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  Estratto dell'articolo pubblicato su Alert Diver 1996

CUORE A CUORE
(Heail Io Heail) PB. Bennett -
Alert Diver JuIy/August N° 8 - 1996, p.2

La letteratura medica riporta diversi casi di morte "cardiaca" a seguito di attività leggere e normalmente innocue come, per esempio, spalare la neve davanti alla propria casa.
I possibili meccanismi di questo maggior rischio di attacco di cuore includono l'ipertensione arteriosa, lo spasmo delle coronarie, la vasocostrizione e l'aumento della coagulabilità del sangue, tutte situazioni che possono divenire critiche ed essere esacerbate dall'esercizio fisico intenso. Simili attività possono scatenare un infarto miocardico, specialmente in individui abitualmente sedentari. I recenti rapporti sugli incidenti mortali del DAN hanno iniziato a mostrare due situazioni ricorrenti nella genesi degli incidenti mortali sott'acqua; mancanza di esperienza e malattie cardiovascolari. Lo sforzo fisico aumenta il rischio relativo di sei volte.
lì fatto è che sopravvivere ad un attacco cardiaco quando si è sott'acqua è meno probabile che quando si sta spalando la neve, sia per il rischio di annegamento che a causa delle limitate strutture di soccorso immediatamente disponibili in aree di immersione remote.
In uomini di età dai 25 ai 34 anni il rischio è di circa i a 10.000, ma all'età di 55-64 anni diventa di 1 a 100. Non è quindi sorprendente che i dati DAN indichino una mortalità "cardiaca" aumentata nella popolazione di subacquei oltre i 40 anni di età. Cosa si può fare?
In generale, mantenere la migliore forma fisica possibile e una normale pressione sanguigna, controllare l'obesità (il peso non deve essere più del 20% sopra il peso ideale), fare regolare esercizio fisico e rispettare una dieta povera di grassi.
È stato suggerito che tutti gli individui sopra i 40 anni che presentano rischi cardiaci significativi (come il diabete, l'ipertensione o tassi elevati di colesterolo ematico) eflettuino un controllo di idoneità all'immersione sportiva sottoponendosi a un esame cardiologico che preveda una prova da sforzo con elettrocardiogramma e monitoraggio della pressione sanguigna ad uno sforzo equivalente a 13 METS (ovvero 13 volte il consumo energetico di base). L'equivalente metabolico di spalare la neve è di solo 6 METS. Non sono tanto sicuro che la maggioranza dei sub oltre i 40 anni potrebbe raggiungere livelli così alti a meno che non si tratti di "joggers" o individui che rispettano un regolare programma di esercizio. Per esempio, nuotare contro una corrente di 1 nodo, richiede un consumo energetico di circa 8 METS.
A parte queste considerazioni fisiche e fisiologiche, c'è un altro fattore collegato alla morte "cardiaca" sott'acqua: che dire dell'aspetto assicurativo, sia come indennizzo di morte che di eventuale responsabilità di terzi?
In molti casi di morte sott'acqua, un'autopsia può chiaramente indicare, come causa di morte, placche che suggeriscono una patologia delle arterie coronane, una patologia arteriosclerotica conclamata o chiari segni di infarto del miocardio.
La maggior parte delle assicurazioni "subacquee" copre il caso di morte solo quando si tratta di morte durante attività di immersione, cioè una morte provocata da cause specificamente correlate alla fisiologia e alla medicina subacquea. In situazioni come quelle sopra indicate, quindi, una richiesta di indennizzo per morte "cardiaca", anche se avvenuta sott'acqua, sarebbe molto probabilmente rifiutata.
Controllate il vostro rischio cardiaco. Migliorerete la vostra sicurezza in immersione, oltre alla generale qualità di vita!

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