FELICE BOCCI, storico faugliese

Chi voglia sapere qualcosa della storia di Fauglia e più in generale delle colline inferiori pisane non può prescindere dal conoscere l’opera di Felice Bocci intitolata appunto Le colline inferiori pisane. Il libro vide la luce nel 1901 a Livorno, stampato nel “Premiato Stab. Giuseppe Meucci”, dopo la morte dell’autore avvenuta nel 1896, per volontà della moglie Ida, che volle in questo modo onorare la memoria del marito.
Un’edizione anastatica dell’originale fu effettuata dall’Editore Vallerini di Pisa nel 1976. Le notizie che possiamo dedurre dalla lettura del libro non sono sempre chiare e qualche volta possono apparire anche disomogenee e frammentarie, ma bisogna riflettere che l’autore non aveva ancora completato al momento della morte la stesura definitiva dell’opera. Per la sua stesura il Bocci si avvalse dell’ opere del Mariti (Odeporico per le colline pisane) che lui consultò in manoscritto presso la biblioteca Riccardiana di Firenze e del Repetti (Dizionario Storico della Toscana), oltre naturalmente di ricerche presso l’archivio di Stato di Pisa e l’archivio dei Fiumi e Fossi di Pisa, di cui fu direttore per molti anni e fino alla sua morte.
Ma chi era Felice Bocci? Nacque a Fauglia nel 1836; si laureò in giurisprudenza presso l’Università di Siena e partecipò come volontario alla guerra di indipendenza nazionale del 1859. Di questa campagna di guerra lasciò una dettagliata relazione che suppongo sia andata perduta. Fu Sindaco di Fauglia dal 1875 al 1879 e ricoprì più volte la carica di Consigliere comunale. Fu membro della Commissione sanitaria, della Commissione stradale, delegato scolastico, consigliere provinciale e delegato governativo per la Commissione delle imposte.. Ebbe inoltre dall’Amministrazione delle Ferrovie, nel 1876, difficili incarichi per la stazione di Acciaiolo, incarichi che svolse sempre con competenza e con assoluto disinteresse.
La famiglia Bocci, sicuramente facoltosa, era insediata a Fauglia da molti secoli: infatti si riscontra che dal 1683 al 1736 era parroco di Fauglia Iacopo Bocci, e che, come ricorda il Mariti, dal 1782 divenne parroco di Fauglia Michelangelo Bocci, che ebbe il titolo di proposto, dopo che la chiesa era stata trasformata da pieve in propositura nel 1774. Può darsi però che l’insediamento della famiglia Bocci a Fauglia abbia anche più lontane origini: sulla fine del XII secolo Boccio dei Bocci, appartenente ad una famiglia che faceva parte del “clan” dei Gualandi, al termine di una lunga diatriba con i Conti di Porto, denominati anche Conti di Santo Regolo, venne in possesso di alcuni beni dotali che spettavano alla famiglia Bocci di Pisa dopo la morte di una figlia dei Conti di Porto che aveva sposato un Bocci o forse lo stesso Boccio. Questi beni consistevano nella metà dei terreni che i Conti di Porto possedevano nei dintorni di Fauglia, forse a Santo Regolo. Si può ragionevolmente supporre che un ramo cadetto dei Bocci di Pisa si sia insediata sulle proprietà acquisite dando origine alla famiglia Bocci di Fauglia.
Tornando a Felice Bocci credo che sarebbe interessante e utile poter completare idealmente la sua storia delle nostre colline, e di Fauglia in particolare, riportando alla luce fatti e cronache che hanno interessato le nostre popolazione in questo secolo che ormai volge alla fine.

Ivo Bacci

("Il Quadro", dicembre 1998)

 

 

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