Tipo di azione: AZIONI INTEGRATE NEL
QUADRO Dl ACCORDI Di COOPERAZIONE CULTURALE, STRUTTURATE E POLIENNALI
DENOMINAZIONE DEL NOSTRO PROGETTO: L'EUROPA: UNA COMUNITA' SOLIDALE.
POPOLI E STRUTTURE PRODUTTIVE CULTURALMENTE IMPEGNATE NELLA REALIZZAZIONE
DI UN MODELLO SOCIO-ECONOMICO A CARATTERE SOLIDARISTICO COMUNITARIO
Presupposti del progetto:
La costruzione dell'Unione Europea e l'aggregazione
di un numero sempre maggiore di Stati oltre a favorire un interscambio
delle merci, delle persone e dei capitali tende a standardizzare usi
e consuetudini, processi di produzione ed istituzioni sociali su modelli
efficientisti basati su rapporti contrattualistici ed individualistici.
La coesione sociale si sfalda nella ricerca incessante e spesso eticamente
scorretta di un tornaconto personale parossistico. La perdita di potere
contrattuale collettivo fa si che si assista ad un progressivo degrado
delle fasce sociali deboli (minori, anziani, lavoratori dipendenti, inabili
e malati, ecc), che diventeranno sempre più deboli, a beneficio esclusivo
di una cerchia ristretta di operatori economici (non necessariamente i
migliori ma spesso i più spregiudicati) che avendo accesso privilegiato
alle informazioni condizionano i mercati aumentando sempre più la loro
ricchezza e condizionando sempre più la politica. All'emarginazione sociale,
che vede sempre più ampliarsi il proprio bacino di utenza, si affianca
l'emarginazione ¨culturale in quanto la forza di contrasto ad un "pensiero
Unico" tecnocratico e politicamente corretto si va sempre più affievolendo.
Le tensioni sociali aumentano, ingenerando conflittualità violenza e intolleranza.
Gli sbocchi sono imprevedibili quanto più ci si avvicina ai limiti di
rottura del dialogo sociale.
Lo sviluppo economico e industriale in Europa (entità
geografica poco circoscrivibile nel classico raggio dall'Atlantico agli
Urali, ma comunque individuabile in quelle regioni abitate da indoeuropei
di lingua greco-latina e religione tradilizionale e cristiana) si è articolato
entro diretttrici armoniose. La cultura, la religione e la tradizione
millenaria di tollerante ricerca di coesione civile tra popoli diversi
ma decisi a coabitare in un grande spazio europeo, hanno declinato l'economico
in funzione del politico. Le arti e le professioni erano salvaguardate
non nell'imprenditore ma nell'impresa, (fosse questa artigianale o industriale),
quale centro di un microcosmo di persone.
Le botteghe artigiane, tipicamente europee, erano ricettacolo di fermenti
di laboriosità ed ingegno, di modelli produttivi e di sistemi previdenziali
ed assistenziali.. Le Corportazioni salvaguardavano gli aderenti ma imponevano
doveri e comportamenti. L'apprendistato svolgeva funzioni essenziali di
scuola professionale e di vita. Apprendimento tecnico coniugato con la
cultura generale assimilata per induzione. La rivoluzione industriale
veniva interpretata attenuando, mitigando le ferre regole del mercato
dei fattori classici della produzione (capitale, lavoro e imprenditore)
con elementi di socialità da ricercare nella stessa impresa. Un iniziale
vincolo formale di subordinazione alla medesima azienda si trasformava
nel tempo in un legame solidaristico di sviluppo collettivo interno ed
esterno: l'orgoglio di appartanenza cementava il sodalizio, seppur subordinato
il lavoratore si sentiva coinvolto nel destino della propria azienda,
la stessa, di converso, si faceva interprete attiva dei bisogni sociali
dei propri dipendenti, (Solvay non era solo una fabbrica di bicarbonato
di sodio, era un modello sociale). L'impresa era una sintesi tra produzione
e qualità della vita: faceva cultura.
