Confraternita; società, associazione, di fedeli o devoti eretta per l’esercizio di pratiche religiose opere di pietà e carità e ( non di meno ) per onorare un mistero od un Santo, e anche avente per scopo l’incremento del culto pubblico. I membri non producono voti ne’vivono in comune, sono costituite con erezione canonica in una chiesa con formale decreto dell’autorità’ ecclesiasticha che sola le può modificare o sopprimere. Per le origini le controversie non mancano, perdendosi nella solita note dei tempi, c’e’ chi sostiene la loro presenza sin dal popolo eletto citate anche nelle “scritture”, per poi continuare con i gentiles, greci e romani, l’abate Piazza sostiene che nell’epoca più remota del cristianesimo furono istituite al tempo degli apostoli, continuate nelle persecuzioni, praticate nei “sagri cimiterij” o catacombe, che furono pare le prime chiese, venendo “cosi’ sembra assodato” che dopo il 313 venissero regolarmente istituite sotto Costantino; di tali sodalizi si trovano tracce già nel 8° secolo in Francia fino ad arrivare al concilio di Trento che le pose sotto la vigilanza dei vescovi che v’introdussero “logicamente” il clero, e le dotarono di speciali privilegi, soppresse nel periodo della Rivoluzione francese, quando risorsero, furono sottoposte a limiti giuridici e considerate come associazioni di fedeli a scopo religioso o come istituzioni di beneficenza. Oggi sono sottoposte alle disposizioni del codice di diritto canonico ( c. 707- 719 ). Dalla massa comune delle confraternite si distinguono le "arciconfraternite" che hanno il diritto di aggregarsi altre associazioni della stessa specie; per i mormoni sono dichiarate tali per la dignità delle persone che le compongono e degli uffici che esercitano, e ancora per la nobiltà della loro origine e dei privilegi concessigli. In Italia gli enti morali furono sottoposte con legislazione all'autorità' del potere civile, poi modificato con il concordato che disponeva non fossero più soggette a ulteriori trasformazioni nei fini, e di dipendere dall'autorità ecclesiastica per quanto riguarda il funzionamento e l'amministrazione. La Rivelazione nel nostro paese avrà un ruolo determinante nell'ambito socio-politico e non di meno socio-culturale. Sin dai tempi di S. Pietro, Pontefice indiscusso, il quale posò la prima pietra materialmente simbolica, ma spiritualmente concreta a Roma ( dove venne seppellito sul colle Vaticano ), diede inizio al "culto" più determinante del mondo, di li continuò con S. Lino di Volterra, martire ( 67-76 ), S. Cleto, romano, martire ( 88-97 ), S Clemente1° , romano, martire, ( 88-97 ) primo dei padri apostolici, e come sostiene Irnerio conobbe personalmente S. Pietro e S Paolo, e via di seguito sin alla fine dei tempi.

Elenco delle Confraternite di Roma

1.Arciconfraternita dell'Adorazione Notturna del SS.mo Sacramento.Via della Pigna 13A
2.Arciconfraternita degli Amanti di Gesù e Maria al Calvario (detta della Via Crucis).Via Leccosa 75
3.Arciconfraternita di Carità verso i Trapassati al Verano.Via della Pigna 13
4.Arciconfraternita dei Cocchieri (in S.Tommaso in Cenci).Via del Progresso
5.Arciconfraternita della Dottrina Cristiana (in S.Maria del Pianto).Via dei Calderari 29
6.Arciconfraternita di Gesù Nazareno.Via dei Barbieri 22

7.Arciconfraternita del Gonfalone.Vicolo del Gonfalone

8.Arciconfraternita di MariaSS.ma assunta in cielo delle Anime Purganti.Via Monterone 75

9.Arciconfraternita di Maria SS.ma del Buon Consiglio.Via del Buon Consiglio 19

10.Arciconfraternita di Maria SS.ma del Carmine alle Tre Cannelle.Via del Carmine 4

