Bell 47G della Graupner

di Enrico Mitrano

E' il modello che in molti abbiamo acquistato («amore a prima vista») colpiti dalle sue piccole dimensioni, dalla sua bel­la riproduzione e dal basso costo (motore compreso: buona tradizione Graupner, ma solo e chissà perché per alcuni modelli!), ed è per questo che ve lo ripropongo.

I dati tecnici sommariamente sono:

Diametro rotore: 955 mm
Diametro ruotino anticoppia: 228 mm
Lunghezza fuori tutto: 1230 mm
Peso: 2150-2650 gr.
Motore: HB 25 H (cc3: 4.08)
Rapporto motore-rotore: 9.64/1
Rapporto rotore principale-ruotino anticoppia: 1/2.5.
Come dicevo pocanzi il lato estetico ha influito molto sulla nostra scelta che, nel caso di chi è principiante, si è rivelata non troppo oculata.
Infatti il modello, seppur costruito nella sua originalità con criteri molto razionali e di facile realizzazione, rivela (essendo materiale plastico) una facilità di rottura dei pezzi componenti tutta la struttura portante, soprattutto se il modello viene usato a scopo di scuola pilotaggio. Contrariamente un «manico» già pratico ne esalta le qualità volatili pur essendo un modello a passo del rotore «fisso».

Andando a scrutare la meccanica vera e propria (motore, trasmissione e rotore) rimaniamo colpiti dalla semplicità e dalla resistenza al logorio dei pezzi usati: troviamo infatti il piccolo ma robusto motore HB 25 H, munito di testata ad ampia dissipazione di calore, il pistone con fascia elastica (la prima serie di questo motore ne era sprovvisto con conseguenti rischi di grippaggio), la marmitta silenziata ed il carburatore di facile regolazione. Una ventola fissata sul basamento della frizione facilita in un certo qual modo il raffreddamento (ma non alla perfezione!).
Il motore stesso è avvitato su piastra di alluminio a sua volta incassata tra le paratie laterali e frontali dell'ossatura. La carburazione è molto semplice da regolare sia per il minimo che per il massimo: ma attenzione... il motore è capovolto per cui la camera di scoppio tende a riempirsi con miscela aspirata per effetto dei giri impressi dallo starter in fase di avviamento. Occorre quindi togliere la candela e spurgare tale accumulo; riavvitata la candela ripetere l'operazione di avviamento mantenendo poco gas e aumentarlo sin tanto che il motore regga un certo numero di giri; un consiglio: nella scatola di montaggio o meglio nelle istruzioni non figura l'applicazione di un filtro miscela, ebbene, procuratevelo e applicatelo (lo spacchetto dell'ugello del carburatore è talmente fino che una minima impurità della miscela tende a chiuderlo con conseguente «perdita di pazienza»).

Gli organi di trasmissione si evidenziano nella campana della frizione solidale ad un albero che oltre a imperniare l'ingranaggio conico che trasmette il movimento alla corona in naylon del rotore principale, tramite un giunto si collega all'asta di rinvio dei giri al ruotino di coda. Questo albero, come dicevo, ruota entro due boccole che sono fissate alla plancia inferiore; l'asta di rinvio del moto all'elichetta anticoppia scorre nel classico tubo di teflon rivestito di tubo d'alluminio (che completa la struttura a traliccio del troncone di coda insieme ad altri due tubi, sempre di alluminio, di cui uno pieno ed un'altro nel quale scorre il filo di acciaio intrecciato che comanda il movimento di variazione del passo dell'elica anticoppia.

Sommariamente possono affermare che la costruzione è la più semplice e meno laboriosa di tutti i modelli oggi in commercio, oltretutto la scatola è fornita di spiegazioni con vistose fotografie, disegni e traduzioni in italiano.

La verniciatura è minima, la manutenzione è poca e non si deve stare a controllare nè il peso baricentrico delle pale né l'incidenza di esse (salvo che per quelle del ruotino di coda dove l'incidenza va controllata in fase dinamica ancorchè l'elicottero tenda a girare su se stesso; non dimentichiamo però che già nelle istruzioni viene indicato di dare un incidenza di circa l2°-l4°). Le pale del rotore principale infatti, hanno un profilo concavo convesso e sono sempre in materiale plastico per­fettamente uguali l'una all'altra (salvo, ovviamente, per il verso di attacco al rotore che in una pala è sinistro e nell'altra è destro).

Sostanzialmente, ripeto, è un bel modello anche se l'unico neo di Casa Graupner è dato dall'uso esclusivo di radiocomandi Graupner il che crea una perdita di tempo qualora si vogliano usare radiocomandi di altre marche (peraltro ben applicabili!).

I ricambi sono ben numerati e reperibili in breve tempo dietro ordinazione presso un qualsiasi negozio di modellismo.

Due parole sul volo: dopo un breve rodaggio al motore, consistente nell'averlo fatto girare senza sforzo per due o tre serbatoi effettuati, controllare la carburazione secondo le modalità descritte nelle istruzioni quindi correggere, se necessario, l'incidenza del ruotino di coda e procedere al volo. Pur sembrando, durante le prove di volo, un «giocattolino», in volo non ci abbandona, risultando a mio parere più sicuro in presenza di una certa intensità di vento.

Concludendo, il Beh 47 può essere dotato di galleggianti per rendere più morbidi gli atterraggi o semplicemente per renderlo più verosimile applicando anche le luci di posizione. Questi accessori, opportunamente numerati sono richiesti come ricambi.



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