L'attività agricola in senso lato aveva nell'impresa rurale il proprio
pernio. Famiglie numerose allargate, villaggi rurali o montani, costituivano
delle microcomunità semi-autarchiche con compiti anche di tutela dell'ecosistema.
I cicli riproduttivi calibrati la difesa del suolo, la manutenzione erano
assicurati dagli stessi operatori agricoli. Ove il singolo o il gruppo
non aveva la forza di contenimento degli eventi o si interconnettevano
vari Gruppi, doveva intervenire il Pubblico con le grandi opere di bonifica,
canalizzazione, arginazione, comunicazione.
Ebbene su questi modelli di convivenza civile politica ed economica si
è sviluppata l'Europa. Non tutto si e svolto pacificamente e senza tensioni
ma certo tutti si sono sentiti partecipi del proprio destino, nel bene
come nel male.
Quello che stiamo notando è la progressiva ritirata di
questi modelli civici dal contesto europeo lasciando spazio o facendosi
fagogitare da un turbocapitalismo frenetico che isola l'individuo in un
rapporto) biunivoco persona-Stato, lavoratore-azienda, ove i rapporti
di forza sono dettati esclusivamente dal peso specifico economico degli
interlocutori. Inquinamenti, devastazioni, precarietà, povertà sono tutti
fenomeni "relativizzati" o in rilevazioni statistiche, spesso a campione,
o con altre realtà, poco correlabili. In presenza di fatti inoppugnabili,
basta alzare i tassi soglia (dell'inquinamento acustico, per esempio)
per rendere tutto "normalizzato". Il contrappeso è sempre rappresentato
dal miraggio del "benessere", declinazione moderna di un ben-avere consumistico,
da riservare ad una cerchia di persone che però, ironia della sorte, va
sempre più restringendosi.
In tale contesto i legami sociali si sgretolano, il "piccolo" si vede
sempre più catturato in grandi contenitori, l'isolamento economico si
accompagna all'isolamento culturale. Le persone si sommano in organismi
sovranazionali, ma non si uniscono da legami di appartenenza, di comunanza
di destini: ci si sente soffocati da presenze impersonali opprimenti verso
le quali c'è poca volontà di resistenza. Nell'Era ove si gioca solo per
vincere, a qualunque costo, le battaglie culturali hanno scarso attecchimento.
Ebbene noi vogliamo intraprendere questo processo di contenimento dell'invasione
economico-culturale produttivistico-efficientista e di rideclinazione
di modelli socio-economici che andiamo definendo solidaristico-comunitari
sulla scia della miglior tradizione europea.
LINEE GUIDA
Realizzazione di una rete permanente e strutturata di osservatori attivi
in Paesi membri, ed in Paesi che anelitano a far parte dell'Unione, per
una RIDEFINIZIONE di linee di tendenza in ambito economico, produttivo
e sociale strettamente connesse alle caratteristiche etiche, culturali,
religiose, tradizionali europee.
Oggetto di osservazione, analisi, proposta e discussione collettiva dovranno
essere:
- fermenti di ricerca di una identità economica dell'Europa;
- sviluppo della sensibilità comunitaria dell'impresa quale sintesi tra
esigenze produttive contemporanee, qualità della vita, dello spazio, del
tempo libero, delle relazioni interpersonali;
- promozione del lavoro come diritto e dovere sociale;
- modelli produttivi coinvolgenti e formativi, sia tecnologici che culturali;
- realizzazione di rapporti collaborativi di lavoro quale superamento
del classico rapporto di lavoro subordinati;
- struttura redistributiva nell'impresa e nella comunità,
- il reticolo interconettivo di legami solidaristici che spezzi il rapporto
individualistico contrattualistico tra istituzione e singolo; - rapporti
tra realtà produttive, comunità locali e società europea;
- promozione di iniziative produttive, formative, solidaristiche alle
quali fornire supporto culturale di indirizzo e tutoraggio; - ricerca
e valorizzazione di esperienze economiche solidaristico-comunitarie anche
attraverso la costituzione di ecomusei e la promozione di turismo culturale
da far gestire a categorie sociali deboli;
- stages presso aziende e comunità riservati a studenti, giovani, disoccupati
e anziani, per l'interscambio culturale tra i popoli europei.
