CHIEDIAMO
LA PROTEZIONE INTERNAZIONALE PER IL POPOLO PALESTINESE
In questa lettera :
Ebbene Si', cooperanti premiati
Manifestazione on line
Insediamento di Abu Gheim
Appello all'ONU
Da un lettore
Varie
Fa piacere ricevere notizie del genere e ringraziamo gli organizzatori per il
riconoscimento. Dedichiamo il premio ai bambini, alle donne e agli uomini di Palestina di
cui vorremmo raccontare sempre di piu' sperando che un giorno possano vivere liberi e in
pace nella loro terra.
dal sito Vita nonprofit online :
Il Mosaico della Solidarietà: 1 premio 1000 iniziative
di Redazione (redazione@vita.it) - 23/03/2001
Da Sabato 24 marzo un mosaico di inziative. Lunedi 26, a Milano, il "Premio giornalistico
il Mosaico della Solidarietà 2001". Le ong e il settimanale Vita premiano l'informazione
Nell'ambito delle iniziative del MOSAICO della SOLIDARIETA', lunedi 26 marzo 2001, a
Milano presso lo Spazio Sironi - Palazzo dell'informazione (p.zza Covour, 2) cosegnerà gli
attestati del "Premio giornalistico il Mosaico della Solidarietà 2001" realizzato in
collaborazione con il settimanale "VITA".
Della Giuria, oltre a rappresentanti delle Organizzazioni Non Governative della Lombardia,
hanno fatto parte: il direttore editoriale di "VITA - non profit magazine" Riccardo
Bonacina; il Presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia Franco Abruzzo; il
Direttore dell'Istituto per la formazione al giornalismo, Gigi Speroni. Le iniziative del
" Mosaico della Solidarietà" sono realizzate con il contributo della Regione Lombardia e
il Patrocinio della Provincia e del Comune di Milano. ....................
La Giuria del Premio Giornalistico "IL Mosaico della Solidarietà":
conferisce il premio, nella sezione INIZIATIVE SPECIALI alla
LETTERA dei Cooperanti italiani della Palestina
Per essersi proposti come fonte alternativa di informazione pubblicando, dallo scorso
novembre 2000, una lettera quotidiana di aggiornamento sulle vicende in corso in
Palestina; per aver parallelamente attivato un sito che oltre a raccogliere le stesse
informazioni fornisce ulteriori approfondimenti; perché con impegno e convinzione cercano
di raccontare "ciò che vedono e ciò che sentono" direttamente sul terreno, impegnati in
una preziosa opera di controinformazione.
RICORDIAMO
26 marzo - manifestazione on line per il diritto all'informazione
27 marzo - sit in sotto sede RAI di Roma.
Coordinamento Romano " Io donna vado in Palestina" - Donne in genere -Donne in Nero Roma-
Forum Donne Rifondazione Comunista
APPELLO - lunedì 26 marzo manifestazione telematica per il diritto all'informazione su
quanto realmente accade in Palestina e in Israele - Per aderire inviare il giorno 26 marzo
2001 ai direttori dei TG RAI il
testo proposto (lo riportiamo in http://web.tiscalinet.it/intifada2000/ ) o propri
messaggi per il rispetto del diritto all'informazione. TG1 Albiano Longhi a.longhi@rai.it
TG2 Clemente Mimunmimun@rai.it
TG3 Antonio Rizzo Nervoa.rizzonervo@rai.it
Ogni messaggio va anche inviato all'e-mail:l.morgantini@flashnet.it per seguire il
riscontro dell'iniziativa.
Per il giorno 27 marzo sit-in alle ore 17.30 presso la RAI di fronte al cancello N.1 Saxa
Rubra Roma
Dagli organizzatori il testo per il 26 marzo che avevamo promesso di mettere sul sito ma
ci sono problemi tecnici:
CONFLITTO ISRAELO/PALESTINESE, NON NEGATECI IL DIRITTO ALL'INFORMAZIONE
Al direttore del TG Rai 1 Albino Longhi
Al direttore del TG Rai 2 Clemente Mimun
Al direttore del TG Rai 3 Giuseppe Rizzo Nervo
Egregio Direttore,
non è più tollerabile continuare a vedere ed ascoltare servizi sul
conflitto israeliano-palestinese che sistematicamente forniscono un'informazione
distorta ed approssimativa sui fatti che stanno realmente accadendo in
Medio Oriente. E' sufficiente leggere le notizie dell'Agenzia di stampa Reuters
o gli articoli del quotidiano israeliano Haaretz per rendersi conto che
state realizzando la più completa e totale disinformazione.
