RERUM PRINCIPIA
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LEZIONE SETTIMA
TEORIA
Sintesi
1. IL FUTURO INDICATIVO DELLE
QUATTRO CONIUGAZIONI
Il futuro, insieme al
presente ed al perfetto, costituisce un tempo fondamentale per classificare
qualunque azione espressa mediante un verbo. Questo principio è
valido tanto per l'Italiano, quanto per il Latino.
In latino, come in italiano, nel modo indicativo
esistono due tempi che esprimono l'idea del futuro: il futuro semplice
ed il futuro anteriore.
Il futuro semplice, detto anche futuro primo
(per distinguerlo dall'altro futuro), si usa nelle proposizioni semplici,
oppure nelle coordinate. Il futuro anteriore, invece, si usa nelle proposizioni
subordinate, mai da solo, ma sempre in relazione al futuro semplice.1
Ecco lo schema del futuro semplice, suddiviso
nelle quattro coniugazioni attive, prendendo come modelli i verbi narr-are,
del-ere, leg-ere, aud-ire.
- 1
Il futuro costituisce un argomento particolare, che avrà una dettagliata
esposizione nella sintassi del verbo. Per ora è sufficiente accennare al fatto che,
in sostanza, quando si esprimono due azioni al futuro, esse non avvengono
contemporaneamente, ma vi è un'azione che precede l'altra, anche
se futura, proprio per questo detta anteriore. (Vedi regola dell'anteriorità,
lez.59) Il futuro costituisce un argomento particolare,
che avrà una sua dettagliata esposizione nella sintassi del verbo.
Per ora è sufficiente
1.1 Il futuro e la formazione dei tempi
Analizzando l'andamento del futuro semplice, attraverso
le sue forme verbali, si possono fare due importanti considerazioni:
a) Il tema verbale è sostanzialmente
lo stesso che ritroviamo, sia nel presente che nell' imperfetto indicativo.
Motivo per cui il presente indicativo, come abbiamo già chiarito
nelle precedenti lezioni, è un tempo fondamentale, che funge da
modello per tutta una serie di tempi, così come lo è il perfetto.
In pratica, conoscendo il presente e il perfetto indicativo di un verbo,
(a cui si aggiungerà il supino nelle successive lezioni) potremo
formare l'intera coniugazione.
b) Le quattro coniugazioni presentano
un evidente parallelismo, cioè la prima e la seconda coniugazione
hanno un identico suffisso temporale (il gruppo -bi ), mentre la
terza e la quarta hanno la vocale e in comune, come suffisso temporale.
2. GLI AGGETTIVI PRONOMINALI
Esiste, in latino, un gruppo di aggettivi detti pronominali
per il fatto che hanno una declinazione più simile a quella dei
pronomi che a quella dei normali aggettivi finora conosciuti. Una delle
particolarità di tali aggettivi è l'uscita del genitivo singolare
-ius per tutti i generi, ed il dativo singolare -i . Il loro
significato è sostanzialmente affine a quello dei pronomi che saranno
studiati piu' avanti, nel corso delle prossime lezioni.
Gli aggettivi
pronominali più importanti sono:
- alius, alia, aliud un altro (tra molti)
- alter, altera, alterum un altro (tra due)
- nullus, a, um nessuno
- solus, a, um solo
- totus, a, um tutto (intero)
- ullus, a, um qualcuno
- unus, a, um uno (solo)
- uter? utra? utrum? quale (dei due )?
Come esempio presentiamo totus, tota, totum
= tutto, intero
Ricorda che:
- a) unus, una, unum ha valore essenzialmente
di numerale, col significato di uno solo, ossia rafforzativo di
uno.
- Unus vir in castris manebit = Un solo uomo
rimarrà nell'accampamento.
-
- b) nullus, nulla, nullum non ammette, in latino,
altra negazione, al contrario dell'uso italiano.
- Nullus amicus est Catilinae = Catilina non
ha nessun amico
3. GLI AGGETTIVI SOSTANTIVATI
3.1 Aggettivi sostantivati espressi con nomi maschili
Si definisce aggettivo sostantivato quell'aggettivo
che compie la funzione di un sostantivo, cioè di un nome.
Per es. il buono, il cattivo, gli onesti,
ecc. , sono aggettivi che non accompagnano il nome, come di regola, e prendono
l'articolo, in italiano, come se fossero sostantivi.
In latino li troviamo nella stessa forma degli
aggettivi, ma declinati, sia al singolare che al plurale, esattamente come
i nomi concreti.
amicus, i
l'amico
bonus, i
il buono
doctus, i
il dotto, il sapiente
honestus, i
l'onesto
iustus, i
il giusto
malus, i
il cattivo, il malvagio
saevus, i
il crudele
3.2 Aggettivi sostantivati espressi con nomi neutri
Si trova, inoltre, un discreto numero di aggettivi
sostantivati, espressi con nomi neutri, anch'essi al singolare ed al plurale.
aequum, i il
giusto (ciò che è giusto)
bonum, i il bene
(ciò che è buono)
certum, i il
certo
(ciò che è certo)
iniquum, i
l'ingiusto (ciò che è ingiusto)
malum, i il
male
(ciò che è cattivo)
verum, i il
vero
(ciò che è vero)
Per amore di precisione, facciamo notare che questo
è solo un rapido accenno a tutta una serie di sfumature linguistiche
latine non sempre del tutto corrispondenti all'uso italiano, che saranno
approfondite parallelamente allo sviluppo della terza declinazione.
