PERCHÈ SMETTERE DI FUMARE

Per incoraggiare i fumatori, soprattutto i giovani, a smettere di fumare, vengono qui di seguito riportati nove validi motivi, dichiarati dall'American Cancer Society.    Torna indietro

SE SMETTI CI GUADAGNI DA SUBITO

ENTRO 20 MINUTI

ENTRO 8 ORE

ENTRO 24 ORE

ENTRO 48 ORE

ENTRO 72 ORE

DA 2 SETT. A 3 MESI

DA 3 A 9 MESI

ENTRO 5 ANNI

ENTRO 10 ANNI

Altri link:
www.nonfumatori.it
www.istitutotumori.mi.it
Osservatorio sul fumo


Perché prendere a martellate il proprio DNA?
Dal Notiziario "Fondamentale" Associazione Italiana per la ricerca sul cancro - gennaio 2004

In sostanza, é quanto fa chi fuma, sigaretta dopo sigaretta, boccata dopo boccata. E, a furia di martellate, alcuni geni vengono irrimediabilmente danneggiati, la cellula si altera e... allora sono proprio guai.

I misfatti del fumo sono noti a tutti. Tutti sanno che fa male e che aumenta nettamente la probabilità di incorrere in decine di malattie, tra cui spicca per gravità il cancro. Poco conosciuto è invece il processo attraverso il quale il fumo fa danno e arriva a provocare il cancro. Conoscere questo processo, seppure nelle sue grandi linee, è un motivo in più per spegnere la sigaretta una volta per tutte.

A ogni boccata, 4-5.000 sostanze liberate dalla combustione del tabacco invadono i polmoni del fumatore.   E` un aerosol micidiale che, dai polmoni, si espande poi in altre parti del nostro corpo.

Tra le sostanze più pericolose c'è il catrame (alias condensato o TAR), che include sostanze a elevato potenziale cancerogeno, come nirrosamine, benzopirene e idrocarburi aromatici. Ma nel catrame ci sono anche tante sostanze irritanti (formaldeide, acido cianidrico, acroleina, ammoniaca ... ) in grado di paralizzare le cellule epiteliali ciliate che rivestono la trachea e i bronchi e che normalmente servono a filtrare ciò che respiriamo. Le cellule Polmonari rimangono così più esposte alle aggressioni esterne di polveri, germi e altre sostanze cancerogene presenti nell'ambiente.

Boccata dopo boccata, sigaretta dopo sigaretta, giorno dopo giorno, le cellule polmonari entrano in contatto con veleni capaci di danneggiare e di alterare il DNA, di far mutare alcuni geni in senso tumorale. Quando questo succede è un po' come se la cellula polmonare impazzisse e diventasse incapace di svolgere i suoi compiti. Una cellula impazzita che ha invece la capacità di riprodursi a dismisura, di creare un esercito di replicanti che tolgono spazio alle cellule sane, che aumentano il disordine e che finiscono per far lavorare male il polmone.

Non solo: queste cellule impazzite spesso non sì fermano nel polmone e cercano di invadere altri organi, portando dovunque disordine, inefficienza, malattia.

PREVENZIONE

Naturalmente tutto questo processo non viene innescato da una sola sigaretta fumata. Perché una cellula polmonare impazzisca e diventi cancerosa occorrono in genere più di 20 anni. Diversi sono gli stadi di mutazione e bisogna che non un solo gene, ma più geni, siano irrimediabilmente danneggiati allo stesso tempo, inclusi quei geni "riparatori" presenti all'interno delle cellule proprio allo scopo di rimediare a eventuali guasti. Ma ogni sigaretta messa in bocca e ogni boccata aspirata contribuiscono a questo processo. Ogni volta che aspiriamo il fumo di sigaretta è un po’ come se dessimo una martellata al nostro DNA. Alla prima martellata non succede niente. Alla centesima magari c'è solo un’ammaccatura. Ma alla millesima rischiamo di deformare alcuni dei nostri geni, di "scassarli" al punto non solo di farli funzionare male, ma di farli funzionare contro di noi.

