Scienze   V puntata

“ LA NASCITA DELL’UNIVERSO”
( La teoria del Big Bang ) 

G.A.L.A. (Gruppo Astrofili Loreto Aprutino)


Com’era facile prevedere la teoria di LEMAITRE, l'Universo creato da un “atomo primordiale”, incontrò ferme opposizioni da parte di tutti i teorici dello “Stato stazionario” e tra essi emergeva la figura del più celebre fisico dell’epoca Fred HOYLE, sicuro ateo. Hoyle fu lo scopritore della "fusione termonucleare”, processo che avviene nell'interno di una stella mediante la trasformazione dell’idrogeno in elio, reazione nucleare, che comporta la liberazione d’immane quantità di energia. Con questa benemerenza Hoyle si accreditava notevolmente nella difesa dello stato “stazionario” dell'Universo. A sostegno della “guerra intellettuale” tra i due gruppi (i pro ed i contro), i teorici “stazionari” argomentavano che molte leggi della fisica bene si accordavano con lo “stato” dell’Universo da essi difeso, specie, in ultima analisi , il ciclo vitale di una stella: nascita, evoluzione e morte dell'astro, che diveniva una nana bianca. In conseguenza del vasto quadro di scoperte di Pred Hoyle, dell’entusiasmo e sicura competenza dei grande fisico, si aveva la netta sensazione di una conferma dello “stato stazionario”, specie nella dimostrazione che la materia si formava nell'interno di una stella. Ciò non fu però sufficiente in quanto, al di là delle eccezionali spiegazioni di Hoyle, era nell’aria la intuizione che la “teoria del Grande Scoppio” si sarebbe affermata. Uno scossone allo “stato stazionario” fu prodotto, forse, anche dagli stessi sostenitori che non seppero replicare ad una facilissima idea, nata proprio dall'affermazione che una stella brucia idrogeno: da dove veniva l’idrogeno usato per far nascere una stella?. Fu “feroce” l'interrogativo proposto agli “stazionari”. Infatti secondo la “teoria subatomica” era stato sicuramente postulato che tale gas (idrogeno) sarebbe stato prodotto solo ed unicamente in conseguenza di una immane, spaventosa esplosione in seguito alla quale sarebbero state generate altissime temperature dell’ordine di miliardi di gradi centigradi. Pertanto il quesito bene si accordava con le leggi della fisica subatomica, specie in considerazione che la fonte capace di determinare simili effetti poteva benissimo essere “l’atomo primordiale” suggerito da Georges Lemaitre, concetto preso proprio di mira dagli “stazionari” per la sua demolizione. Il quadro iniziava a prendere forma. Sempre irriducibile, anche davanti a certe evidenze, Hoyle non si arrese mai. Calò poi il silenzio con la seconda guerra mondiale. Intanto l’8 gennaio 1942, esattamente trecento anni dopo la morte di Galileo Galilei, nacque in Inghilterra Stephen HAWKING, il cosmologo proiettato nel terzo millennio.
Pochi anni dopo la fine del conflitto bellico si risentì la voce di Fred Hoyle, durante una trasmissione radiofonica. L’indomito spirito dello scienziato non si era per nulla assopito.
“Se l'Universo è cominciato - disse- col calore di un grande scoppio- ed ironizzando continuò - una tale esplosione deve aver lasciato traccia. Trovatemi un fossile di questo Big Bang”. Fu lui stesso, ironia della sorte, a coniare le due parole che diedero poi il nome alla “Teoria del Big Bang”. La sfida ai sostenitori della nuova teoria era stata, comunque, lanciata.
D.De Luca
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