DISINTERESSE NELL'OMAN

Nei siti Internet dei mass media dell'Oman (come Nizwa, al-Watan e Times of Oman) non abbiamo trovato traccia alcuna di avvistamenti UFO, né hanno risposto alla nostra richiesta di informazioni i webmasters che gestiscono in Rete la versione Internet delle stesse.

Ritengo che ciò, in questo caso, sia dovuto ad una mancanza di interesse verso il fenomeno e non ad una qualche forma di censura preventiva, in disaccordo dunque con quanto ha scritto la rivista italiana di destra "Il borghese" del 26 agosto 1999, secondo la quale "l'utilizzo di Internet è vietato o sottoposto a controlli e censure in Libia e Irak; in Siria e in Arabia Saudita solo i privati cittadini non possono navigare, mentre chi detiene le leve del potere sì. In Iran i controlli messi in atto dagli apparati statali sono stringenti e l'ingresso in rete è limitato". Anche la rivista di sinistra "Guerra e pace" confermava che in Siria, ad esempio, "l'uso di Internet era stato vietato sino al luglio del 1999; dopo, la Rete era stata adoperata in istituti, biblioteche, centri culturali, mentre non era possibile collegarsi da casa. Alla biblioteca nazionale di Asad era possibile usare Internet ma con un impiegato dei servizi segreti, il Mukhabarat, che annotava i siti visitati, molti dei quali preventivamente oscurati".

Eppure, basta cercare, con un qualsiasi motore di ricerca, i siti islamici, per trovarne a centinaia, e con le idee e le filosofie più disparate. Vero ostacolo ritengo sia piuttosto la comprensione della lingua. Molti siti con caratteri arabi oltre ad essere incomprensibili per noi occidentali sono illeggibili dai sistemi di riconoscimento dei caratteri dei nostri computer.



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