11.Arciconfraternita di N.S. di Lourdes.Piazza Capranica 72

12.Arciconfraternita della Natività di N.S.Gesù Cristo e degli Agonizzanti.Piazza Pasquino

13.Arciconfraternita della Passione.Piazza S.Giovanni in Laterano

14.Arciconfraternita del Preziosissimo Sangue di N.S.Gesù Cristo.Via Francesco Crispi

15.Arciconfraternita di S.Antonio da Padova.Via del Teatro di Marcello 46

16.Arciconfraternita del S.Bambino,Via Aurelia 476

17.Arciconfraternita di S.Caterina da Siena dei Senesi.Via Monserrato 1

18.Arciconfraternita di S.Emidio (in S.Margherita di Antiochia in Trastevere).Piazza S.Apollonia 14

19.Arciconfraternita di S.Giovanni Decollato dei Fiorentini.Via S.Giovanni Decollato 22

20.Arciconfraternita di S. Giuseppe dei Falegnami.Clivio Argentario 1

21.Arciconfraternita di S.Gregorio Magno dei Muratori.Via Leccosa 74

22.Arciconfraternita di S.Maria della Divina Provvidenza (in Ss.Carlo e Biagio ai Catinari).Piazza B.Cairoli 117

23.Arciconfraternita di S.Maria della Quercia dei Macellai.Piazza sella Quercia 27

24.Arciconfraternita di S.Maria dell'Orazione e Morte.Lungotevere dei Tebaldi 12

25.Arciconfraternita di S.Maria dell'Orto.Via Anicia 10

26.Arciconfraternita di S.Maria Odigitria dei Siciliani.Via del Tritone 82

27.Arciconfraternita di S.Omobono (detta dei Maestri Sarti).Vico Jugario

28.Arciconfraternita di S.Rocco.Largo S.Rocco 1

29.Arciconfraternita di S.Spirito e S.Michele Arcangelo.Lungotevere Vaticano 1

30.Arciconfraternita dei Ss.Ambrogio e Carlo della Nazione Lombarda.Via del Corso 437

31.Arciconfraternita dei Ss.Angeli Custodi.Via sella Pigna 13

32.Arciconfraternita dei Ss.Bartolomeo ed Alessandro dei Bergamaschi.Via si Pietra 70

33.Arciconfraternita dei S.Benedetto e Scolastica dei Norcini a Roma.Vicolo Sinibaldi 1

34.Arciconfraternita dei Ss.Giovanni Evangelista e Petronio dei Bolognesi.Via del Mascherone 61

35.Arciconfraternita della SS.ma Annunziata dei Cuochi e Pasticcieri (in S.Maria in Grottapinta).Via di Grottapinta

36.Arciconfraternita della SS.ma Trinità dei Pellegrini.Via dei Pettinari 36A

37.Arciconfraternita della SS.ma Vergine Maria del Suffragio.Via Giulia 59A

38.Arciconfraternita delle SS.me Stimmate di S.Francesco.Via sei Cestari 21

39.Arciconfraternita del SS.mo Crocifisso (in S.Marcello al Corso).Piazza dell'Oratorio 68

40.Arciconfraternita del SS.mo Cuore di Gesù (detta dei Sacconi Bianchi in S.Teodoro al Palatino). Via Marsala 42

41.Arciconfraternita del SS.mo Nome di Maria (in S.Bernardo al Foro Traiano).Piazza del Foro Traiano 89

42.Arciconfraternita del SS.mo Sacramento dei Vascellari.Pia Poli

43.Arciconfraternita del SS.mo Sacramento della Basilica Lateranense.Piazza S.Giovanni in Laterano 4

44.Arciconfraternita del SS.mo Sacramento, del SS.mo Nome di 1 e dei Ss.Celso e Giuliano.Via Acciaioli 2

45.Arciconfraternita del SS.mo Sacramento di Maria SS.ma Assunta di S.Gregorio Taumaturgo (in S.Maria dei Miracoli).Via del Corso 5

