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  Estratto dell'articolo pubblicato su Alert Diver 2/1997

COMPRENDERE L'IMMERSIONE
(Alert Diver; March /April 1997 page 29)

Quando l'erogatore vi provoca malattie - Lo "SCUBA DISEASE"

In una pubblicazione intitolata "Scuba Disease Revisited (?)" i medici della U.S. Navv, Dr. M.E. Bradley e R.C. Bornmann, hanno esaminato diverse situazioni di sintomi simil-influenzali avvertiti da subacquei militari sia negli USA che nel Regno Unito ed in Australia negli anni '50 e '60. (vedere anche Alert Diver January/Februarv 1997, pagina 21). In 30 casi in Australia e 43 negli USA veniva riportata una passeggera affezione respiratoria.

Segni & Sintomi
I sintomi erano variabili. Oltre il 90% dei subacquei Australiani riferivano tosse secca dopo l'immersione, seguita da un periodo di latenza di circa due ore . Gli Americani restavano asintomatici per periodi più lunghi, intorno alla 24 ore in media.
Successivamente seguivano sintomi simili in entrambi i gruppi, con febbre, brividi, anoressia, nausea, vomito, tosse, malessere, dolori e cefalea.

Reperti diagnostici e di laboratorio
Poiché la situazione si presentava come un mistero medico, tutti i sub furono sottoposti ad approfonditi esami sierologici, batteriologici, virali, e microbiologici in genere, con risultati negativi. L'auscultazione del torace era patologica, con crepiti e sibili bronchiali. Le radiografie mostravano aree di addensamento in 50% dei pazienti negli Inglesi e nel 200/o degli Americani. La conta dei Globuli Bianchi era aumentata, con le caratteristiche dell'infezione batterica.

Decorso Clinico
Tutti i pazienti miglioravano -indipendentemente dalla terapia farmacologica - in circa 24 ore. Uno dei sub Americani sviluppò una broncopolmonite fulminante e morì. All'autopsia fu evidenziata una crescita del batterio Pseudomonas, un batterio anaerobico che si trova comunemente nel terreno, nelle acque dolci e negli ambienti marini. Gli altri esami microbiologici erano tutti negativi.

Trattamento
Nei pazienti in cui fu diagnosticata polmonite, venne instaurato un trattamento antibiotico, con rapida risoluzione dei sintomi entro un giorno. Questa (troppo) rapida guarigione generò alcuni sospetti ed alcuni dei pazienti Australiani non vennero trattati e guarirono, anch'essi, in brevissimo tempo. Inoltre, tutti gli Australiani che furono trattati con Ossigeno 100% riferirono una scomparsa dei sintomi sotto ossigeno, ma la ricomparsa di disturbi respiratori alla sua sospensione.

Fattori favorenti
Questa affezione è stata osservata sia in climi tropicali che sub-tropicali e, sempre, in caso di immersione in acqua di mare. Sia la Marina USA che quella Australiana hanno successivamente condotto approfonditi studi epidemiologici su questo fenomeno. La Marina Australiana avanzò un'ipotesi di danno da aspirazione di acqua salata. La Marina USA evidenziò la crescita di Pseudomonas in campioni prelevati dagli erogatori, dalle fruste e dai boccagli. Alla fine la causa dello "Scuba Disease" fu attribuita ad una endotossina (sostanza rilasciata dai batteri) dello Pseudomonas nell'apparato respiratorio dei subacquei colpiti.

Decontaminazione dell'attrezzatura subacquea
Dopo gli episodi sopra descritti, la US Navy ha sviluppato procedure standardizzate per la pulizia e la disinfezione delle attrezzature subacquee. Il "Center for Disease Contro (CDC)" di Atlanta ha anche pubblicato materiali sull'argomento e molti produttori suggeriscono procedure di pulizia e disinfezione.

U.S. Navy
Se l'attrezzatura viene usata da un solo utente, viene raccomandato il risciacquo in acqua dolce dopo ogni uso e la pulizia/disinfezione ogni due settimane. Se l'attrezzatura viene utilizzata da più utenti, deve essere smontata, pulita e disinfettata e quindi asciugata prima dell'uso da parte di un nuovo utente. Se viene riposta per periodi prolungati, è ugualmente raccomandato di smontarla, pulirla e disinfettarla e quindi asciugarla prima del nuovo uso. Questa procedura richiede l'immersione in una sostanza detergente/disinfettante, per un tempo massimo di 5 minuti, per evitare il danneggiamento dell'attrezzatura. Viene raccomandato l'uso di occhiali e guanti di protezione durante le operazioni di pulizia/disinfezione.

Centers for Disease Control
Walter Bond (IAMA, Dec. 18, 1987, Vol. 258,N° 23. p. 3439) fa notare che nonostante la mancanza di casi documentati, è ipoteticamente possibile che la trasmissione microbica avvenga anche a causa della configurazione stessa del secondo stadio dell'erogatore e del boccaglio. La raccomandazione, nel pulire e disinfettare l'attrezzatura, è di spazzolare il boccaglio, smontato dall'erogatore, con sapone e di sciacquano bene in acqua dolce. Dopo questa pulizia, il boccaglio e l'erogatore dovrebbero essere immersi in una soluzione germicida ad ampio spettro di azione, ad esempio ipoclorito di sodio (varechina, Amuchina, similari) diluito in acqua (massimo 10% N.d.T). Quindi l'erogatore va lasciato asciugare all'aria. In questo modo si previene la crescita di batteri o funghi.

Conclusioni
Lo "Scuba Disease" resta, in larga parte, misterioso. Fortunatamente, però, è, di solito, una affezione di breve durata che colpisce il sub dopo il primo giorno di immersioni e si risolve durante le successive 24 - 58 ore. E', comunque, consigliabile a tutti di pulire e disinfettare gli erogatori con regolarità, specialmente prima di partire per un viaggio subacqueo, quando una malattia imprevista può guastare il divertimento ed impedire le immersioni.
La semplice pulizia con acqua e sapone, seguita da un accuratissimo risciacquo e dall'asciugatura all'aria, ridurrà grandemente la possibilità di infezione. Se utilizzate agenti disinfettanti assicuratevi prima che non danneggino l'attrezzatura.

Infine...
Il primo sospetto in caso di malessere dopo un'immersione deve essere quello della Patologia Da Decompressione (entro le prime 24 ore o più a lungo se c'è stata esposizione ad altitudine). In ogni caso o per qualsiasi dubbio, consultate sempre un medico subacqueo o il DAN.

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