Il Convivio
Trimestrale di Poesia Arte e Cultura del circolo culturale “Il Convivio”
Via Pietramarina – Verzella   66        95012  Castiglione di Sicilia(CT)  Italia
Anno I     numero 3                          Ottobre - Dicembre 2000
Distribuzione gratuita
3

Critica

Alfonso Gatto:
poesia dorata e succulenta
di Dante Maffia

Alfonso Gatto è sempre stato uno dei poeti che ho letto con trepidazione. Conosco l’uomo, tenero, sognante e averlo conosciuto non ha fatto perdere nulla ai suoi versi, anzi li ha forse illuminati un po’, riflettendovi quel suo sguardo chiaro, di mare in inverno. È uscito in questi giorni un Oscar Mondadori con una scelta di poesie dal 1929 al 1969, quarant’anni di attività, cruciali per la letteratura italiana che si è trovata a più riprese a un bivio e ne è uscita sempre indenne da contaminazioni tendenziose. Gatto ha proseguito il suo cammino quasi indifferente alle sirene della moda. Un poeta non può distogliere la sua attenzione dal proprio mondo per aderire alle esteriorità. Lo ripete spesso e la prova è questo volume di cui Luigi Baldacci ha scritto una importante introduzione critica. Ma a me, rileggendo Gatto, è venuto in mente ciò che nel 1955 ha scritto Giuseppe Ungaretti: «Nessuna poesia è, più della sua, dorata, succulenta, e fragrante e naturale; nessuna è più della sua nutrita di sole». Eppure ogni suo verso è come se attraversasse la malinconia in estensione e profondità; anche le pause hanno qualcosa di triste e di lieto e sono elementi del canto in piena regola. Si è molto insistito su Gatto poeta-pittore, un po’ condizionati dall’attività di acquerellista e di critico d’arte del poeta e un po’ perché in effetti l’aggettivazione dei suoi versi si muove come un pennello magico. Si badi però che spesso i colori che accompagnano la descrizione di un paesaggio non sono quelli canonici e che spesso le attribuzioni sono dati di una condizione spirituale. Per esempio l’azzurro per Gatto non è sempre la striscia di mare o di cielo della sua Salerno, qualche volta è serenità, immersione nella felicità del vivere. Questo appare molto evidente nelle “Poesie d’amore”, tra le più intense e belle del nostro secolo, tra le più sottili e penetranti. Nelle poesie d’amore la sua natura si apre a ventaglio, la sua solarità si spiega senza riserve e di conseguenza i suoi versi acquistano freschezza e agilità, una musica densa e invitante. Sarà anche per questo che Gatto è stato definito romantico (passionalità persino esibita, mistero, impeto espressivo), ma è stato definito anche uno degli ultimi crepuscolari per come ha  saputo descrivere certi scorci della sua città, per come ha saputo ricostruire momenti suggestivi del suo passato attraverso ricordi nitidi e precisi. La verità è che Gatto non è definibile (tranne le sue prime esperienze legate per certi aspetti all’ermetismo) perché ha annodato il suo essere direttamente alla grande tradizione lirica italiana (Petrarca, Tasso, Metastasio, Pascoli, Di Giacomo) ed ha cercato esiti personalissimi che però restassero in qualche maniera nell’alveo antico. È per questo, forse, che molti non lo amano, specialmente coloro i quali guardano alla poesia come a un semplice esperimento linguistico fatto in laboratorio. Non si fraintenda però, la semplicità di Gatto non è soltanto frutto del suo dono, egli lavora sui versi come un dannato, scrivendo e riscrivendo, modificando, trasformando. Non è mai contento dei suoi versi, avverte che potrebbero avere scatti in più, maggiori risonanze. Questo delle risonanze è un pensiero che segue Gatto da sempre, direi. Ma non si tratta di risonanze scaturenti dalla memoria poetica, egli parla di risonanze che devono arrivare dai sentimenti, dagli eventi, dai rapporti umani. Soltanto in questo senso il canto ne può guadagnare in autenticità, in scatti lirici pregni di energia vitale, di sole, d’aria, di luce.   Questo Oscar Mondadori ci dà un’idea abbastanza completa dell’opera di Gatto, che andrebbe letto ormai senza i pregiudizi della «povertà» milanese o del «grigiore» come qualità essenziali per essere poeti. Gatto è mediterraneo in pienezza di vocali e di sillabe; i colori fanno festa alle sue parole, la frenesia sta dentro i suoi settenari, i suoi endecasillabi, gli ottonari, e quando il suo dettato scivola inavvertitamente in quel vago e suggestivo surrealismo, ancora una volta  tutto mediterraneo, ci si può rendere conto che egli non è mai disgiunto dai versi, ma corpo e anima sono lì, ostia consacrata per comunicare con l’universo: «Le mamme pesanti e buone d’un tempo / una sera rimasero sedute / sul muretto del campo. / E divennero mute, di un’altra età, / pingui e rosee come il mare».


 

 

 

 

Ritratto di Alfonso Gatto di Serena Maffia

 

 

Primo Premio Internazionale
di Poesia e Arti Figurative
“Il Convivio” 2001
 
L’Associazione Culturale “Il Convivio”, bandisce il primo premio internazionale di poesia, prosa e arti figurative. Possono partecipare poeti e artisti di ogni nazionalità nelle loro lingue, inviando gli elaborati in quadruplice copia, di cui una con generalità:
1) Una Poesia a tema libero (inedita).
2) Una Silloge di poesie inedita (da 30 a 60 poesie) o un Poema inedito dai 1000 ai 2000 versi.
3) Un Racconto di massimo 5 pagine (inedito).
4) Una Pittura o Scultura (è sufficiente una foto).
5) Poesia, pittura, racconto di ragazzi fino 18 anni.
Scadenza: 31 maggio 2001.
Premiazione: agosto 2001.
Premi: coppe, targhe, diplomi e pubblicazione sulla rivista  “Il Convivio” e su sito Internet.
Premi speciali vengono assegnati alle poesie che presentano una novità metrica (inviare articolo teorico esplicativo), per la carriera (inviare curriculum), per la composizione più innovativa sotto l’aspetto artistico (inviare articolo critico).
È gradito un libero contributo da versare sul Conto Corrente Postale n. 12939971 intestato a Conti Vincenza, Via Pietramarina–Verzella  66    95012  Castiglione di Sicilia (CT)  Italia, alla quale vanno anche inviati gli elaborati.
Per ulteriori informazioni scrivere o telefonare alla Redazione de “Il Convivio”, Tel 0942-989025.

 

Il Convivio
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