46.Arciconfraternita del SS.mo Sacramento di Maria della Cinti dei Ss.Martiri Trifone, Respicio e Ninfa di S.Camillo de Lellis Casale S.Pio v 20

47.Arciconfraternita del SS.mo Sacramento e Congregazione di M.SS.ma della Neve (in S.Salvatore in Campo).Via S.Salvatore in campo 42

48.Arciconfraternita del SS.mo Sacramento e dei Ss.Andrea Apostolo e Francesco di Paola alle Fratte e della Madonna del Divino Amore.Vicolo del Divino Amore 2

49.Arciconfraternita del SS.mo Sacramento e della Regina dei Ma Maria SS.ma Addolorata (in S.Tommaso in Parione).Via Parione

50.Arciconfraternita del SS.mo Sacramento e delle Cinque Piaghi N.S. Gesù Cristo (in S.Lorenzo in Damaso). Piazza sella Cancelleria 1

51.Arciconfraternita del SS.mo Sacramento e Maria del Carmine (Trastevere). Largo S.Giovanni se Matha 9

52.Arciconfraternita del SS.mo Sacramento in S.Lorenzo in Lucina.Via in Lucina 16A

53.Arciconfraternita del SS.mo Sacramento in S.Maria in Via.Piazza Poli

54.Arciconfraternita del SS.mo Sacramento in S.Eustachio.S.Eustachio

55.Confraternita dell'Abito della B.V.Addolorata (in S.Giuliana Falconieri).Via sei Quattro Venti

56.Confraternita dell'Agonia di Nostro Signore nell'Orto (in S.Nicola dai Prefetti).Via sei Prefetti 34

57.Confraternita delle Cinque Piaghe di N.S. Gesù Cristo (in S. Filippo a via Giulia).Via sei Baullari 144

58.Confraternita dei Devoti di Gesù al Calvario (detta dei Sacconi Rossi in S.Bartolomeo all'Isola) Piazza S.Bartolomeo 20

59.Confraternita del Divino Amore e Ss.Gaetano e Andrea Avellino (in S. Andrea della Valle). Piazza Visoni 1

60.Confraternita di Maria SS.ma Addolorata e Anime Sante del purgatorio (nel cimitero di S.Maria in Trastevere).Via sella Paglia 14

61.Confraternita della Riparazione Notturna.Via G.G.Belli 31

62.Confraternita del Sacro Cuore (in S.Cuore a Ponte Mammolo).Via Casal de' Pazzi 88

63.Confraternita di S.Anna dei Parafrenieri (in S. Caterina della Rota).Via S.Girolamo della Carità 80

64.Confraternita di S.Antonio da Padova (in S.Maria dell'Olivo).Via Rubellia 26

65.Confraternita di S.Eligio dei Ferrari.Via S.Giovanni Decollato 9

66.Confraternita di S.Giovanni Battista dei Genovesi.Via Anicia 12

67.Confraternita di S.Margherita da Cortona (in S.Simeone).Via della Lungaretta 91

68.Confraternita del SS.mo Rosario (in S.Eusebio).Piazza Vittorio Emanuele II 12 A.

69.Confraternita del SS.mo Sacramento (in S.Giuseppe al Trionfale).Via B.Telesio 4B

70.Confraternita del SS.mo Sacramento (in S.Maria delle Grazie).Piazza S.Maria delle Grazie 1

71.Confraternita del SS.mo Sacramento (in S. Maria Janua Coeli).Via Cornelia 89

72.Confraternita del SS.mo Sacramento, di S.Maria del Buon Aiuto e dei Ss.Benedetto e Bernardo (in S.Maria del Buon Aiuto).Piazza S.Croce in Gerusalemme

73.Confraternita del SS.mo Sacramento, di S.Maria del Carmine, di S.Guseppe e di S.Eurosia (in S. Maria del Carmine).Via del Casaletto 691

74.Confraternita del SS.mo Sacramento ed Anime Sante (in S.Francesco d'Assisi a Monte Mario).Piazza Monte Gaudio 8

