La Rivoluzione Francese
La Rivoluzione francese nacque dalla lotta tra le classi
sociali che si verificò nel 1700; le classi sociali dell'epoca possono essere
raggruppate in tre grandi insiemi.
La società francese del Settecento era di tipo piramidale, ovvero molte persone
nelle classi basse e poche persone in quelle alte; al vertice il re, sovrano
assoluto che poteva, ad esempio, far imprigionare un cittadino senza un
processo.
Egli viveva nella splendida reggia di Versailles, la cui imponenza era,
soprattutto per quei tempi, stupefacente; basti pensare che vi erano ambienti
per poter ospitare 15 mila persone, vi erano impegnati 4 mila servi e le stalle
potevano contenere 5 mila cavalli.
Tutto ciò era a disposizione non solo del re, ma anche dei nobili di cui si
circondava, che costituivano la sua corte.
I nobili erano grandi proprietari terrieri e ricavavano la loro ricchezza dalle
tasse versate dai contadini e da chi abitava nelle loro terre. Conservavano
numerosi privilegi feudali: oltre a non pagare le tasse, avevano diritto ad
essere processati da tribunali speciali, composti soltanto da altri nobili.
Anche gli uomini della Chiesa (il clero) avevano privilegi; l'alto clero, poi,
era composto soltanto da appartenenti a famiglie nobiliari.
Tutti gli appartenenti al terzo stato, ricchi o poveri, dovevano pagare le tasse
e non partecipavano al governo della nazione.
Così, mentre il XVII secolo volgeva al termine, maturavano le condizioni per il
verificarsi di un evento di grandissima portata storica: la Rivoluzione
francese.
La Francia era stata la culla dell'Illuminismo, che aveva generato quasi
ovunque, nel mondo occidentale, un clima di riforme e di rinnovamento, cui erano
seguite trasformazioni sociali, tecniche e culturali importanti.
La Francia era uno stato potente, ricco, attivamente partecipe ai commerci;
padrone di colonie, aveva fiorenti industrie manifatturiere. Già da allora, la
moda francese era punto di riferimento per tutti gli Europei facoltosi. A
Parigi, città cosmopolita con circa 600 mila abitanti, ferveva una vita
artistica e culturale intensissima.
Nel maggio 1789, la crisi economica francese costrinse il re Luigi XIV a riunire
gli Stati generali (l'assemblea dei rappresentanti del clero, dei nobili e del
terzo stato) per imporre nuove tasse. Ben presto, i rappresentanti del terzo
stato, per contrasti con i nobili ed il clero, si proclamarono Assemblea
nazionale, che rappresentava gli interessi di tutto il popolo.
Tra il 1793 e 1794 il potere passò in mano ai giacobini, tra cui Marat e
Robespierre (vedi illustrazione). Cominciò il periodo del Terrore: migliaia di
persone, accusate di essere contrarie alla rivoluzione, furono giustiziate. Poi
un gruppo di oppositori organizzò un colpo di stato: Robespierre e i suoi
seguaci furono arrestati e ghigliottinati.
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