Micro Conchiglie dell'isola di
Nuku Hiva baia di Anaho

MNLG, 1: 10-06-2004
Libero Gatti
MALACOFAUNA POLINESIANA


Riassunto.

Questo lavoro contribuisce alla conoscenza della malacofauna polinesiana. Si presenta la prima parte con i risultati di uno studio su detrito raccolto in Polinesia francese, isola di Nuku Hiva. La raccolta del detrito, su una superficie di 1 metro quadrato, è stata svolta in un’ora, il lavaggio e la setacciatura in 10 ore, la selezione e la prima classificazione oltre 300 ore, altre 150 ore per ulteriori classificazioni e foto degli esemplari. Il detrito è stato trattato secondo la classica metodologia, che prevede l’utilizzo di setacci per la calibratura, allontanamento delle polveri, l’uso di lenti e microscopio binoculare. I risultati sono sorprendenti sia per la quantità degli esemplari che in volume superano il 70% del detrito, sia per il notevole numero di circa 300 taxa.

Introduzione

Nell’estate 2002 durante un avventuroso viaggio d’esplorazione e ricognizione conoscitiva delle risorse locali per uno studio di fattibilità sulla futura spedizione scientifica naturalistica per lo studio degli endemismi geo/floro/faunistici delle isole Marchesi nella Polinesia Francese, nonostante la mancanza delle attrezzature necessarie, da semplice “turista” c’è stata la possibilità di raccogliere conchiglie e campioni di detrito. In questo lavoro è preso in esame il solo detrito per uno studio sistematico malacologico in un’area poco conosciuta per quanto riguarda le microconchiglie. I campioni di detrito sono stati imballati in bottiglie di plastica e in doppio sacchetto di plastica poi messi in un piccolo cartone. Il piccolo cartone è stato inserito, insieme con altre cose, in un robusto scatolone che è stato spedito in Italia come pacco postale di superficie. La scelta di spedire pacchi di superficie è stata determinata dal costo astronomico dell’eccedenza bagaglio aereo e dall’alto costo dei pacchi postali aerei pari a circa 5 volte il costo dei pacchi di superficie, questi ultimi a circa 3 € per kg. Il pacco ha viaggiato per oltre 5 mesi e finalmente è arrivato a destinazione ma in condizioni disastrose, schiacciato come una frittella! Le cose dentro il pacco, per fortuna molto robuste, non hanno subito danni, mentre i due campioni di detrito si sono miscelati per i tagli nei doppi sacchetti fatti dagli spigolosi pezzi di plastica delle bottiglie rotte. Di conseguenza si è dovuto esaminare un detrito misto fra i due campioni raccolti perdendo la possibilità di distinguere le conchiglie pesanti ed affondate alla base della barriera corallina e le conchiglie leggere con maggior galleggiabilità e più facilmente spiaggiate. La Baia d’Anaho è bellissima, lunga circa 4 km e larga circa 2, circondata e protetta da montagne svettanti con alte e ripide creste basaltiche, esposta a nord è ben riparata dal moto ondoso, è uno dei luoghi d’attracco migliori per le imbarcazioni di diporto che ancorate in mezzo alla baia contribuiscono ad abbellire il panorama. L’acqua, nel mese d’agosto, in prossimità della barriera di corallo è un poco torbida con visibilità ridotta. La stupenda spiaggia è bianca ma, purtroppo è infestata dai “nonò” terribili piccoli moscerini. Un fantastico arco di sabbia bianca con palme da cocco evidenzia una delle pochissime barriere coralline di tutto l’arcipelago, circa un km di lunghezza con una profondità d’alcune decine di metri compresa una piccolissima laguna con sabbia e detriti di corallo. Una piccola “passe” divide la barriera ed anche a bassa marea piroghe e motoscafi possono raggiungere la spiaggia. La laguna, profonda solo poche decine di centimetri, si evidenzia solo durante la bassa marea quando emerge la barriera. A bassa marea, usando calzature idonee a proteggere piedi e caviglie, è possibile fare delle fantastiche passeggiate camminando sopra piatte e robuste madrepore e su morbidi tappeti di coralli molli, necessita anche proteggersi dalle fastidiose e pericolose punture dei “nonò”. Ad alta marea con una semplice maschera, lasciandosi trasportare da piccole onde e deboli correnti, si esplora, in circa mezzo metro d’acqua piacevolmente tiepida, osservando i colorati coralli molli in espansione, gran varietà d’esseri marini e pesci tropicali. Sulla spiaggia quando c’è vento da est che allontana zanzare e “nonò” è possibile trascorrere momenti magici osservando a solo pochi metri vari uccelli marini che volando prendono con il becco sull’acqua foglie e qualsiasi altro piccolo oggetto galleggiante, si sollevano di qualche metro, lasciano cadere quanto hanno preso, si abbassano a pelo d’acqua, prendono qualcosa e ricominciano eseguendo una specie di danza molto elegante. La baia è abitata da circa 20 indigeni residenti e, per fortuna, da pochi turisti solo durante i fine settimana e le molte feste polinesiane. Nei periodi di vacanze scolastiche c’è una residenza/campeggio per numerosi e rumorosi studenti. Due indigeni sono specializzati nella cattura di polpi principalmente della specie Octopus cyanea. Camminando di notte sulla barriera a bassa marea, con l’aiuto di una lampada, un’asta di fucile sub per estrarre i polpi dalle tane in pochi centimetri d’acqua, catturano e legano i polpi ad una cordicella di circa tre metri fissata alla cintura, trascinano le prede sia nella poca acqua che sulla barriera, in poche ore riescono a catturare diversi esemplari e smettono quando la pesca ha fruttato circa 5 kg di peso. Poi tenendo tesa la cordicella sbattono ripetutamente il mazzo di polpi su una roccia, dicono che con questo metodo i polpi diventano teneri e si puliscono facilmente da soli. Questo tipo di pesca sembra che non riesca a depauperare i polpi che continuano a venire sulla barriera occupando le tane rimaste vuote.