75.Confraternita del SS.mo Sacramento e Maria SS.ma della Neve al Colosseo.Via del Colosseo 18

76.Confraternita del SS.mo Sacramento in S.Maria in Trastevere.Via della Paglia 14c

77.Pio sodalizio dei Piceni in S.Salvatore in Lauro (già Arciconfraternita della S.Casa di Loreto dei Piceni).Piazza S.Salvatore in Lauro 15

78.Sodalizio Abruzzesi San Camillo de Lellis.Via S.Costanza 7

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Da S.Bonaventura a S.Leonardo

La quercia più annosa, nella selva magna e multicolore delle confraternite romane, sembra esser quella del Gonfalone, istituita nel 1263 da S.Bonaventura, dopo un'altra eretta a Santa Lucia di Marino. Approvata da Clemente vi nel 1265 col nome di compagnia dei Raccomandati alla SS.Vergine, si distinse nei tumulti seguiti alla morte di Rienzi. Contrastando ai baroni, i confratri fecero eleggere, come governatore del Campidoglio, Giovanni Cerrone. Allora venne alla società il nome odierno; infatti, sotto la sua insegna Roma era, o sembrava, risorta a libertà. Il sodalizio possedé chiese e spedali, e dal 1585 procurò anche il riscatto dei sudditi papali schiavi degli infedeli. In gara col Gonfalone per primato di vetustà è S.Spirito in Sassia, che si dice approvata da Innocenzo sito (1198), e che per più tempo ebbe in custodia il Volto Santo. E pure assai antica l'altra del SS.Salvatore ad Sancta Sanctorum, la prima eretta in arciconfraternita. Francesco Fulvio istituì l'anno 1368 quella di S.Bernardo. Al 1378 risale S.Anna «de' Parafrenieri del Pontefice, de' Cardinali, degli Ambasciatori e dei Prencipi, nonché dei Servitori de' Prelati e de' Cavalieri romani», al 1460 l'Annunziata, intorno al 1465 la Concezione a S.Lorenzo in Damaso, al 1481 il Rosario a S. Maria sopra Minerva, al 1488 la Misericordia a S.Giovanni Decollato, al 1499 i Ss.Rocco e Martino a Ripetta.Tuttavia, il secol d'oro delle confraternite doveva esser quello della Controriforma, il Cinquecento. Giulio de Medici fonda-va la famosa compagnia della Carità a S. Girolamo, altri quelle del Sacramento alla Traspontina (poi a Scossacavalli), alla Minerva, a S.Pietro, a S.Trifone, del Crocifisso a S.Marcello, degli Orfani a S.Maria in Aquiro. Il Divino Amore, che tanto influsso ebbe nella beneficenza, S.Gregorio dei Muratori e la Pietà dei Carcerati, S.Giuliano sul monte Giordano e le Stimate, i Dodici Apostoli ed il Suffragio, la Trinità del Pellegrini e l'Orazione e Morte, il Salvatore e tante altre, nacquero anch'esse — spesso per virtù di santi come Ignazio di Loiola o Filippo Neri — nel secolo xvI, più frequentemente dopo il Tridentino. Neppure il secolo seguente si portò male. Alla sua prima metà appartengono confraternite caratteristiche come i Falegnami, gli Agonizzanti, gli Angeli Cutstodi, la Madonna della Neve. Al suo declinare vediamo quella delle Anime più bisognose del Purgatorio e — nella liberazione di Vienna — il Nome di Maria. Il Settecento, invece, non può dirsi molto fecondo. Ecco il S.Cuore di Gesù o i Sacconi (1729), che s'inginocchiano allorché odono bestemmiare; gli Amanti di Gesù e Maria (1749) che, con Leonardo da Porto Maurizio, celebrano nell'Anfiteatro il viaggio della Croce; i Sacconi Rossi o Devoti di Gesù Cristo al Calvario e di M.SS. Addolorata in sollievo dei defunti, istituiti pel pio esercizio della Via Crucis da Giov. Antonio e Michele Scolari e da Gius. Denzi (1760). Ma la lista non finirebbe più, irta di date e di nomi, se volessimo registrarle tutte, queste devote unioni. C'erano, numerosissime, quelle nazionali per le colonie non romane: citeremo le quattrocentesche Pietà del Fiorentini, S.Ambrogio — cui dopo venne aggiunto S.Carlo — della nazione lombarda; le cinquecentesche S.Bartolomeo ed Alessandro dei Bergamaschi, SS. Sudario dei Piemontesi. Non mancò neppure, durante il Seicento, la confraternita dei Ciechi, Zoppi e Stroppiati della Visitatione di Maria SS. nel Venerabil Spedale dei Mendicanti di S. Sisto... Arrivati qui ci corre l'obbligo di far le scuse con qualche altro centinaio di istituzioni congeneri — come sarebbe a dire gli incurabili, il Portico, le Grazie, la Consolazione, la Cintura, ecc. — delle quali non è il nome che ci sfugge, ma la possibilità di segnarlo in queste tenui carte.

