Bell Jet Ranger Kavan

di Enrico Mitrano

Come il piccolo Bell 47 G ha suscitato molto interesse presso noi modellisti, altrettanto lo ha fatto il BELL JET RANGER di progetto e produzione di un altro genio tedesco: Franz Kavan.
Le sue notevoli dimensioni, l'affidabilità dei materiali impiegati nel Kit, le doti di volo e la razionalità del sistema costruttivo, lo hanno visto, fino a poco tempo fa, fra i migliori modelli in commercio.
Migliore infatti da un punto di vista della riproduzione (ovviamente corredato da optional quali luci di posizione, cruscotto, pilotini, ecc.) per la cura con cui la stessa fusoliera (portante) è eseguita (vetri incastonati con guarnizione, finte prese d'aria e divisione della fusoliera secondo le linee che demarcano porte, portelli e cofani>.
Migliore perché il gruppo propulsore (motore, frizione, e riduzione primaria e secondaria) è montato entro un castello costituito da alluminio e plastica situato all'interno della fusoliera con gommini silentiblock.

Assistiamo infatti dal 1974, con questo modello, all'inizio dell'evoluzione delle fusoliere portanti che culmina oggi con lo Star Ranger Heim.

Per renderci conto meglio approfondiamo l'argomento in questione dando un'occhiata al kit meccanico che comprende tutto il materiale necessario al castello motore, all'albero del rotore principale, al mozzo rotore principale, al gruppo ruotino di coda, ai leveraggi, agli assi di trasmissione, viti ecc..

Il materiale necessario alla fusoliera riguarda la stessa, in fibra di vetro, i compensati per le ordinate e per i piani interni sia orizzontali che verticali relativi al cassetto centrale del vano motore, e gli stabilizzatori sia verticali che orizzontali del troncone di coda (in legno di balsa).
Nulla di più completo, ed in più dettagliata e ricca rivista di foto per le istruzioni al montaggio di tutto (meccanica e fusoliera) e alla centratura sia statica che dinamica delle parti rotanti e del modello finito. La perfezione con la quale i progettisti della Kavan hanno eseguito questo modello di elicottero, e, come ci viene presentato in scatola di montaggio, toglie tutti i dubbi sui particolari costruttivi e non necessita di arbitrarie modifiche che anzi potrebbero compromettere il buon funzionamento del modello.

Dando un'occhiata al gruppo di controllo vediamo che i servocomandi fissi sul basamento del coperchio superiore della fusoliera (anticoppia e collettivo) e gli altri tre (motore e ciclico) che sono applicati su una piastra di alluminio incernierata per cui il movimento collettivo determinato dal servocomando posto sulla parte fissa muove, in modo eguale e senza sforzi, i comandi del ciclico: con questo sistema il motore principale (come nei veri elicotteri) è controllato direttamente anziché essere asservito.
Per le pale, che sono in legno di faggio e balsa, sarà usato lo stesso trattamento di pesa e di copertura che viene adottato per gli altri modelli, dopo di che, una volta montate sul mozzo rotore si provvede alla prima centratura come ben dimostrano le istruzioni, attraverso gli appositi registri contenuti nel kit.
In seguito, a modello finito, provvederemo alle solite prove di centraggio dinamico, e, non discostandoci dalle istruzioni, eseguiremo le dovute correzioni con risultati veramente soddisfacenti.

Non mi dilungo su queste prove perché credo che ormai siano il pane quotidiano di tutti noi che ci interessiamo a questa categoria. Mi soffermo piuttosto sui difetti presentati dal kit che seppur minimi hanno la loro importanza.
Tali difetti riguardano solo l'ossatura interna alla fusoliera che é eseguita in compensato assai fragile per cui è bene sostituire tale legname con compensato di betulla a più strati ed il ruotino di coda che montando un alberino a due sezioni (una interna ai cuscinetti ed una esterna su cui scorre il cilindro che manovra il passo dell'elica) tende a piegarsi, nel punto di passaggio da sezione piccola a grande, al minimo impatto se non addirittura con la rotazione stessa del ruotino in cui le pale non siano state ben equilibrate. In una edizione posteriore al 1974 questi difetti sono comunque stati già corretti in sede di fabbricazione.