Area di studio

Baia d’Anaho, isola di Nuku Hiva, arcipelago delle Marchesi Polinesia francese, Oceano Pacifico, 8500 km ad est dall’Asia, 6600 km ad est dall’Australia, 6000 km ad ovest dall’america, 4000 km a sud delle Hawaii, 1400 km a nord/est di Tahiti, 500 km a nord/est dagli atolli delle Tuamotu.
La baia è isolata, non esiste strada rotabile, niente linee elettriche ma piccoli generatori elettrici privati funzionanti solo poche ore ogni sera. Attraverso l’Oceano si può arrivare con imbarcazioni da diporto. Partendo da Hatiheu e noleggiando un motoscafo in circa 15 minuti di navigazione si raggiunge la baia, oppure a piedi sempre da Hatiheu in circa un’ora di cammino attraversando un’enorme “cocoteraia” piantagione di palme da cocco. Dal punto di vista malacologico la barriera corallina è stata interessata per molti anni da una continua e distruttiva raccolta di conchiglie per scopo ornamentale, commerciale ed anche per alimentazione, di conseguenza è possibile trovare pochissime conchiglie grandi, poche medie, molte piccole e moltissime micro. Alla base della barriera corallina a circa 3 metri di profondità c’è molto detrito fangoso che rimane in sito per lo scarso moto ondoso e le deboli correnti. Vicino alle rocce a nord sulla spiaggia, che a bassa marea resta scoperta per circa 10 metri, per una lunghezza di circa 15 metri c’è uno strato costituito quasi esclusivamente da microconchiglie spiaggiate, con uno spessore da 1 cm ad un massimo di mezzo metro. Sono miliardi di microconchiglie, la maggior parte molto rovinate e semidistrutte dagli uccelli, granchi, vento, dal lento lavorio delle onde e dalla marea che ha un’escursione di circa un metro, oltre il 60% degli esemplari sono Bittium zebrum (Kiener, 1841).

Materiali e metodi

La raccolta del detrito, su una superficie di 1 metro quadrato, è stata svolta in un’ora, i lavaggi e le setacciature in circa 10 ore, la selezione e la prima classificazione in oltre 300 ore di paziente ed attento lavoro, altre 150 ore per ulteriori classificazioni e foto degli esemplari.
La raccolta dei campioni è stata fatta su una superficie complessiva di circa 1 metro quadro all’interno di due rettangoli di 100 x 50 cm delimitati uno sulla spiaggia a bassa marea con detrito composto quasi esclusivamente da microconchiglie, l’altro ad una distanza di circa 100 metri, sul fondo ed alla base della barriera corallina a circa 3 metri di profondità. Per la raccolta del detrito è stato usato un retino con maglie da circa 0,85 mm, sul posto si è fatto un primo lavaggio per eliminare la maggior parte del fango e sabbia fine. Il detrito è stato steso su un rustico tavolo esposto al vento sulla spiaggia all’ombra di grande albero, sia per essiccarlo sia per eliminare a vista i grossi frammenti di conchiglie, madrepore, legni e foglie. Ogni campione, per proteggere e contenere meglio il detrito, è stato versato in bottiglie di plastica da un litro e mezzo, le bottiglie in doppio sacchetto di plastica, purtroppo quest’imballaggio non è stato sufficiente a resistere alle “sollecitazioni postali”.
In laboratorio il detrito è stato lavato, essiccato e setacciato per allontanare i pezzi di plastica dell’imballaggio, le poche polveri risultate dal disastroso trasporto ed ottenere delle frazioni di detrito calibrato più facilmente selezionabile. Nonostante il lavaggio fatto ad Anaho, si è ricavato una piccola frazione di detrito, ricco di microconchiglie, al disotto di 0,85 mm, venuto fuori dall’interno delle piccole conchiglie e dai frammenti prodotti a causa del trasporto.
Con l’uso di lenti, microscopio binoculare, dei pochi dati presenti in letteratura sulla micromalacofauna polinesiana e tantissima pazienza sono stati selezionati circa 300 taxa, il circa è doveroso perché si è classificato alcune specie alla sola famiglia, altre al genere, addirittura una decina sono rimaste anonime, inoltre ci sono degli esemplari che potrebbero essere delle nuove specie.
Per l’ordine tassonomico si è fatto riferimento al lavoro: Kay Cunningham Vaught, 1989, – A classification of the living mollusca –, American Malacologists, Inc, U.S.A.