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Confraternite ed «Università»

Molta parte, in tale abbondante fioritura di divote congreghe, ebbero le corporazioni d'arte e mestieri, chiamate a Roma «Università». Questi organismi erano nell'Urbe ben numerosi. A cominciare in ordine alfabetico, dagli Acquafrescari, Caffettieri, Spacciatori di spirito di vino et intero corpo alli medesimi unito, Confetturieri et loro spacciatori per finire con i Vignaroli, o sia Padroni, Affittuari et Mezaroli di vigne, se ne conta-vano almeno centodieci. Religiosissimi, questi enti persuadevano naturalmente ai loro sodali le pratiche pie. Quasi tutti avevano una chiesa — spesso costruita a proprie spese — o almeno una cappella od oracolo. Sorse così, a lato di ciascuna università, ma distinta dal corpo artigiano, la confraternita, per sopperire al culto e all'assistenza degli infermi: ad essa era demandata l'amministrazione dei beni della chiesa. E a volte, in un tempio stesso erano ospitate parecchie corporazioni di genere affine; allora, il sodalizio reli­gioso era comune a tutte. Così l'arciconfraternita di S.Maria dell'Orto veniva reclutata ai suoi bei tempi — ché bene o male vive ancora — nel seno delle dodici università che avevano sede in quella bella chiesa trasteverina. Erano mercanti e sensali di Ripa, ortolani, vignaroli, fruttivendoli, pollaroli, scarpinelli, pizzicagnoli, e salumari, molinari, maccaronari, ed inoltre giovani (lavoranti) delle ultime tre arti. Sembra che un tempo vi fossero anche marinari, legnaroli, vaccari e misuratori di grano. Eretta da Alessandro vI, promossa ad arciconfraternita da Sisto v, essa aveva una gerarchia numerosissima. I più recenti statuti (card. Rivarola, 1842) la stabiliscono così: Il Dignitario, cardinal protettore, prelato con titolo di vicario — Gli officiali di prim'ordine: 1) sei guardiani, dei quali due governatori del coro (scelti tra i Mercanti e gli Ortolani), due fabbriceri (Piz­zicaroli, Vermicellari, Maccaronari), due sopraintendenti al-l'esigenza, computisteria, archivio (Molinari, Fruttaroli e Li­monari); il guardiano spettante ai Pizzicaroli, camerlengo di diritto, 2) un pro-governatore del coro. Gli officiali di second'ordine: due sindaci, due infermieri, due pacieri, due provveditori di chiesa e dei morti, due maestri di novizi, due deputati alle doti, un archivista. — La fratellanza comune. — Il Ministero: un sacerdote sacrestano approvato dall'Ordinario per le confessioni, sei sacerdoti cappellani, un procuratore. «Legale probo, onesto ed abile, di Regola Curiale Rotale, ido-neo perciò a rappresentare personalmente l'arciconfraternita avanti qualunque giudice e Tribunale»; un segretario che «dovrà essere sempre un pubblico Notaro», un computista salariato, un esattore con cauzione, un pubblico architetto. — Gli inservienti: un chierico, due mandatari. «Non permetta l'Altissimo che nella nostra fratellanza — continuano gli statuti — sianvi per pubblica fama Bestemmiatori, Concubinarj, Usuraj, Giocatori, Violatori del Precetto Pasquale, o di mala vita». Costoro non potevano essere eletti guardiani: se erano in carica, dovevano rimuoversi dopo tre ammonizioni di monsignor vicario. Gli Statuti non lasciano nulla di inesplorato e concludono descrivendo minutamente l'abito: «Ogni Fratello farà uso dell'abito di tela color torchino non trasparente chiuso in forma di Camice con maniche lunghe e larghe, sopra di cui dalla parte sinistra vi sarà l'immagine di S.Maria dell'Orto in carta miniata attaccata con piccola trina d'oro in giro, come di simile color torchino sarà il Cordone di capicciola per cingere il Sacco con semplice fiocco scendente ai piedi. «Non sarà permesso a qualunque officiale di primo o second'Ordine usare un abito distinto da quello degli altri Fratelli, o altro qualunque segno di distinzione. «Quando i Fratelli anderanno a capo scoperto di cappuccio dovranno portar il consueto collarelli che usano il collare ecclesiastico. «Nessuno potrà indossare il Sacco, se non avrà scarpe con fibbie, e sia decentemente vestito». La confraternita di S.Eligio dei Ferrari comprendeva anch'essa tredici università, ramificazioni del tronco principale, l'universitas artis fabrorum ferrariorum, che nel 1690 si deno minavano: Manescalchi; Morsari; Armaroli, cioè Lanciari, Spadari, Cortellinari et Archibugieri; Calderari; Arte Grossa, cioè Ferravecchi, Staderari, Ferracocchi, Artefici d'istrumenti d'agricoltura, Artefici e proprietari di Ferriere; Chiavari et Brachierari; Ottonari, Fonditori, et Indoratori di Metalli; Orologiari da Torre et Macchinisti; Chiodaroli a foco; Arrota-tori et Prestaferri; Stagnari, Lanternari et tutti quelli che lavorano Stagno, Piombo, Ferro stagnato e Latta