Per quanto riguarda l'assemblaggio esso può dividersi in due settori:
1) taglio, montaggio e finitura della fusoliera.
2) montaggio parti meccaniche e loro applicazione alla fusoliera.

L'anello di congiunzione fra queste due lavorazioni principali è costituito da quelle operazioni che mirano alla sistemazione definitiva delle parti rotanti (propulsore, rotore, ecc.) e dei sistemi di controllo e comando (leveraggi, installazione radiocomando, optionals).
Considerando che la maggior parte dei pezzi meccanici è preordinata dalla scatola di montaggio e che, attenendoci alle istruzioni ed usando il motore indicato (Super Tigre G 60 F1), non si incontrano problemi di rilievo. L'unica viva raccomandazione che vorrei fare, forse perché mi sembra non sia stata menzionata nell'opuscolo del kit, riguarda i rinforzi da applicare, con poliestere e strisce di lana di vetro, in quelle parti che oggettivamente sono soggette a sforzi e vibrazioni maggiori (scatola vano motore, ordinate e diaframma del pavimento interno, castello di fissaggio rotore principale, ordinata di appoggio del gruppo ruotino di coda). Non dimentichiamo come buona norma, l'applicazione di collante LOP su tutte le viti (all'infuori di dove vengano usati dadi autobloccanti) previa sgrassatura e pulitura delle stesse.
Altrettanta attenzione deve essere posta nel praticare il foro di presa d'aria per raffreddamento. Questa operazione va eseguita col motore montato nel suo apposito vano tenendo come centro il cono dell'albero del motore. Da questo, infatti, con un compasso tracciamo la circonferenza che sarà di circa 4 mm più larga del diametro della ventola di raffreddamento. Utile, alfine di convogliare meglio l'aria aspirata e rigettata tramite questa apertura, è l'applicazione, lungo la circonferenza interna del foro, di una strisciolina di compensato da 0,8 mm rinforzata sempre con lana di vetro, controllando che non venga urtata dalla rotazione della ventola o della cinghia di trasmissione, specie in fase di messa in moto, quando il motore, fissato con tutto il gruppo sui gommini ammortizzatori e sotto la spinta dell'avviatore, tende ad avere un'oscillazione considerevole.

Il gruppo rotore, ben dettagliato nelle istruzioni, si avvale di montaggio tramite viti ed incollaggi. Occorre per questi ultimi riporre molta attenzione allorquando si debbano bloccare rondelle, cuscinetti od aste che a loro volta asservano a movimenti o rotazioni e per cui potrebbero rimanere involontariamente incollati.

Un particolare: nel disegno allegato al kit, in scala 1:1 è indicato di montare gli impennaggi orizzontali sul troncone di coda in modo che possano muoversi. Questo movimento, come del resto nei veri elicotteri, genera un aumento o una diminuzione dell'incidenza di questi impennaggi sul piano orizzontale, che si concretizza, abbinando il movimento al piatto ciclico, in un'azione stabilizzante la fusoliera in concomitanza di volo traslato nella direzione avanti-indietro. Parlando ora del Jet Ranger come qualità di volo, si ha subito l'impressione di far volare un elicottero vero.

Una fusoliera ben verniciata, semmai riproducente un velivolo militare (Polizia, Carabinieri, Esercito), il fischio delle pale in rotazione e la sua stessa mole lo rendono estremamente verosimile. Con grande entusiasmo è ammirato dal pubblico nel suo volo tranquillo e per niente infastidito da presenza di vento, anche di notevole intensità.

Il modello può essere completato con l'inserimento del giroscopio il che migliora considerevolmente le prestazioni di volo, specie nelle piccole manovre di spostamento in hovering.

Sostanzialmente, dalla mia esperienza, non posso dirvi di più, ma dopo aver visto un filmato di un pilota di casa Kavan (Manfred Heid) mi sono reso conto di quante evoluzioni (manico permettendo!!!) il Jet Ranger riesce ad eseguire (looping, tonneau, volo rovescio ecc.). Ciò conferma la validità, di questo modello, anche a distanza di 20 anni dal suo debutto e lo pone come simbolo degli Elicotteri R.C. nel mondo.



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