CHIESA DI SAN PANTALEO - DOLIANOVA

Facciata (foto n° 1)

LOCALIZZAZIONE / RIFERIMENTI GEOGRAFICI

 

Regione: Sardegna - Provincia. Cagliari   Cartografia: IGM - Tavoletta n° 557S1S4
Comune: Dolianova - Località: San Pantaleo   Scala 1:25000 - (Aggiornamento R.A.S.)
     
NOTIZIE STORICHE
Il periodo romanico si sviluppò in due blocchi storici: alto romanico (prima dell’anno 1000) e basso romanico (dopo l’anno 1000). Nel 750 d.C. ci fu l’invasione araba in Sardegna, col pretesto della conversione all’islamismo. Nel 827 d.C. i musulmani occuparono la Sicilia e si sviluppò anche una pirateria saracena. La popolazione sarda si rifugiò nell’entroterra per sfuggire alle scorrerie arabe, così nacquero i giudicati (logu o rennu) ossia territori amministrati da un giudice. Il giudicato era diviso in curatorie amministrate da un curatore, queste a loro volta si dividevano in ville (unità abitative), con a capo un majore, che amministrava i rapporti fra le curatorie e le ville. In campo sociale, nella scala gerarchica, i servi occupavano il posto più basso. Nel gradino successivo vi erano i coloni semiliberi (piccoli proprietari terrieri) e più in alto ancora vi erano i coloni liberi (medi proprietari terrieri). Con l’avvicinarsi dell’anno 1000, nacque la concezione millenaristica, che credeva alla fine del mondo. Quando ciò non accadde, vi fu un rifiorire delle varie attività, fra cui quelle marittime, legate alle Repubbliche marinare. In particolare i pisani riuscirono a liberare la Sardegna dagli arabi, perciò si instaurarono intensi rapporti fra sardi e pisani, i quali ultimi contribuirono ad introdurre nell’isola nuove tecniche costruttive e soluzioni innovative, anche per l’arrivo di maestranze transalpine. Questo giustifica lo stile del periodo basso romanico, molto più ricco di quello dell’alto romanico, basato sull’uso di cantoni o pietre da taglio.

La parrocchiale di S.Pantaleo sorge in uno spazio di rispetto nell’abitato di Dolianova, il cui territorio è ricco di emergenze archeologiche. Il sito documenta una continuità di insediamento dall’età romano-imperiale (complesso termale) a quella bizantina (fibbia in bronzo di tipo “Corinto” ) Il corso di un restauro del S.Pantaleo ha evidenziato la preesistenza di una chiesa altomedioevale, elevata al rango di cattedrale con l’istituzione della diocesi di Dolia. Nel 1503 i beni della diocesi doliense furono incorporati nella Mensa arcivescovile cagliaritana. La fabbrica romanica, in cantoni di arenaria con inserti marmorei, e frutto di due tempi edilizi. Alla seconda metà del XII secolo risalgono l’impianto trinavato con abside a sudest, i tre pilastri cruciformi dei setti divisori, lo zoccolo a scarpa e il tratto basale del fianco meridionale, fino all’altezza dell’iscrizione funeraria di Maria pisana, datata 1170. Al momento finale dei lavori, condotti secondo norma pisana, va riferita l’attività di un magisterBonanus, la cui epigrafe è affiorata in un concio scultureo riutilizzato all’interno della chiesa. L’ultima azione della fabbrica, o una ricostruzione in forme pisane di accenti gotici, fu operata tra il 1261 e il 1289, come risulta rispettivamente dalle epigrafi incise nel portale nordest e da quella dipinta nell’abside, che celebra la consacrazione e il giudice arborense Mariano II de Bas-Serra.

 

TIPOLOGIA EDILIZIA

 

Pianta
   

Sezione longitudinale
   

Sezione trasversale
   
   
DESCRIZIONE DELL'ORGANISMO ARCHITETTONICO
La chiesa di S. Pantaleo si articola planimetricamente su pianta trinavata, con un’unica abside orientata ad oriente e presbiterio rialzato di tre gradini. La ripartizione dell’aula è ottenuta mediante arcate di ampia luce, impostate su pilastri cruciformi e polistili, di cui gli ultimi due verso la tribuna rialzati da plinti di diversa altezza. La copertura è in legname a capriate sulla navata maggiore, a spioventi su quelle laterali. La scarsa illuminazione è dovuta a nove monofore di tipologia diversa aperte nei muri d’ambito, nell’abside, oltre al finestrone posticcio presente in facciata ed all’oculo nel frontone posteriore. L’interno dell’edificio è impostato su un alto basamento il cui dislivello è colmato in facciata come nei portali laterali, mediante scalinate. Il prospetto principale è strutturato su tre ordini suddivisi da cornici sagomate, l’ordine inferiore serrato da forti paraste angolari, è scandito da lesene raccordate da archeggiate a doppia ghiera, organizzate secondo un ritmo compositivo simmetrico e festonate con corsi di piccoli lobi regolari, creanti un effetto “a dentello”. Tre portali lunettati ed architravati si aprono centralmente negli specchi maggiori, in perfetta assialità coi sovrastanti peducci delle archeggiature, nel portale centrale è raffigurato, a basso rilievo un serpente contornato da tralci. I plinti di sostegno degli architravi sono coronati da mensole intagliate a foglia riversa, mentre ciascuna lunetta è sormontata da sopracciglio impostato su peducci. L’ordine superiore, racchiuso da paraste, mostra un finestrone centrale aperto in sostituzione di un occhio, inquadrato da lesene a soffietto a basi sovrapposte, due semi timpani, con superficie di fondo incassate e cortissime lesene emergenti alla luce. La cella campanaria, costituente l’ordine superiore, mostra quattro grandi luci aperte sui quattro lati ed è delimitata in alto da archetti pensili. I lati maggiori dell’edificio sono archeggiati a tutto sesto rotti alla sommità da un lobo circolare. Vi è la presenza di un portale a sesto e partiti decorativi nella facciata settentrionale; un altro portale con architrave e arco di scarico si trova nel lato opposto

 

   
Ingresso principale   Ingresso laterale (foto n° 2)   Fonte battesimale
   
Abside   Lesene   Torre campanaria

 

 

Capitello

 

Colonne

 

Archetti lobati

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