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Le Pricissioni

Costituivano, forse, le manifestazioni più tipiche con cui s'applicava la pietà dei nostri fratelloni: parate fastose, nelle quali potevano metter in mostra il loro amore al bel canto et alla liturgia della Chiesa, ostentare insegne, vesti, labari variopinti; sfogare, insomma, quello spirito di corpo che era un po' il loro pregio e nello stesso tempo il loro vizio capitale. E di processioni, solenni interminabili fragorose assordanti, Roma poteva ai bei tempi delle confraternite vantarne a dozzine. Da quella solennissima fra tutte, del Corpusdommine sulla piazza di S.Pietro, ch'è un pio ricordo, alla pricissione der Carmine in Trestevere, sopravvissuta, che ancor oggi rispecchia l'ardore e la fede d'un urione intero. Pure solenne era la processione che soleva farsi dalla arciconfraternita di S.Anna il dì 26 luglio, festa della santa. 11 giorno 24 verso l'Avemaria si faceva il trasporto dell'immagine dalla sua chiesa in Borgo Pio a quella più prossima all'abitazione del Cardinal Decano Protettore per meno di quattro parafrenieri pontifici ed altri quattro che l'accompagnavano con torce. Il giorno 25, poi, moveva la processione dalla suddetta chiesa e si tornava in quella di Borgo Pio passando per il ponte S.Angelo, dove veniva salutata dal cannoni di Castello. Adesso le processioni non sono forse meno frequenti sotto l'almo sole di Roma. Soltanto, non ci appaiono più così romane come quelle che vedevano gli occhi dei nostri nonni, e nei canti, nell'ordine, in cento piccole o grandi cose recano eviden­ti segni d'esotismo. Ma in quelle d'allora, tutto era riposante e risonante armonia di colori e di note. C'entrava ogni età e condizione. La grazia dell'infanzia, con le «ammantate, vestite tutte de bianco cor velo, la cannela, l'occhi bbassi»; con le crature, trasformate in Sant'Antonii, in San Luviggetti, in San Giovannini. Le fraterie procedevano compunte sotto gli sternardini, ma il trionfo era riservato alle confraternite. Ed eccelli i nipoti di Romolo e di Scipio, nascondendo l'epa maestosa sotto i camici immacolati, inceder fieramente con le torce in mano; i mannatari brandire le mazze dorate con l'insegne della congrega; e i maggiorenti, anch'essi muniti di mazze, dar segno di sosta strillando: Avemmaria... Venivano innanzi, diritti nel cielo, i neri Crocifissi col drappo ad arco intorno alle braccia superiori della croce, e s'ammiravano i tronchi ponderosi «fatti de fronne e d'ogni fiore raro, / con un serpe de rose intorcinone». Facevano vela al ponentino gli stendardi