La Storia di
Capelli di seta e occhi di brace,
nacqui da un elfo dei boschi e da una donna mortale.
Conobbi entrambi i popoli: vissi nella terra degli elfi, immersa nei profumi della foresta, ascoltando il fruscio delle foglie al vento e nelle pianure dove vagano le amazzoni,
la gente di mia madre.
Non vidi mai il volto di chi mi diede la vita; vissi con gli elfi e con gli uomini, ma non fui mai una di loro. Fui sempre diversa: mai eterea e limpida come gli elfi, mai vicina allo spirito e agli interessi umani.
Imparai dai primi la sensibilità e la magia, dai secondi la perseveranza e il coraggio.

Ma non sono un'elfo e neppure un'amazzone.
Me ne andai dagli uni prima, dalle altre poi.
Vissi per lunghi anni alla ricerca della conoscenza e del sapere.
Penetrai i misteri piu' profondi della materia e conobbi i segreti della magia.
Non praticai mai le arti magiche né usai le conoscenze acquisite nel corso del mio lungo ritiro per altro scopo che per nutrire la mia anima.
Volli portare al limite il mio essere finché non ne uscii stremata, per lo sforzo e per i lunghi anni di solitudine.
Ancora una volta mi separai da quello che era stato il mio mondo: portai con me i libri
e le conoscenze che avevo acquisito, tutto cio' che restava di me.
Vagai senza una meta per mesi lungo terre sconosciute, ma nulla e nessuno riusciva piu' a interessarmi e a legarmi a se'.

Finche' un giorno mi trovai innanzi all'oceano e qualcosa si risveglio' nel profondo del mio essere.
Quella sarebbe stata la mia casa, il mio regno: se era mio destino raggiungere la felicita'
solo la' l'avrei trovata!
E' cosi' che diventai la signora dei pirati e raggiunsi con la mia nave, il Nebuchadnezzar,
luoghi lontani e dimenticati.
Conobbi popoli e usanze diverse, imparai a guardare le altre culture con rispetto e a fare tesoro di cio' che i miei occhi avevano il privilegio di vedere.
Mi nutrivo di esperienze, di conoscenze, questo era tutto cio' che chiedevo.
Ma la mia smania di liberta' non si esauriva mai, la mia ricerca non accennava a finire; lentamente, senza quasi accorgermene, l'inquietudine torno' a crescere in me, finche' non rimase nel mio cuore che furia e disperazione.

Le vele nere della mia nave divennero simbolo di angoscia e terrore per chi aveva la sventura di avvistarle: nessuno poteva sperare di scampare ai cannoni del Nebuchadnezzar, perche' il suo capitano non era solo un pirata assetato di vendetta, ma conosceva a fondo la magia e i segreti della scienza e non si faceva scrupolo di applicarle entrambe per raggiungere i suoi fini, se fini aveva.
Al culmine del potere, dopo aver conquistato ricchezze inenarrabili, quando tutti ormai mi temevano, ancora una volta mi accorsi che non avevo ottenuto niente: a nulla valeva l'oro e il terrore che il mio nome da solo incuteva nella gente; il mio animo era sempre piu' insoddisfatto ed io non avevo piu' alcuna meta da raggiungere.
Fu cosi' che, ancora una volta, mi fermai e volli guardare dentro me stessa.
La mia nave ora veleggia tra terre magiche e lidi di sogno, e qualche volta si avvicina ad un'isola o ad un porto fino a sfiorarlo.
Non tutti sono disposti a tollerare la sua presenza nelle proprie acque, ma se lo desideri potrai scorgere, a volte, le vele spettrali del Nabuchadnezzar emergere tra le nebbie dense dell'oceano in lontananza.

Io non cerco una guida, ne' mai la cerchero', ma osservo chi incrocia il mio cammino per comprendere me stessa negli altri.
Scruto, senza giudicare, il bene e il male negli altri per vedere il bene e il male dentro
di me.
Non so dove mi portera' questa strada, ma per il momento cammino e osservo le tracce che
intersecano il mio sentiero, senza seguirne alcuna ma segnando da sola il mio percorso.

Il mio nome e' Kadiya, il nome che mi diede mia madre, il nome di una guerriera audace e
coraggiosa.
Il mio nome e' Nimloth, il nome che mi diede mio padre, il nome del fiore candido che
sboccia nella foresta in cui nacqui.
Una Stella sulla fronte , una luce sui capelli, il sole brilla tra le fronde a Lorien dei giorni belli.

Lunghi i capelli, bianca la pelle chiara la voce, della libera fanciulla volante nell'aria e nel vento come luce veloce, come sul tiglio foglia vibrante.

[J.R.R.Tolkien, da "La Compagnia dell'Anello"]