Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem

[Questo comune scorcio sulle origini dell'Arte è riunito in sintesi senza approfondire i vari panorami per non confondere con date, nomi, varianti, ecc. i lettori]. Fu nel quarto sec. Nel bel mezzo della lotta implacabile dichiarata dal Cristianesimo contro i pagani, che fiorì l’alchimia. Zosimo di Panopoli, ( scrittore dell’epoca ), prese le difese dell’arte. Zosimo dichiarò che la dottrina dei metalli, delle pietre preziose e degli aromi risalivano all’epoca della Genesi con una velata allusione a: <<I figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle…>>. I misteriosi figli di Dio sarebbero stati gli angeli decaduti che si sarebbero uniti con le donne dell’era antidiluviana, ( si dovrebbe soffermarci sugli angeli decaduti per la loro importanza consultando l'apocrifo di Enoch e un testo Gnostico l'apocrifo greco del ritorno al Pleroma di T.CHRISOGONOS " USERkAF " ). L’arte, perciò in sostanza si può certamente definire una costante del nostro mondo ed oltre; senza dubbio il più grande alchimista di tutti i tempi e’ stato il nostro patriarca Adamo il quale apprese tutti i segreti dell’arte da Raziel, ri-velandoli, ( dopo la cacciata dall'eden ) alla sua progenie, trovando in SETH il suo depositario eguagliandolo in compiacenza con l’Altissimo, e l'angelo Raziel apparve anche a lui. Ora non e’ indispensabile saper tutti i dettagli delle “ origini ”, o degli alchimisti nei secoli, anche se rimangono culturalmente affascinanti e sempre utili come formazione, ma e' indispensabile conoscere la < Magia > e un Maestro che la insegni, perciò implica lo studio in scuole preposte a questi misteri, mettendo a disposizione testi di occultisti validi e testi interni, in scala gerarchica o di grado.

( Essendo arte secreta, dobbiamo limitare in essoteriche le riflessioni riportate in seguito per vincolo di silenzio )

Ora trattiamo l’Arte

Del numero delle materie che compongono il magistero
L’opera deve farsi con la sola terra mercuriale, senza miscuglio d’altra cosa. ( Eliphas Levi )
Il sole e’ suo padre, la luna e’ sua madre. Il vento l’ha portato nel suo ventre. ( Ermete )

In termini di filosofia ermetica, la materia prima, e' il soggetto sul quale si esercita questa Scienza pratica; I filosofi l'hanno chiamata con i più svariati ( ma pertinenti ) nomi, e' un quinto elemento, una quinta essenza, innata in tutte le cose viventi, essa costituisce il sale o la pietra filosofica, [ tu sei pietra e su questa pietra edificherò il mio regno ]: con questa materia si prepara il nostro mercurio e il nostro zolfo, per questo e' designata anche con questi due nomi. I veri filosofi si conoscono dalla materia che adoperano per il magistero, ricorda che per comporre il nostro mercurio, zolfo e sale, non servono ( come sostengono altri ) diverse materie o di differenti nature, la natura della materia è sempre la stessa ma nell'arco del magistero prende colori differenti ( si cuoce ) ma mantenendo sempre la sua singolare natura, e non bisogna <mai> amalgamarci differente sostanze; e come dice il Levi sulla sua chiave non deve essere mischiata con altra cosa. ( Riflessione retta e indicativa : è ovvio che l'opera è di " Natura Divina ", e la materia è preposta per realizzare codesta " Natura ", ora tutta la natura è sottoposta ai cicli, cioè a dei tempi precisi, così è anche per l'Opera e coloro che abbinano un tipo di miscela alla materia credendo di aver trovato una fantomatica " scorciatoia " per ridurre i < tempi > non sono alchimisti ma semplici " soffiatori " stando completamente allo scuro di cosa accade alla " Materia " e soprattutto al nostro " Sale " quando essi vengono penetrati dai pianeti, specialmente in principio dove la luna gioca un ruolo importantissimo e la nostra Materia è ancora volgare.

Delle Operazioni
Il nostro magistero si fa con una sola cosa, per una sola via e mediante una stessa operazione. ( Lilium )
Sappiate che tutte le operazioni consistono nella sola sublimazione, che si fa in un solo vaso, non in parecchi, e in un sol forno. ( Arnaldo da Villanova )
Le operazioni, nel magistero per il Lilium si compie di una sola cosa, per una sola via e mediante una stessa operazione, Villanova si esprime in stesso modo e anche il Flamel; Di fatto una e' l'operazione, che si rinnova in cicli ogni volta con saggezza, in base al movimento degli astri, ora non bisogna farci trarre in inganno, perché con unica operazione la maggior parte dei savi stanno a indicare saggiamente il piccolo arcano, che e' l'operazione per antonomasia dalla quale espressione scaturiscono le sublimazioni, che sono le operazioni dell'operazione
Del vaso
Non abbiamo bisogno che di un solo vaso, di un fornello e di una sola operazione. ( Flamel )
Il vaso deve essere rotondo, con un collo lungo, un orificio stretto, l’apertura sarà suggellata. ( Bacone )

Per i filosofi le vase e' il recipiente nel quale si dispone in vari strati la materia dell'opera, molti filosofi ne distinguono due, l'uno che contiene, e l'altro che e' contenuto e che contiene a sua volta, tali designano come vaso che contiene la grotta dove si estrae la materia, poi intendono la distinzione anche di tre vasi i quali si racchiudono in base alle operazioni, con all'esterno l' atanor che mantiene il fuoco a giusti regimi; non bisogna confondere il vaso con il fornello, che e' quello su cui poggia il vaso e cuoce il suo contenuto; noi distinguiamo l'opera a due vasi e a un vaso, differente in modo ma uguale in essenza e il vaso o atanor come contenitore della nostra materia.