Risultati e considerazioni conclusive

I risultati sono sorprendenti sia per la quantità degli esemplari che superano il 70% del detrito, sia per il notevole numero di circa 300 taxa, dei quali solo (109) determinati. Non è stato possibile per ora fare un’esatta e completa classificazione, speriamo che questo lavoro stimoli l’interesse di specialisti in microconchiglie dell’Oceano Pacifico, saranno benvenuti per aiutare alla stesura della seconda parte di questo lavoro che sarà dato alle stampe quando si riuscirà a rivedere questa classificazione, determinare le conchiglie ancora anonime e magari presentare nuove specie. L’elenco tassonomico riporta solo le specie determinate, che comunque restano sotto indagine e dovranno passare a successive revisioni.

I risultati ottenuti non possono definirsi conclusivi, necessita allargare l’indagine con altri campionamenti.
Oltre alla grande biodiversità malacologica è stata osservata una grande varietà di pesci ed altri animali marini. La fauna e flora sulla spiaggia, rocce, terreni coltivati, ecc., che sono state esaminate solo sommariamente, presentano notevole biodiversità ed alcuni endemismi locali. Necessita proteggere questo meraviglioso habitat. Sarebbe opportuno che le autorità locali e governative della Polinesia francese istituissero una riserva o parco florofaunistico comprendente tutta la baia d’Anaho, compresa un’ampia fascia di terreno magari estesa fino allo spartiacque. La riserva dovrebbe essere controllata da guardiani abitanti sul posto; dovrebbe avere una buona fruibilità agricola per fruttiferi e cocco; ed un notevole flusso turistico ma solo per guardare, fare foto e video, da terra, sull’acqua e sott’acqua. Totale interdizione di caccia, pesca, raccolta di molluschi e conchiglie. Divieto d’ancoraggio a meno di 100 metri dalla barriera corallina. Severe pene per chi viola interdizioni e divieti. Pochi e speciali permessi unicamente per ricerca scientifica.

Ringraziameneti

L’autore ringrazia:
l’ANMS Associazione Nazionale Musei Scientifici per il patrocinio alla ricerca scientifica “Fatuiva” sugli endemismi geo/floro/faunistici delle Isole Marchesi nella Polinesia Francese;
Claudio Fanelli e Raffaele Petrone, che in circa 50 ore hanno classificato, preparato i campioni e fatto le foto digitali di tutte le microconchiglie;
l’agenzia Gie Haere Mai per aver fatto le difficili prenotazioni aeree e delle pensioni familiari marquisiane;
il sig. Leopold (?) proprietario della locale pensione “Te Pua Hinako“ che ha suggerito l’idea della riserva, e pazientemente ha permesso il lavaggio ed asciugamento del detrito e la conservazione in congelatore delle conchiglie;
il dott. Claude Serra della Délégation à l’Environnement che ha dato una preziosa e fattiva collaborazione, consigli e informazioni sulla fauna, flora e ambiente polinesiano;
il collezionista Vincent Wargnier per aver aperto il suo sito internet “Les coquillages de Polynésie francaise”, http://www.Tahitishells.fr.st

Bibliografia

Per le determinazioni sono state utilizzate numerose opere malacologiche ed articoli di riviste specializzate. Per brevità sono riportate solo le opere più significative.
Bernard Salvat - Claude Rives, 1975, - Coquillages de polynésie -, Les éditions du pacifique, Papeete-Tahiti
Kay Cunningham Vaught, 1989, – A classification of the living mollusca –, American Malacologists, Inc, U.S.A.
La Conchiglia, (autore, anno, – Titolo –, editore, luogo.).