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Un nuovo destino per i rifiuti |
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Dopo anni di smaltimento illecito, discariche abusive, diossina rilasciata da inceneritori non in regola, il Governo si è deciso a colmare il divario nella gestione dei rifiuti che ci separa dai paesi europei. Con il Decreto legislativo n.22 del 5/2/1997 il Ministro Edo Ronchi ha cercato di dare una soluzione all'emergenza rifiuti. Il Decreto recepisce tre direttive comunitarie emesse tra il 1991 e il 1994 in materia di rifiuti.
Il tema dominante della nuova legge è la prevenzione: sia ha livello di industrie e artigiani con processi a bassa produzione di residui e a bassa pericolosità, sia a livello di singolo cittadino che deve ridurre gli scarti e introdurre la pratica della raccolta differenziata.
Il decreto colma molti vuoti della precedente legislazione in materia per quanto riguarda gli adempimenti delle imprese produttrici di rifiuti e di quelle interessate ai servizi di raccolta e trattamento di questi.
Vengono stabilite norme tecniche per:
Sono previsti incentivi per quelle industrie che produrranno meno rifiuti e utilizzeranno tecnologie di produzione meno inquinanti.
Ai cittadini si richiede di diventare protagonisti nella nuova gestione dei rifiuti. Solo una minima parte dell'immondizia che esce dalle nostre case deve finire in discarica, tutto il possibile va riutilizzato, riciclato, recuperato; gli rifiuti vanno raggruppati in "frazioni merceologiche omogenee, compresa la frazione organica umida". Il sacco dei rifiuti si trasforma in "tanti sacchi diversi" dove il secco è diviso dall'umido, e i materiali - vetro, cartone, plastica, lattine, metalli, vanno collocati separatamente. Così suddivisi i rifiuti potranno esser riciclati più facilmente.
Agli enti pubblici spetterà un nuovo ruolo: non più occuparsi direttamente di rifiuti, la cui gestione sarà affidata a soggetti esterni specializzati, ma controllare periodicamente la loro idoneità con ispezioni e verifiche. Alle Province spetteranno le funzioni amministrative di programmazione, organizzazione e sorveglianza m'entra ai Comuni la definizione delle modalità pratiche di attuazione dei nuovi metodi di raccolta.
Dal 1° gennaio 1999 saranno approvati solo gli impianti di incenerimento in grado di recuperare in forma di energia utile il calore prodotto dalla combustione dei rifiuti. Limiti severi in accordo con la normativa Comunitaria sono stati imposti alle emissioni di sostanze inquinanti.
Entro due anni dalla data di pubblicazione del decreto il 15% del totale dei rifiuti urbani d'OVRA essere riciclato, il 25% entro quatto anni e il 35% fra sei anni. I nuovi costi che graveranno sulle Amministrazioni locali vanno confrontati con i costi di gestione di una discarica (100 lire per Kg di materiale scaricato e 50 lire per Kg per il trasporto.
Il 1 gennaio 2000 si pone come termine per l'adeguamento dei sistemi di trattamento dei rifiuti, oltre scatteranno le azioni sanzionatorie. I tempi si presentano quindi ristretti e sarà richiesto un notevole sforzo economico - organizzativo per l'adeguamento alla nuova normativa. Dato incoraggiante è l'interesse mostrato da alcune associazioni di artigiani e imprese verso i materiali provenienti dalla raccolta differenziata (i vetrai italiani per i residui vetrosi e alcune cartiere).
Ultimo aggiornamento: 25/11/99 Il Presidente: Prof. Antonio Cugia c/o italianostra@tiscalinet.it © Copyright 1997-2000 Italia Nostra - Sassari |
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