Del fuoco
Tutte le volte che la pietra cambierà di colore, aumenterete il fuoco a poco a poco, fino a che tutto rimanga fisso nel fondo. ( Isacco l’Olandese )

I filosofi lo distinguono in vari tipi, fuoco elementare, naturale, di sabbia, di limatura, il fuoco dei savi, il fuoco filosofico ecc. ecc. ecc. Ma il sapiente si preoccupa soltanto dell'accensione che si ha sotto l'ariete e di mantenere il regime appropriato, mediante un fuoco dolce ma penetrante che riesce a lavare la materia, o meglio purifica il nostro mercurio non lasciando nessuna cenere nel fondo del vaso, badando bene a non esporre il suddetto preparato a un regime di fuoco troppo alto il quale brucerebbe la materia prima rendendola inutilizzabile, Filalete scrive: < chi conoscerà il regime sarà onorato dai principi e dai grandi della terra > aggiungendo: < noi non vi nascondiamo nient'altro che il regime >. Non bisogna bruciare la materia, mai; molti alchimisti hanno fallito proprio per la mancanza di considerazione del valore di questo elemento.

Del tempo
Il tempo richiesto per la perfezione dell'elixir e' almeno di un anno. ( Rosario )

Sembra che i filosofi non siano tutti d'accordo tra loro sulla durata delle operazioni richieste per giungere alla fine dell'opera ermetica, gli uni dicono necessari anni, chi mesi e chi giorni, prendono ognuno uno dei vari aspetti simbolici del calendario, anche per il numero di anni, ecc, ci sono delle controversie, da un anno passando attraverso la dozzina per arrivare al dodicesimo, da uno a tre, sette, diciotto mesi; R. Lullo ne indica quindici, per i giorni, i ricorrenti quaranta, e di più svariati, e tralasciando la cornice per arrivare a questi tempi; Ricordandosi sempre il giusto regime; rivolti verso il Dio dei romani Giano, << si rammenti che esiste un mercurio " tipico o volgare e uno filosofico " i quali si affacciano nei due periodi del solstizio e cambiano le corna in base al sole ascendente o discendente >> i tempi ideali sono, uno, tre, sette, dodici con le moltiplicazioni dove gli anni si riducono in mesi, e la proiezione che alcuni filosofi sostengono prima delle moltiplicazioni ed altri dopo, e son distinte tra di loro e fuori opera come il primo separando " o separatio ".

Dei colori
Quando il calore agisce sull'umidità', produce dapprima la nerezza, poi la bianchezza, da tale bianchezza esce il colore giallo limone, e da questo il rosso. ( Arnaldo da Villanova )
Dopo quaranta giorni che la materia e' stata messa a calore lento e mediocre, essa diventerà nera come la pece. ( Alano )

I savi vagliano i colori che sopraggiungono alla materia dell'opera come chiavi dell'arte e come indizi certi della verità e bontà della materia stessa e del buon regime del fuoco, i filosofi ne enumerano di diversi, ma tutti concordano i tre principali, il nero, il bianco e il rosso, che non sono quelli del magistero, ma quelli che penetrano il sale fissandolo.

 IL CALENDARIO LITURGICO SEGRETO: IL GRANDE ARCANO
Ricordiamo che Eliphas Levi ne <<La Chiave dei Grandi Misteri>>, così esprime il Grande Arcano della Magia e dell'Alchimia: <<Semita XXXI vocatur Intelligentia perpetua>>... <<quia illa ducit Solem et Lunam et reliquas stellas unum quodque in orbe suo, et impertit omnibus creatis, juxta dispositionen ad signa et figuras>>. Pur nella sua costante riservatezza, il padre dell'Occultismo contemporaneo ci fa dunque chiaramente comprendere che il <<Grande Arcano>> ha natura astronomica, sembrando consistere in una dottrina generale dei tempi, giorni ed ore, in cui va compiuta ciascuna operazione, relativamente allo scopo che si vuole ottenere, e cioè al grado che l'Artefice si prepara immediatamente a conseguire; una dottrina dunque di calendariia liturgico gerarchicamente graduato. Un complesso calendario, differenziato per ciascun grado dell'Ascesi Ermetica: esso si presenta con un aspetto ai primi gradi dell'Opera (Piccolo Magistero), per diventare poi di un altro aspetto al Grande Magistero, dove incontriamo i due triangoli intrecciati nel Nodo di Salomone, noto in alchimia come <<Figura della Crisopeia>> nel cattolicesimo come <<Monogramma di Maria>> e in Massoneria come squadra e compasso. In tutte queste Tradizioni, la Figura esprime sempre lo stesso concetto: il rapporto degli astri i quali si equilibrano a vicenda. Infine, al culmine dell'Opus, il Calendario è caldissimo nelle Moltiplicazioni.
CONTINUA.