Storia (il 1300 e il 1400)
All'alba del secondo millennio in
Europa assistiamo a un notevole aumento demografico e a un
rilevante miglioramento delle condizioni economiche della
popolazione. Grazie alla sicurezza che si venne a creare una
volta sventato il problema delle incursioni barbariche del IX-X
secolo infatti, le condizioni di vita migliorarono enormemente
con conseguente aumento demografico. Questo ovviamente necessitò
di un accrescimento della produttività agricola. Tutto ciò fu
reso possibile dalla riforma agraria che venne attuata: vennero
allargati i terreni coltivabili, migliorati gli strumenti e le
tecniche e riorganizzato il lavoro. La riforma portò quindi ad
avere una maggiore disponibilità di manodopera ma soprattutto
una maggiore produttività nel campo agricolo.
Parallelamente alle campagne, rifiorirono anche le città, si
svilupparono attività artigianali e commerciali, nacquero i
quartieri degli affari, le arti e le corporazioni. Allo stesso
tempo anche da parte delle città ci fu un aumento delle
richieste di rifornimenti alimentari che quindi alimentò a sua
volta la rivoluzione agraria. I contadini coi profitti
derivatogli dalla vendita dei loro prodotti poterono quindi
permettersi nuove attrezzature e sostituirono alle corvees
pagamenti in denaro. In questo periodo assistiamo quindi al
riavvio dell'economia di scambio che prese il posto di quella di
sussistenza.
In questo scenario di sviluppo e progresso economico e
commerciale, però, l'esaurimento delle terre disponibili e le
basse rese di terreni troppo intensamente sfruttati impedirono
alla produzione alimentare di star dietro al continuo aumento
demografico: le insufficienze alimentari quindi, indebolendo e
rendendo più esposta la popolazione a ogni tipo di malattia,
favorirono la comparsa di numerose epidemie, tra le quali la più
temuta e letale fu la famosa "peste nera". Queste
pestilenze ovviamente sterminarono gran parte della popolazione e
facilitarono il sorgere di ulteriori altrettanto gravi problemi
come l'aumento dei prezzi del cibo (dovuto all'inevitabile
aumento delle difficoltà di produzione per la mancanza di
manodopera).
Nonostante la crisi trecentesca i livelli di vita non
retrocedettero, semplicemente subirono un rallentamento, non ci
fu quindi un drammatico ritorno alle condizioni del primo
medioevo. Per un certo verso anzi si può affermare che la peste
contribuì a risolvere il problema dell'aumento demografico:
seppure in modo drastico eliminò molte bocche da sfamare.
È così che circa un secolo dopo, nel 400, assistiamo a una
nuova fase di espansione accompagnata da un lento aumento
demografico. L'espansione ebbe vari obiettivi: per esempio, per
quanto riguarda l'agricoltura, possiamo notare un concentramento
dell'agricoltura sulle terre più fertili, la nascita delle
coltivazioni specializzate e l'utilizzo dei terreni invece meno
fertili per l'allevamento di ovini e bovini. Ci troviamo davanti
a un rilevante sviluppo anche nel settore manifatturiero,
favorito anche dalla cosiddetta "manodopera a
domicilio" (non altamente specializzata ma a bassissimo
costo). Tutto ciò, dalle colture specializzate all'allevamento
di ovini e bovini allo sviluppo del settore manifatturiero,
contribuì alla nascita di un mercato più ampio e vario che
rimise in moto gli scambi e le attività commerciali (nascita
Lega anseatica).