante" (1790), in distici elegiaci, e la
"Teoria dei colori" (1791-91). G. riassunse nella propria complessa
personalità i motivi più ricchi e profondi dell'illuminismo e del
romanticismo.
Nuclei tematici
Werter & la natura
L'animo sensibile di Werter è stupefatto dalla bellezza del creato ed ama
stare in stretto contatto con esso. Particolare è il suo attaccamento al verde
dei prati (dove poi verrà sepolto).
Durante la lettura si rileva una forte meteopatia del personaggio, infatti
Werter vede tutta la natura attorno a lui relativamente alla sua vita
sentimentale.
Werter & Amore
L'amore è il pensiero che occupa più a lungo l'animo sensibile di Werter
che, incapace di pensieri concreti si abbandona di continuamente nel suo
amore platonico per la già coniugata Charlotte che lui chiama affettuosamente
Lotte.
Platone direbbe che il cocchio “Werter” è in balia di un
fortissimo cavallo bianco che trascina un debolissimo cavallo nero e un'ancor più
debole auriga; infatti Werter è un lunatico che passa di continuo da uno stato
di felicità idilliaca a una depressione cronica, Werter infatti rivolge tutti i
suoi pensieri solamente a Lotte che è vicino a divinizzare. Personalmente credo
che l'uomo romantico sia portato dal suo carattere ad appendere tutto il suo
mondo solamente ad una cosa; e visto che nel caso di Werter il pilastro del suo
mondo era un amore impossibile la conseguenza è ovvia: il suo castello
costruito in aria gli è crollato addosso uccidendolo.
Werter & Dio
Dio nella persona di Werter è sicuramente un personaggio importante perché
rappresenta la perfezione dell'amore a cui Werter si dedica con tanta pazzia.
Comunque si può dire che Werter rinnega Dio nello stesso momento in cui si
suicida perché disprezza il più grande dono che Lui gli ha fatto per egoismo.
Werter & la Famiglia
Werter nutre un grosso affetto nei confronti dell'istituzione divina della
famiglia. Infatti crede che i bambini così innocenti e semplici assomiglino
incredibilmente a lui. Questa è però una sua fantasia in primo luogo perché i
bambini non sono così buoni come la tradizione vuole farci credere ed in
secondo luogo Werter non è affato tranquillo e spensierato come un bimbo, ma ha
forti complessi psicologici.
Werter & Lavoro
Il lavoro non è sicuramente l'attività principale del protagonista,
infatti Werter è incapace di qualsiasi attività pratica, e piuttosto che
dedicarsi al lavoro si dedica a occupazioni prive di lucro.
Commento personale
Generalmente non apprezzo i romanzi d'amore, e purtroppo devo dire che
questo non ha fatto eccezione. Infatti credo che Werter sia esageratamente
sensibile e meteopatico e grazie a queste sue caratteristiche riempie il libro
con continui piagnucolamenti rasentando il demenziale.
Il romanzo non è stato da me gradito nemmeno dal punto di vista stilistico
poiché reputo che la trovata di raccontare la storia di Werter tramite lettere
ad un amico sia oltremodo pesante, ed oltretutto le lettere vengono ad avere una
stesura abbastanza improbabile.
Questa relazione è stata inviata da Dario - GRAZIE PER LA COLLABORAZIONE!