Il PUNTO


                                                                                                                         
di Roberto Bellarmino

 Le cifre della tornata elettorale ora dopo ora ci arrivano rovinosamente sulla cuticagna. Si certo, poi arriveranno i distinguo e le analisi più puntuali; resta il fatto che, per quanto la si rigiri, il risultato complessivo per il centrosinistra é stato deludente. Se lo schieramento che governa il paese, con risultati che all'estero più che in Italia sono stati apprezzati, porta a casa questi risultati é solare che qualcosa non ha funzionato. Posto che una riflessione dovrà essere fatta a luogo e tempo debito, mi limito in questa sede a porre all'attenzione solo un elemento troppo macroscopico per essere tralasciato e intorno al quale, senza ombra di dubbio si discuterà.

In questi mesi nel centrosinistra si é affrontato a tutti i livelli il problema leadership. Se sotto il profilo formale questa strana categoria di persone si elegge, é pur vero che sul piano sostanziale questa emerge spontaneamente col tempo. Anziché agire di conseguenza, alla strada maestra si é preferita la scorciatoia ritenendo che per accelerare la selezione sarebbe bastato scatenare lotte intestine tribali che avrebbero anticipato i tempi della selezione. Un po' il principio della pentola a pressione. Ma quali primarie! Molto meglio i conciliaboli notturni contornati dal fumo certi che bastasse mettere d'accordo un manipolo di capi-bastone poi tutti dietro a seguire.

Dobbiamo dirlo senza ipocrisia: con questo sistema si é reclutata una dirigenza spregiudicata, arrogante, piena di sé e delle proprie ambizioni ma povera di coerenza, contenuti e credibilità. Nessun linciaggio ma, per cortesia, certi figuri, se sprovvisti del buon gusto di fare un passo indietro, almeno non scatenino guerre civili perché – risultati alla mano – non vi é la disponibilità di alcuno a spendere la propria faccia per referenziare dei cialtroni.

In queste ore si succedono notizie di incontri e riunioni ad alto livello, sarebbe perfettamente inutile uscire da questo snodo con qualche furberia di piccolo cabotaggio: queste elezioni hanno dato una spinta inaspettata verso il bipolarismo per cui le rendite di nicchia, laddove esistano, sono più che altro dannose. Si vince o si perde insieme, come schieramento e si é insieme non quando i vertici raggiungono le loro intese ma quando si costruisce una proposta politica comune.

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