Circolo di Cagliari  Via Pitzolo 28
Mozione del 11 Maggio 2000

All’on.le Prof. Arturo Parisi – Presidente de   "I Democratici" – ROMA
Al Dr. Antonio Biancu – Coordinatore Regionale de    
"I Democratici" - CAGLIARI

I sottoscritti aderenti al movimento politico "i

Democratici" esprimono con

forza tutto il proprio disagio nel proseguire

l’impegno in una

organizzazione che hanno contribuito a creare e a

far crescere e della quale

apprezzano e condividono il progetto politico, ma

nella quale si verificano

comportamenti sia a livello nazionale che locale,

del tutto divergenti dai

principi ispiratori e dalle regole definite dalle

stesse persone che le

accantonano quando scomode.

Il comportamento ultimamente tenuto nei confronti

del senatore Di Pietro

sembra il naturale epilogo di una serie di errori

che hanno origine con la

scelta di persone inadeguate alle quali si sono

attribuite responsabilità

dirigenziali e seguito con l’emanazione di

sciagurate regole per lo

svolgimento dei congressi, che hanno consentito

irruzioni e razzie degne dei

peggiori partiti della prima Repubblica. Gli

errori sono poi proseguiti con

decisioni di vertice prive di verifica con la base

e con una concezione

della politica tutta romana che non lasciava

nessuno spazio alle iniziative

politiche della periferia, la quale sembra esser

stata considerata quasi

esclusivamente come uno strumento per portare a

Roma finanziamenti e

supporter mansueti ed obbedienti ai voleri dei

capi.

Tutto ciò ha comportato il silenzioso abbandono

del movimento da parte di

tante persone per bene, la progressiva perdita dei

valori che erano all’

origine dell’iniziativa politica e la

trasformazione del progetto politico

in slogan privi di qualunque credibilità.

Con la vicenda Di Pietro conclusasi con un

provvedimento di espulsione

assunto da parte di organi incompetenti,

sostituitisi surrettiziamente alla

Commissione di garanzia, si è poi toccato il

fondo. E’ infatti evidente che

un Movimento formato da diverse componenti non può

espellere uno dei

fondatori che, per di più, rappresenta almeno la

metà della base elettorale,

solo per un dissenso, sia pure espresso in modo

discutibile, basato peraltro

su considerazioni non certo peregrine. Questa è la

strada che porta alla

dissoluzione di un Movimento che ha suscitato

tanto entusiasmo e tante

speranze. Il motto "uniti per unire" non può

essere solo uno slogan del

tutto privo di riscontro nella realtà.

Per i suddetti motivi i sottoscritti rivolgono un

pressante ed accorato

appello alla attuale dirigenza nazionale de "i

Democratici" perché sappia

fare un passo indietro coinvolgendo nella gestione

anche esponenti di

valore, ancora presenti nelle file del movimento,

che non abbiano

responsabilità degli errori compiuti e siano

disponibili ad impegnarsi nel

rendere nuovamente credibile la originaria

proposta politica di Prodi, Di

Pietro, Orlando e Rutelli. E soprattutto perché si

riallacci il dialogo con

Antonio Di Pietro superando i motivi di contrasto,

con l’obiettivo del

rilancio dell’Ulivo per il superiore interesse

della democrazia italiana.

Rivolgono altresì un appello agli organismi

dirigenti locali,

provinciali e regionale, affinché vengano

accelerate le operazioni per il

congresso regionale e venga definita una bozza di

Statuto regionale, da

proporre all’approvazione del congresso, che

accentui il carattere

federativo dell’adesione al movimento nazionale,

con regole democratiche che

diano garanzie circa la non ripetizione degli

errori sin qui compiuti.

Affidano il presente appello al consigliere

regionale Carlo Dore perché lo

presenti e ne caldeggi l’accoglimento agli

organismi dirigenti nazionali e

locali del movimento "i Democratici".

Cagliari, 11 maggio 2000
Testo approvato dall’assemblea del Circolo di
Cagliari, via Pitzolo, 28 - in
data 11 maggio 2000 con 28 voti favorevoli e 4
astenuti.

Il segretario dell’Assemblea
(Sergio Ravaioli)