Ma non dirne più !!
Sul fumo sopravvivono autentiche bugie e false idee, in molti casi perpetuate dalla pubblicità e dai... "venditori di fumo".
Smascheriamo alcune tra le più diffuse.

Chi fuma ha più fascino.
Denti e dita ingialliti, alito pesante, occhi arrossati, pelle spenta e solcata da rughe, il respiro mozzato alla prima rampa di scala: sarebbe questo il bel biglietto di presentazione che rende più affascinante un fumatore? Al contrario, chi fuma sarà tenuto a distanza da tutti coloro, e sono sempre di più, che non ne vogliono proprio sapere di farsi affumicare dai propri vicini.

Il fumo fa bene all'amore.
Forse è vero nei film e nella pubblicità delle sigarette, vale a dire nel mondo delle illusioni. Perché quando facciamo ritorno nella realtà, scopriamo che il fumo fa male all'amore del maschio e aumenta sensibilmente il rischio di impotenza. La ragione è semplice: la nicotina tende a stringere i vasi sanguigni e a ridurre l’afflusso al pene del sangue necessario all'erezione. Gli uomini e le donne che fumano sono anche meno fecondi: il fumo riduce la densità dello sperma e altera gli assetti ormonali.

Fumare vuoi dire "sono grande".
Questa idea è diffusa soprattutto tra gli adolescenti. Ed è un’idea debole. Con una sigaretta in bocca a 13 o 14 anni si diventa solamente "pecore" che imitano un modello imposto da altri. "Grande" è semmai chi raggiunge autonomia e consapevolezza di sé, chi fa le proprie scelte e decide da solo il proprio stile di vita, senza farsi condizionare dal "gregge" o dal "capobranco".

Fumare aiuta la concentrazione.
Il fumo produce questo risultato solo a breve termine; poi segue un effetto opposto. Salvo accendere una sigaretta dopo l'altra, e aggiungere danno a danno. Anche nei confronti dello stress, il fumo sviluppa una reazione analoga.

Se si smette, s'ingrassa.
Gli ex fumatori tendono a ingrassare di 4 chili: mangiano più cibo e bevono più alcol per compensare la mancanza di sigarette, perché il fumo tende a ridurre l'appetito e la nicotina tende ad accelerare il metabolismo. Non si tratta però di una condanna ineluttabile. C'è chi smette senza ingrassare: facendo un po’ di esercizio fisico e seguendo una dieta equilibrata e ricca di vegetali.

Il fumo passivo non fa male.
Le prove scientifiche sui danni del fumo passivo sono ormai molte. Chi assorbe il fumo degli altri - solo per citare alcune delle conseguenze aumenta del 50 per cento il rischio di ammalarsi di cancro al polmone, di bronchite cronica e di enfisema polmonare. Bronchite cronica e altre patologie respiratorie affliggono molti bambini, principali vittime del fumo "subito". Si può discutere sull'entità dei danni provocati dal fumo passivo, non certo sulla loro esistenza.

Mio nonno ha 90 anni, ha sempre fumato molto, eppure non ha il cancro.
Fumare non dà la certezza di subire il cancro, ma aumenta sensibilmente la probabilità che prima o poi ciò accada. Il nonno fumatore, insomma, è stato fortunato. Perché chi fuma aumenta di oltre 25-30 volte le probabilità di sviluppare un rumore del polmone. Un cancro che viene 95 volte su 100 ai fumatori.

Ormai è tardi per smettere.
Non è mai troppo tardi. Già dopo 2 ore che si è spenta l'ultima sigaretta, la nicotina comincia a essere eliminata dal corpo, dopo 24 il monossido di carbonio scompare dall'organismo e i polmoni cominciano a espellere sostanze nocive. Dopo due settimane migliora la circolazione. Nel giro di un anno diminuisce del 50 per cento il rischio di infarto, in cinque anni si dimezza il rischio di cancro al polmone. Dopo 15-20 anni il rischio di tumore o di un attacco di cuore torna a essere uguale a quello di un non fumatore. Smettere entro i 35 anni previene in maniera quasi completa i danni del fumo.