eccelsi, con le aste infisse nel bicchierino d'ottone, posti in equilibrio da quattro funi: le ventole, il garbetto e 1'arzata avvenivano quando il por­tatore, sfilava l'asta e se la portava di un colpo sulla palma, tenendola equilibrata sinché gli davano il cambio. Su questi stendardi erano effigiati a colori vivaci i titolari e tutelari della congrega, tra stemmi ed iscrizioni svariate. L'armamentario processionale si completava con le basiliche, padiglioni semiaperti a liste bicolori, con i tintinnabuli radopulsanti e — quanto alle confraternite — con i lanternoni posti in cima a grosse aste e spesso scolpiti con tanta maestria dal venire attribuiti a G.L. Bernini. «In Roma — scriveva giustamente l'acido Milizia — tutto quel che si crede buono si crede di Michelangelo, di Raffaello, del Bernini: il volgo vuole onorare i valentuomini e non sa onorarli». Se volessimo riuscire completi, dovremmo parlare ancora delle macchine, su cui poggiava il simulacro della Vergine o del santo che si portava in processione: complicati e macchinosi edifici ambulanti ai quali sono succedute costruzioni di men superba altezza; dir qualche cosa della passata che qualche giorno innanzi facevano per le vie del rione tamburini e mandatari, dei lochi (posti o sedie), degli apparati, delle luminarie, delle musiche a cui spesso si sposavano i colpi delle pacifiche artiglierie pontificie. Bisognerà, piuttosto, accennare agli inconvenienti cui le processioni davano luogo: questioni di precedenza e di preminenza, o gare nel portare il tronco. Era, questo, arnese così importante che quando il papa lo vietò nel 1834, ci fu chi si lamentò che la processione, tolto tronco e stendardo, non valesse più nulla. Rilievo irriverente, ma che il Belli colse senza dubbio sulle labbra del buon popolo romano. Né solo pel tronco sorgevano gare. Il poeta ha questo sonetto su «La compagnia de' Vascellari», famosa per la processione dei bucaletti:   <<< Si ccaso mai, sor faccia de pangiallo, I'arreggèmo noi puro er bardacchino. Ch'edè? nun zemo indeggni de portallo? E vvoi chi ssete? er fio der re Ppipino? Nun t'aricordi ppiù, bbrutto vassallo, de quelli scarponacci da bburrino, quanno a le mano sce tenevi er callo e maggnavi a ppagnott'e ccortellino? Oggi che cc'è er Zantissimo indisposto, potressi armanco usà pprudenza, e a cqaelli che sso pprima de tè, ccedeje er posto. Er bardacchino tocca a li Fratelli de Segreta...>>>    Con tuttociò, è doveroso rilevare che questi tipici contrasti non erano poi tanti, né tanto cruenti come è piaciuto di descri­verli alla musa dialettale più moderna.