Traduzione dei vv. 1-30 del Prologo de "Le Baccanti" di Euripide
Io Dioniso, figlio di Giove, son giunto presso la terra dei Tebani, che la
sposa figlia di Cadmo Semele ha dato alla luce una volta, fatta partorire dalla
fiamma del lampo; avendo assunto l'aspetto mortale al posto di quello divino
sono giunto presso la fonte di Dirce, serpente del fiume Ismeo. Vedo il sepolcro
di mia madre , la fulminata e vicino le rovine delle case e delle dimore fumanti
per la fiamma ancora viva del fulmine di Zeus, oltraggio inestinguibile della
madre. Era verso di me. Lodo Cadmo, che ha reso inviolabile questo suolo,
recinto sacro della figlia; io la coprii con i verdi grappoli della vite.
Abbandonando i campi dei Lidi e dei Frigi ricchi d'oro, la pianura dei Persiani
battute dal sole, le mura della Battriana e la gelida terra dei Medi, e dopo
aver attraversato l'Arabia felice e tutta l'asia che presso il mare salato si
adagia con le città dalle belle torri; piene insieme di Greci e Barbari
mescolati tra loro, prima andai verso la città d!
ei Greci e avendo condotto una danza corale e avendo imposto i miei riti di
iniziazioni, per rivelarmi dio ai mortali. E' Tebe la prima cittò della terra
ellenica che ho fatto risuonare di grida femminili, dopo aver ricoperto il loro
corpo con una pelle di cerbiatto (nebride) avendo loro dato un'arma ricoperta di
edera in mano. Ma lì le sorelle della madre, quelle che meno avrebbero dovuto
faarlo, dicevano che Dioniso non era figlio di Zeus (ma dicevano che) Semele
sedotta da un mortale, riferiva a Zeus il peccato del letto, astuta trovata di
Cadmo e per questo esclamavano esultanti, Zeus l'aveva uccisa, poichè aveva
mentito riguardo le sue nozze.
Questa relazione è stata inviata da Emilia - GRAZIE PER LA COLLABORAZIONE!