4. NOTE MORFOLOGICHE: IL GENITIVO
LOCATIVO
Particolarita' del complemento di stato
in luogo
Una particolarità della lingua latina è
l'uso del genitivo2 con alcuni nomi, per esprimere il complemento
di stato in luogo, mentre normalmente si usa l'ablativo preceduto dalla
preposizione in.
Alcuni esempi chiariranno immediatamente questa
particolarità morfologica del latino.
Magister meus Tarenti vivit Il
mio insegnante vive a Taranto
Multa monumenta Romae vidi Ho visto molti
monumenti a Roma
Numquam Syracusis fuimus
Non siamo mai
stati a Siracusa
Cur in Sicilia
vivis? Perché vivi
in Sicilia?
Amici mei nunc Athenis
sunt I miei amici
ora sono ad Atene
Saepe Deli et Ithacae
fui Spesso sono
stato ad Itaca e a Delo
Sinteticamente si può dire che il complemento
di stato in luogo si può esprimere,
oltre che con in e l'ablativo, con:
- a) il genitivo locativo, quando si riferisce a nomi
di città e piccole isole (Romae, Deli) della 1ª e 2ª
declinazione, al singolare;
- b) l' ablativo semplice (ossia, senza preposizione)
con i nomi della prima e seconda declinazione che hanno solo il plurale
(Pluralia tantum),
oppure con nomi appartenenti alla terza declinazione.
2 Per la precisione,
bisogna dire che si tratta di una coincidenza con il caso genitivo. Meglio
sarebbe, invece, chiamarlo caso
locativo. Infatti l'uscita -i è
il residuo di una antica desinenza (- oi) usata per l'ablativo.
5. SCHEDA SINTATTICA: IL COMPLEMENTO DI MATERIA
Il complemento di materia
è un complemento indiretto che viene espresso in latino in due modi:
-
- a) con la preposizione e, ex, de + l'ablativo;
- anulus ex auro = un anello d'oro
- b) con un aggettivo attributivo;
- statua marmorea = la statua di marmo
Questo complemento risponde alle domande: di che
cosa? di che materia?
Note e osservazioni
COME SI CONSULTA IL VOCABOLARIO LATINO
|
Gli allievi sappiano che il dizionarietto posto alla fine del 1°
volume di esercizi potrà essere sfruttato soltanto per gli esercizi
più semplici. Infatti, andando avanti con le lezioni, sarà
necessario, sempre più spesso, ricorrere al vocabolario, soprattutto
per tradurre le versioni. Tuttavia, il dizionarietto rimarrà pur
sempre uno strumento di consultazione rapida per i termini di uso più
frequente.
Per la consultazione del vocabolario latino, l'alunno tenga presente
queste semplici, ma importanti norme da seguire per il miglior uso dello
stesso.
- 1°. I nomi sono riportati in ordine alfabetico,
con la sola uscita del nominativo e del genitivo e l'indicazione del genere
(m.,f.,n.); per taluni nomi sono anche elencate le particolarità
più notevoli. Pertanto, conoscendo i primi due casi, si può
immediatamente ricostruire la declinazione completa togliendo la desinenza
del genitivo. Ottenuto in questo modo il tema , si aggiungono tutte le
desinenze dei singoli casi, sia al singolare che al plurale.
Per esempio, cerchiamo sul vocabolario il nome Magister. Si
troverà: Magister, -stri sost. m. = maestro, insegnante,
docente.
Si procede subito alla classificazione del nome, come uno di quelli
appartenenti alla 2ª declinazione. Una volta eliminata la desinenza
-i del genitivo singolare, avremo la radice/tema3
magistr- con la quale si formeranno tutti i casi:
magistr-o, ma-gistr-um, magistr-i, magistr-orum, magistr-is, magistr-os, ecc.
- 2°. Gli aggettivi sono riportati con le sole
uscite del nominativo singolare, distinte per genere. Anche per gli
aggettivi vale la stessa regola dei sostantivi; infatti, conoscendo il
nominativo, si può ottenere immediatamente la declinazione completa,
aggiungendo alla radice/tema le desinenze di tutti gli altri casi.
- Nom. bon-us, -a, -um, Gen. bon-i, -ae, --a, Dat. bon-o,
-ae, -o, ecc.
- 3°. I verbi sono sempre indicati con la 1ª
persona del presente indicativo, per i motivi che sono stati esposti nelle
passate lezioni. Viene anche aggiunta la 2ª persona in maniera tale da
evidenziare immediatamente la coniugazione di appartenenza.
Per esempio, il verbo amare sarà riportato come segue:
- amo, -as, -avi, -atum,- are Transitivo 1ª coniug.= Amare
- Vengono, cioè, riportate le voci verbali fondamentali, ovvero il
cosiddetto paradigma verbale con cui si
può formare qualunque tempo di qualunque modo.
- 4°. Accanto ad ogni parola, in forma abbreviata, si troverà
la classificazione. Per es. cong. (congiunzione), agg. (aggettivo), avv.
(avverbio), prep. (preposizione), ecc.
Concludendo, qualsiasi vocabolario scolastico aiuterà lo studente
nella ricerca delle parole, mediante la simbologia or ora spiegata, e mediante
frasi di esempio e di applicazione. Per il miglior uso del vocabolario,
ovviamente l'insegnante sarà una guida preziosa.
3 Parliamo di radice/tema, perché
in effetti c'è coincidenza fra i due elementi per la maggior parte
dei nomi. Diverso, invece, è il caso dei verbi, come già
si è potuto notare nella coniugazione dei vari tempi.
vtodisco@libero.it