Versione 87 pag. 78

Orazio Coclite

Porsenna, re degli Etruschi, desiderava rimettere i Tarquini sul trono, quindi con un insidioso esercito si avvicinò a Roma. Così al suo arrivo in città una grande paura invase i Romani che perciò emigrarono dai campi verso la città e la città stessa si rafforzava mediante fortificazioni. Tutti i posti erano sufficientemente protetti, solo il ponte Sublicio tuttavia permetteva il passaggio ai nemici. Ma Orazio Coclite stette in prima fila davanti all'entrata del ponte e da solo affrontò l'esercito dei nemici. Intanto i Romani distruggevano con spade e asce il ponte. Per un certo tempo l'audacia di questo mirabile uomo trattenne i nemici: da questo momento il furore turbò l'esercito dei nemici, questi infatti con grande impeto dirigono le armi solo verso Orazio. Ma subito il ponte Sublicio cadde con ingente fragore. Allora Coclite si gettò nel Tevere e in mezzo alle molte armi dei nemici incolume giunse ai suoi.