Gli inviati a Gerusalemme hanno il dovere professionale ed etico di
visitare i luoghi, informarsi su ciò che realmente accade, documentare con immagini
le attuali condizioni di vita di 3 milioni di civili palestinesi.
Non interessa ai telespettatori sapere che le campagne di vaccinazione per
le/i bambine/i palestinesi sono completamente paralizzate perché i 90
blocchi realizzati dall'esercito israeliano in Cisgiordania impediscono
materialmente l'accesso ai servizi sanitari?
Che sono 65.000 le persone che attualmente non possono uscire da Ramallah
e 160.000 che non possono rientrare.
Che il 70% della popolazione palestinese è impossibilitata a raggiungere
gli ospedali che oggi, a causa dell'occupazione militare israeliana, 1 milione di
persone vive con meno di 2 dollari al giorno.
Che sono state colpite dai razzi 773 case, di cui 180 completamente
distrutte.
Che 11.000 chilometri quadrati di terreni sono stati disboscati e
distrutti, 25.000 alberi di olivo e di frutta sradicati.
Che il 7 Marzo in piena notte l'esercito israeliano ha distrutto una
parte dell'unica strada che collega l'Università di Birzeit con Ramallah,
scavando trincee e distruggendo l'unica strada di collegamento tra Ramallah, il
villaggio di Birzeit e altri 33 villaggi.
Che in questi ultimi mesi 44 giornalisti sono stati colpiti da armi da
fuoco.
Che 395 palestinesi sono morti - 14.000 feriti.
Che il 46 % dei morti non sono stati uccisi durante scontri e
manifestazioni.
Tutto ciò avviene nel pieno disprezzo di tutte le regole di comportamento
verso la popolazione civile, in contravvenzione alle leggi internazionali
e in particolare alla IV Convenzione di Ginevra.
Queste e mille altre notizie ce le ha fornite la Reuters e per i vostri
inviati dovrebbe essere altrettanto facile venirne a conoscenza.
Le immagini di repertorio ed i servizi quotidianamente realizzati senza
spostarsi di un centimetro da Gerusalemme non sono più tollerabili.
Contribuiscono fortemente a che nulla venga messo in atto perché i più
elementari diritti umani del Popolo Palestinese vengano rispettati, non
aiutano a capire quali le condizioni indispensabili per la realizzazione
di una pace giusta tra Palestinesi ed Israeliani.
In attesa di una sua risposta e di un suo immediato intervento per
ristabilire il DIRITTO ALL'INFORMAZIONE, distinti saluti.
Ognun@ la invia a nome suo o dell'associazione o gruppo
"La municipalita' di Gerusalemme ha approvato la costruzione di altre 3000 abitazioni
nell' insediamento israeliano di Abu Gheim ( Har Homa in ebraico)." - L'insediamento e'
situato a sud di Gerusalemme, a fianco della strada verso Betlemme. L'insediamento e' gia'
chiaramente visibile sulla cima della collina con i suoi palazzoni. La sua costruzione e'
iniziata con Netanyahu e continuata con Barak con un piano di costruzione di oltre 6.000
abitazioni. La posizione dell'insediamento e' tale da inserire un ulteriore blocco ai
movimenti dei palestinesi tra il sud e il nord. Mentre si chiede ai palestinesi di cessare
le "violenze", come si dovrebbe chiamare questo ennesimo atto contrario alle norme
internazionali ed anche agli impegni israeliani di bloccare gli insediamenti ?
Appello urgente ai membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
Cessi l'occupazione israeliana e venga inviata una forza internazionale di
protezione per i palestinesi.
Domenica 12 Marzo 2001 le forze di occupazione israeliane hanno cominciato
ad attuare un piano chiamato "Cento giorni". Questo piano prevede
l'imposizione di una completa chiusura della Cisgiordania e di Gaza, è stato
elaborato durante il governo Barak, ma di recente è stato ratificato dal
nuovo governo di Ariel Sharon. Secondo quanto previsto 90 blocchi militari
si aggiungeranno (a quelli esistenti N.d.TR.) per rinforzare l'assedio
israeliano delle aree palestinesi, isolando campi profughi e villaggi dalle
principali città e dividendo la Cisgiordania e Gaza in sei settori isolati.