Tale progetto si articolerà in prima istanza attraverso un lavoro intellettuale
di ricerca, elaborazione, traduzione di saggi, volumi, CD-rom, Convegni,
al quale sono chiamate a partecipare le organizzazione inizialmente coinvolte
nel progetto (Spagna,.Belgio, Italia e Finlandia) accanto a uomini di
cultura di Paesi europei terzi che al momento ci hanno dato il loro appoggio
(Rep. Ceca, Romania, Croazia) e dei Piccoli Stati europei (San Marino),
allo scopo di divulgare ad un pubblico ampio, sia in forma cartacea che
multimediale, la volontà, la capacità di progettualità, e la creatività
che intendiamo sviluppare, nel rispetto delle diversità e delle specificità.
Ciò renderà visibile, articolato, strutturato il lavoro di RIDEFINIZIONE,
fornirà supporto plastico per tutti coloro che, in seconda istanza, vorranno
trarre spunto da tali elaborazioni per attuare alcune iniziative definite
nel progetto, coinvolgendo gli stessi autori in un'opera di tutoraggio
internazionale. Alimentando una rete permanente di interscambio tra cultura
e realtà meglio si definiranno le aree di crisi e di successo ove il lavoro
del singolo implementa quello di tutta la comunità che partecipa, anche
idealmente, al progetto.
In questa mappatura delle realtà economico sociali europee si potranno
individuare aree o attività che per la loro pregnanza dimostrativa delle
tesi elaborate debbano costituire luogo di miglior valorizzazione collettiva,
di salvaguardia, mediante la realizzazione di ecomusei, oppure meta di
turismo culturale. Le stesse potranno essere oggetto di produzione audiovisiva
di ampia, ed efficace diffusione.
A latere del progetto viene bandito un Premio IDENTITA'
EUROPEA DEL LAVORO a cadenza biennale quale riconoscimento all'opera più
meritevole, espressa con qualsiasi mezzo, tendente a valorizzare quell'arte
o professione che possa aver sviluppo "a miinor tasso intrinseco di mercato".
Premesso che il lavoro e l'unico titolo legittimo di dominio su qualsiasi
mezzo di produzione e di scambio, inteso che tutti i cittadini europei
possono rendersi partecipi della vita comune in forma attiva con il proprio
lavoro;
configurato questo come labor (lavoro penoso ed oppressivo), opus (lavoro
creativo, ingegnoso) o otium (attività orientata verso la meditazione
creatrice), si desume che partecipare alla ricchezza collettiva con il
proprio lavoro e ricchezza individuale vuol significare una identificazione
collettiva in una comunità organica ed identitaria.
Inteso, poi il mercato quale luogo di incontro di domanda e offerta di
beni e servizi e riconosciuto che una forte segmentazione del processo
produttivo degli stessi tra molti agenti ha comportato un progressivo
intervento di "specialisti" che hanno reso il singolo sempre meno autonomo
e autosufficiente nell'espletamento delle proprie funzioni anche più elementari,
abbiamo definito l'attuale società DI MERCATO, elemento disgregatore di
identità, proprio per questa rete di vincoli di interscambio che è stata
creata.
Tutto ciò che tenderà ad un accorciamento della filiera produttiva, ridurrà
il bisogno di mercato, rigenerando il senso di identità lavorativa e collettiva.
Tale sforzo, a nostro avviso, deve essere premiato con un riconoscimento
a parte rispetto al progetto complessivo presentato.
Stefano Taddei
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