16 Maggio 2000 
Da: ing. Sergio M. Ravaioli Indirizzo: DEMOSAR
Oggetto: I: ti prego di pubblicare 
Data: Sunday, May 14, 2000 at 11:22:01 
PM Testo: Come da richiesta dell'estensore, inoltro il messaggio che segue, al quale rispomdo con altro, separato messaggio Cordialità Sergio Ravaioli **************************************************************************** -----Messaggio originale----- 
Da: Ada Chiara Marco Espa [mailto:assbamb@tin.it
Inviato: sabato 13 maggio 2000 20.59 A: ravas@poboxes.com 
Cc: i DEMOCRATICI 
Oggetto: I: ti prego di pubblicare caro Sergio e amici tutti del circolo, grazie per avermi trasmesso il documento. non voglio essere "pinnicoso", come diciamo a Cagliari, ma ti dico sinceramente: peccato! avete /abbiamo perso una prima occasione per poter riflettere insieme sul nostro futuro tutti uniti, di persone che condividono un comune senso di vedere la politica nuova legata a fatti di legalità e giustizia, uniti per unire, in un percorso che veda noi come protagonisti e non le decisioni che piovono dall'alto senza consultare il movimento locale. il vostro documento è praticamente tutto condivisibile , in particolare per me nell'accorato appello all'unità, una bellissima base per unire noi democratici sardi ad un percorso comune ed autonomo ma....... "......ma nella quale si verificano comportamenti sia a livello nazionale che locale...." .......questa parolina, LOCALE... esprime proprio, lasciatemelo dire, la voglia di sistemare i conti localmente, approfittare della crisi, altro che uniti per unire...... e quali sarebbero i comportamenti LOCALI del tutto divergenti dai principi ispiratori? quali sono i fatti?chi è responsabile LOCALMENTE di queste gravi colpe paragonabili all'espulsione di Antonio di Pietro? Antonio Biancu? l'esecutivo regionale? Giuseppe Macciotta? l'esecutivo provinciale? abbiamo la colpa di aver tenuto in vita il movimento in un momento di totale frattura tra Sassari e Cagliari? o parlate del gruppo consiliare, di Carlo, di Loddo, di Dettori, di Deiana? non ci vedo proprio paragoni..... (a meno che non vogliamo dire: tutti i dirigenti nazionali regionali provinciali sono uguali, sono della stessa razza, siamo noi gli unici bravi....beh, allora...:-)))) oppure non vi riferiate a quella persona che ha detto in un coordinamento regionale (mi hanno raccontato): chi se ne vuole andare via che se ne vada! queste persone sono moralmente già fuori del movimento, perchè vanno contro la nostra carta costitutiva, e non credo che era questo il bersaglio..... ma...ti sembra il momento di lanciare frecciatine? è il momento di unire tutte le persone (compresi dirigenti provvisori regionali e provinciali) che non sopportano i metodi dell'escludere chi è diverso da noi (molti amici sono arrivati dopo la costituzione dei democratici, tutte teste pensanti e non sono ne dipietristi ne parisiani, ma rifiutano a priori le risse e i comportamenti violenti) che comunque non vogliono mollare, unire chi pensa che la politica non si fa con molti soldi (purtoppo qualcuno di noi lo dice, fra poco qualcuno ritornerà a dire che le tangenti sono indispensabili...)ma con la forza dei programmi condivisi dalla gente, a lanciare l'appello accorato e del cuore all'unità, a fare i passi indietro che servono a riallacciare il dialogo, a rinnovare la classe dirigente di tutto il centrosinistra locale e nazionale, a radicarci di nuovo nella società civile e non nelle segreterie dei partiti. io queste cose nel vostro documento le vedo! ma quella parolina......LOCALE....non fa parte dello spirito di questo documento, sa di voglia di bisticciare! spero di essermi sbagliato e di aver capito male. questa è una prima impressione gettata li a caldo, poi se volete ci discutiamo su. 
un caro saluto Marco Espa aderente al primo circolo dei Democratici di Capoterra e anche membro dell'esecutivo provinciale di Cagliari 


 Martedì, 16 Maggio 2000
 Da: ing. Sergio M. Ravaioli Indirizzo: DEMOSAR Cc a: 
Oggetto: I: Locale versus Globale - Asinello o morte?!! 
Data: Tuesday, May 16, 2000 at 12:14:27 AM 
Testo: -----Messaggio originale----- 
Da: assbamb@tin.it [mailto:assbamb@tin.it
Inviato: lunedì 15 maggio 2000 11.30 
A: ravas@poboxes.com Oggetto: Re: Locale versus Globale - Asinello o morte?!! 
Carissimo, è chiaro che sembrano lettere private ma non lo sono. Innanzitutto una prima correzione, e ti prego, credimi, non è una tattica pci-pds...... c'è un equivoco....non mi passava minimamente per la testa di farvi una critica sul fatto che noi non c'eravamo.....mi sono, a quanto pare, spiegato male in italiano.... assolutamente non volevo dire quello che si è capito, e cioè che la decisione è stata presa senza di noi (comunque parlo esclusivamente a titolo personale, il coordinatore del nostro circolo è l'INDOMITO Gregorini)....sono per l'autonomia dei circoli , ci mancherebbe altro e sono molto contento che nel silenzio si è iniziato a discutere di cose importanti! quando dicevo che abbiamo perso un'occasione per discutere insieme tutti uniti, abbi pazienza e credimi, non pensavo fisicamente insieme ma intellettualmente su una base unitaria che per me rimane il vostro documento senza la parolina...LOCALE, anche se ora ho capito meglio il senso del documento del vostro circolo. rileggendo il mio testo ho capito che era scritto troppo di getto e che quello che si capisce......chiedo scusa per non essermi spiegato bene...! quindi tralascio altri commenti sulla prima parte della tua replica (comunque gradita, meglio parlare che stare zitti..). Sulla seconda: ti potrà sembrare strano, ma è la prima volta che vengo a sapere certe notizie.....non ho il dono del telefonino facile...e comunque non sono storicamente così radicato nel movimento da avere amici dappertutto. ma le notizie che dai sono importanti e sono convinto che anche altri non le sapevano....per questo, per quanto ti è possibile, bisogna aumentare la comunicazione pubblica e trasparente tra tutti, e questa lista può essere un buon canale! sulla dirigenza locale: io conto sulle persone che sono ben coscienti che siamo di fronte ad un momento grave, di perdita di senso del movimento. sulla sostanza del tuo appello: unità politica ed etica, non di bandiera? io sono pronto! davanti alle cose che stanno succedendo (tutte le forze del centrosinistra che parlano della scomparsa dell'ulivo, espulsioni ecc) bandiere e gagliardetti e fanfare sono....la nostra morte (o peggio: diventare un partitino...!) è molto duro far qualcosa anche per i referendum.... voglio resistere comunque alla tentazione di mollare tutto e tornare a casa. penso che una strada da percorrere sia quella di riniziare o continuare a fare le battaglie sulla strada, sulle cose concrete, spenderci per risolvere i problemi veri delle persone che ci stanno intorno , senza bandierine.... caro Sergio, ti saluto per adesso. con immutata stima ( e ti devo dire, dopo la tua lettera, anche con un po' di maggior entusiasmo)
Marco Espa


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