Con queste misure il governo di Sharon si muove decisamente verso
un'escalation della crisi che potrebbe portare l'intera regione sull'orlo di
una guerra.
Il governo di Israele mira chiaramente a soffocare la popolazione
palestinese e a distruggerne le basi economiche e le infrastrutture. Queste
misure repressive enfatizzano l'intransigenza israeliana e la negazione dei
legittimi diritti dei palestinesi.
Il Palestinian Council for Justice and Peace (PCJP) vuole sottolineare le
gravi conseguenze della politica oppressiva di Israele contro la popolazione
palestinese. Presagiamo inoltre distruttive conseguenze dell'assedio
israeliano sugli aspetti economici, sociali ed umani della vita dei
palestinesi.
L'attuale situazione nella quale si trovano a vivere i palestinesi è
intollerabile. La prolungata sofferenza che risulta dalle misure repressive
israeliane alimenterà odio e inimicizia che potranno a loro volta
intrappolare la regione in un ciclo di violenza senza fine.
Nonostante Israele stia occupando la Cisgiordania e Gaza dal 1967 le Nazioni
Unite e il Consiglio di Sicurezza non sono riuscite a mettere in pratica le
Risoluzioni 242 e 238 che pretendono un totale ritiro israeliano dai
Territori Occupati Palestinesi, inclusa Gerusalemme.
Alla luce del persistente rifiuto israeliano di onorare gli accordi
internazionali firmati con l'OLP, e per la mancanza di un'efficace e serio
sforzo internazionale per spingere Israele a ritirarsi dai Territori
Palestinesi occupati nel 1967, noi attribuiamo a voi la responsabilità di
fare in modo che Israele sia obbligato a rispettare i suoi impegni
internazionali.
Il PCJP fa appello a tutti coloro che vogliono la pace nel mondo affinché
intervengano immediatamente e pongano fine alle misure repressive
israeliane. Inoltre richiediamo l'immediato intervento dell'Unione Europea e
dei cinque stati, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni
Unite, affinché si dia protezione alla popolazione palestinese attraverso
l'intervento di forze internazionali.
La presenza di queste forze dovrebbe avere lo scopo di creare l'atmosfera
necessaria per riprendere i negoziati. Allo stesso tempo queste forze
potrebbero giocare un ruolo significativo per la salvaguardia di qualsiasi
accordo di pace che venisse raggiunto con lo stato di Israele nel futuro.
Contattate
- Members of the Security Council:
http://www.un.org/documents/scinfo.htm
- Permanent Missions to the UN: http://www.un.int/index-en/e-mail.html
Nota: i nomi degli stati membri del consiglio di sicurezza delle Nazioni
Unite si trovano al primo indirizzo internet. I loro indirizzi e-mail si
possono trovare attraverso il secondo indirizzo internet.
The Palestinian Council for Justice and Peace
14 Marzo 2001
Riceviamo :
Sono uno degli iscritti alla Vs. lista, e settimana scorsa ero a
Gerusalemme.
Venerdì 16 ho superato il divieto delle autorità israeliane che limitano ai
soli arabi l'ingresso alla Moschea Al Aqsa: istruito da Giovanna ho appreso
a memoria la prima Sura del Corano e, dopo essere stato respinto da un
primo controllo, ho potuto accedere alla moschea superando il controllo
della polizia israeliana, dopo aver recitato il Corano e dopo il controllo
di un "collaboratore" arabo degli israeliani. (NdR :per precisare,crediamo che fosse un
palestinese addetto alla sicurezza nominato dal WAQF e non un collaborazionista). Il
divieto mi è parso così
assurdo e inaccettabile (mentre davanti al muro del pianto recitano anche
personaggi col mitra in spalla) ed una ennesima vessazione e violazione dei
diritti umani: prima dell'Intifada l'accesso al più importante tempio di
Gerusalemme era libero a tutti ...
Ciao
Rolando
La nostra piena solidarieta' ai cooperanti e al CESVI di Timor est per la distruzione dei
loro uffici.
Dobbiamo fare una annotazione imposta da impegni d'autore. Marco Grazia, da febbraio 2001
non fa piu' il cooperante ma continua amichevolmente a collaborare con noi e per questo lo
ringraziamo precisando che i pezzi del 12/3/2001 e del 19/3/2001 sono usciti dalle sue
mani.
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