Esercizio 2 pag. 144

La battaglia di Bibracte

Cesare, fatti allontanare dalla vista prima il suo cavallo, poi quello di tutti gli altri, affinché, reso il pericolo uguale per tutti, togliesse la speranza della fuga, e esortati i suoi attaccò battaglia. I soldati spezzarono la falange
 con i giavellotti scagliati da un luogo più alto. Dopo averla scompigliata, fecero impeto contro di loro con le spade sguainate. Ai Galli era di gran impiccio al combattimento, essendo parecchi dei loro scudi trapassati e legati insieme da un unico lancio di giavellotti, poiché il ferro si era piegato, non potevano né strapparlo, né combattere abbastanza agevolmente così che molti preferirono gettar via gli scudi e combattere a corpo scoperto. Infine, stremati dalle ferite, , cominciarono a ritirarsi e, poiché c'era un ponte a circa mille passi, a rifugiarsi là. Conquistato il monte, mentre i nostri incalzavano, i Boi e i Tulingi, che chiudevano lo schieramento nemico con circa quindicimila uomini, ed erano di presidio alla retroguardia, in ordine di marcia, essendosi avvicinati ai nostri dal luogo scoperto, e avendo visto ciò gli Elvezi, che si erano rifugiati sul monte, cominciarono a incalzare e a riprendere il combattimento. I Romani, volte le insegne, le portarono su due front
i: la prima e la seconda fila per far fronte a quelli vinti e ricacciati, la terza per sostenere quelli che sopraggiungevano.

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