Mi chiamo Valentina Siddi ho 21 anni e frequento il II anno di Giurisprudenza. Ho un problema: sono su una sedia a rotelle!

Se ho deciso di scrivere a questo giornale, è perché, ogni giorno malgrado tutte le proteste fatte, sono costretta a scontrarmi con le varie barriere architettoniche della facoltà. Già dall’anno scorso ho incontrato molte difficoltà: le lezioni si tenevano in un cinema, e per poterle ascoltare, ero costretta a farmi portare giù per le scale. Ho fatto subito presente la cosa, ma l’unica risposta che ho avuto è stata quella che non li avevo avvisati per tempo e, poiché quel cinema è di proprietà dei Padri Gesuiti e loro erano solo in affitto, non potevano apporre nessuna modifica. Quest’estate presso gli uffici della segreteria ho fatto notare il mio problema, in modo che disponessero le aule che avrebbero ospitato le lezioni del II anno al piano terra. Mi è stato risposto che questo non era possibile in quanto, le lezioni di Dir. Internazionale, Commerciale e Costituzionale, erano seguite solitamente da circa quattrocento ragazzi e che, l’unica stanza capace di contenere così tante persone, era l’aula 4 dell’istituto dei ciechi. Alle mie prime lamentele è stato risposto che solitamente gli altri disabili su sedia a rotelle facenti parte della facoltà si presentavano solo per gli appelli. Mi è stato comunque assicurato che c’erano delle nuove aule, molto capienti, quasi pronte.

4 Novembre, cominciano le lezioni, in aula 4!

Mi precipito in segreteria a chiedere che fine avessero fatto le nuove aule, visto che erano quasi pronte da Agosto! E’ stato fatto il possibile, o così all’inizio mi era sembrato, perché le cose si velocizzassero. Anche se con due settimane di ritardo l’aula è arrivata, con un problema: dobbiamo dividerla con la facoltà di Economia e Commercio; e cosi, di quei tre giorni di lezione, uno dobbiamo trascorrerlo all’istituto dei ciechi. La promessa era che sarebbe stato per poco: sono passati quasi quattro mesi e tutti i Mercoledì del mese, mio padre aiutato da dei volenterosi e gentili ragazzi che lavorano presso la facoltà e spesso anche dai miei colleghi (proprio come l’anno scorso), mi portano su e giù per le scale antincendio (quindi esterne), qualsiasi tempo faccia. Un’altra promessa è stata quella di un ascensore, ma nulla si è mosso finora, anzi, sembra che tutti, eccetto quei poveri ragazzi che mi portano su per le scale (assumendosi responsabilità non indifferenti), si siano dimenticati di me.