L'Inganno degli Ideali
Kadiya

La luce morbida del sole nascente avvolgeva la valle dimenticata e la cullava in una sonnolenta aura dorata; le piccole creature della terra languivano in una quiete satolla ancora immersi nel tenero tepore della notte estiva.

Lontani erano i clamori della battaglia e delle eroiche imprese, infinitamente distanti nello spazio e nel tempo le controversie e le lotte intestine che avevano sconvolto l'immaginazione degli esseri sognanti.

L'uomo, la creatura che poteva creare mondi ed ergersi a conquistatore di luoghi del pensiero e della fantasia, colui che poteva erigere fortezze di cristallo e navi di giada, che poteva dare vita ad essere luminosi come il nucleo di una stella radiosa od oscuri quanto le profondità dello spazio più freddo, colui che poteva scegliere di vivere in un mondo piatto e grigio, schiavo di se stesso e di innumerevoli altri esseri incolori, o di riempire gli spazi della propria mente con l'incanto di un fiore sognato e mai compreso o di un'avventura impossibile ma così profondamente reale, l'uomo aveva tentato di distruggere tutto.
Aveva perso la voglia di sognare, era cresciuto.

La luce nitida e chiara della stella gigante si era piano piano arrossata, mano a mano che il combustibile del suo nucleo si consumava.
Era grande, era calda, ma stava lentamente morendo.
Il suo ardore si stava esaurendo, la passione, la voglia di esplodere l'avevano resa gloriosa, ma ora la gigante rossa stava di nuovo cambiando, seguendo il percorso che si era scelta forse senza neppure saperlo.
Mano a mano che le forze creative in lei si esaurivano, si concentrava sempre più in se stessa, togliendo ogni spazio alla propria immaginazione e diventando sempre più dura e compatta, sempre più piccola e potente.

Nascondeva dietro a concetti come "libertà" e "giustizia" la propria evoluzione, il potere aumentava mano a mano che cresceva la sua densità e la sua compattezza, mano a mano che chiudeva ogni spazio alla fantasia.

Ora non più luce emanava la stella gigante, non più prati fioriti e tenere bacche rallegravano gli occhi incupiti dell'uomo che una volta sapeva sognare.
Adesso era lui ad assorbire la luce degli altri e a concentrarla in se stesso imprigionandola nell'oscurità siderea.

La stella luminosa era diventata un buco nero che fagocitava le energie creative di tutte le creature fantastiche e luminose che gli si avvicinavano e le riempiva di rabbia e di risentimento.

Era stato così che tante stelle giganti avevano dimenticato cosa significa sognare e si erano armate l'una contro l'altra distruggendo da sole la propria luminosa immaginazione.
Una guerra era scoppiata tra forze potenti, ma nessuno si rendeva conto che la distruzione non veniva dagli altri ma da se stessi.
Nobili i fini e gli ideali, grandi i proclami: le parole altisonanti riempivano il cuore dell'uomo e portavano via lo spazio alla magia dell'immaginazione.


Il fuoco si è spento, non più fusione nel nucleo delle stelle, ma anche i buchi neri sono lontani.
Una nuova era di fantasia vuole iniziare nel dolce tepore di un'alba lontana.
Sono una creatura del bosco che ancora si coccola nel caldo rifugio della sua tana e aspetta che il sole scaldi la terra e asciughi la rugiada sull'erba prima di aprire i suoi occhi innocenti e ricolmi di fantasia.
Prima di buttarsi in una nuova avventura con tutti, tutti, i suoi vecchi amici di un tempo, di un'era diversa.

I Racconti Fantasy