Illustre Professor Balestrieri,

mi chiamo Alessandro Mascia, studio al secondo anno di Medicina e Chirurgia.

Mi auguro che il contenuto di questa lettera renda una chiara testimonianza dei miei timori maturati negli ultimi tempi.

Il futuro degli studenti di medicina è oggetto di innumerevoli discussioni soprattutto in aula, tra colleghi di studio.

Molte persone concordano nell'affermare che tra la laurea e il lavoro effettivo passano troppi anni; altri sostengono che in ogni caso sarà difficile inserirsi definitivamente in un posto di lavoro e poi ci sono i pessimisti cronici i quali predicono una totale mancanza di lavoro.

Anche se sarebbe più saggio non dare tanto peso a queste voci, si sta accendendo dentro la mia coscienza una spia d'allarme. Dipendendo economicamente dal mio unico genitore, mi chiedo quale sarà in realtà il mio futuro. Varrà la pena continuare a investire tempo e denaro per entrare a far parte di una classe di professionisti dal futuro così incerto?

Se appartenessi ad una famiglia benestante potrei sorvolare su questi argomenti ma la mia situazione è ben diversa.

Ultimamente ho riflettuto a lungo sulla scelta da fare. Lo studio mi appassiona, ho conseguito il diploma col massimo dei voti e ora sono in regola con gli esami universitari.

Lasciare gli studi sarebbe una sconfitta personale, ma in assenza di garanzie per il futuro sarei pronto a farlo.

Un suo parere in merito potrebbe rivelarsi non solo di grande importanza ma anche decisivo per continuare a credere in questo corso di laurea.

In attesa di una sua apprezzatissima risposta le porgo i miei distinti saluti.

Alessandro Mascia