Le sigarette light non sono nocive.
Falso. Le sigarette a basso tenore di catrame e nicotina servono a poco perché si finisce per fumarne di più e si tende ad aspirarle in modo più profondo.
Il fumatore cerca di raggiungere comunque la dose di nicotina a cui è assuefatto.

Per fortuna la ricerca non è ….. fumosa

TAC spirale, PET, marcatori molecolari, gene FHIT; sono armi concrete, messe a punto negli ultimi anni, per rimediare ai danni del fumo e ridurre le insidie del cancro del polmone.

Attualmente il cancro del polmone viene scoperto sette volte su dieci quando è già così sviluppato da essere inoperabile. Quando la malattia viene colta in fase precoce, il cancro del polmone ha invece già oggi una probabilità di guarigione piuttosto elevata, pari al 70-80 per cento dei casi. E gli strumenti per cogliere il cancro del polmone in fase precoce per fortuna cominciano a esserci.

TAC spirale: il polmone senza segreti.
Con questo particolare tipo di TAC è possibile scoprire tracce piccolissime della malattia, anche di pochi millimetri. Si tratta di un esame per nulla invasivo e relativamente poco costoso. Il paziente rimane sdraiato su un lettino attorno al quale ruota la macchina e deve trattenere il respiro più volte, per pochi secondi. Ogni millimetro cubo del polmone viene esaminato, mentre la TAC tradizionale consente di vedere solo singole "fette" dell'organo. Il paziente viene tra l'altro esposto a una quantità inferiore di radiazioni, poco più alta di quella di una normale lastra radiografica. Semmai c'è un problema di interpretazione dei dati perché, assieme ai tumori maligni, vengono evidenziati anche tumori benigni, granulomi, cicatrici di antichi processi infiammatori. Per questo si tratta di un esame che va svolto in centri altamente specializzali. L’apparecchiatura per la TAC spirale è già diffusa in quasi tutte le regioni italiane.

La PET e il nodulo maligno.
Ulteriori vantaggi vengono da un altro esame, ovvero la PET (tomografia a emissione di positroni). Finora utilizzata per la stadiazione di tumori maligni già diagnosticati, ora la PET viene utilizzata per la diagnosi precoce, per capire se il nodulo è di tipo benigno o maligno.

Viene sfruttata la prerogativa del tessuto tumorale maligno di utilizzare in maniera spiccata il glucosio: al paziente viene somministrato un derivato del glucosio, legato a un atomo di fluoro leggermente radioattivo, e poi si vede con la PET dove questo viene captato, per distinguere tra noduli maligni e benigni.

Le prospettive dei marcatori.
I "marcatori molecolari" consentono di andare a scoprire se in una persona si sono accumulati, e in che misura, quei danni al DNA che possono col tempo determinare la trasformazione in senso maligno delle cellule del polmone. I danni al DNA si possono oggi dosare in maniera abbastanza semplice a partire dal sangue, dall'espettorato o dalle urine.

Ed è probabile che l’affinamento di questi marcatori porterà a selezionare le persone davvero a rischio di sviluppare un cancro al polmone, quelle che dovranno poi essere indirizzate alla TAC spirale. Tra i "marcatori molecolari" attualmente più sperimentati - assieme al gene FHIT – sono quelli che riguardano la proteina p53 e il gene Ras.

Il gene FHIT: per correggere il danno genetico.
Scoperto da ricercatori italiani, anche grazie ai finanziamenti AIRC, il gene FHIT sta aprendo promettenti scenari nella diagnosi e nella cura del cancro del polmone.

Le alterazioni del gene FHIT sono associate all'80 per cento dei tumori polmonari: ora si è capito non solo come sia possibile scoprirle ai fini di una diagnosi sempre più precoce, ma anche, forse, come curarle con la terapia genica.

Nel laboratori dell'Istituto Nazionale Tumori di Milano si è riusciti, infatti, a indurre la morte di cellule umane di tumore polmonare che presentano copie difettose del gene FHIT introducendo copie sane dello stesso gene. Lo stesso esperimento è ora in corso in vivo, su un piccolo gruppo di pazienti resistenti a tutte le terapie tradizionali.

© trascrizione by Vittorio Crapella