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CASSIN RICCARDO

Capocordata. La mia vita di alpinista

Vivalda editori, Torino 2001, collana: I Licheni (52), pp.381 , cm.12,5x20, ISBN 887808153, euro 19.11.
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A cura di Matteo Serafin Recensione da "Il Corriere della Sera" Ha il profumo, i profili, i riferimenti e le parole di casa l'alpinismo di Riccardo Cassin. Un nome che per ogni lombardo significa subito Grignetta e Resegone, Corna del Medale e rifugio Porta. Per i più anziani riporta agli anni Trenta e all'immediato dopoguerra, quando per raggiungere il Pian dei Resinelli si doveva andare a Lecco in treno e poi salire la Val Calolden a piedi. Chi se lo ricorda? Lui, Cassin, sì. E benissimo. Nelle sezioni del Cai oggi si racconta di averlo visto ancora poco tempo fa ultraottantenne con vanga e piccone a risistemare da solo sotto il sole i sentieri dimenticati delle Grigne. Forse una leggenda. Ma poco importa. Perché comunque Riccardo Cassin incarna la leggenda. Classe 1909, friulano di nascita, lecchese d'adozione (arrivato giovanissimo a cercare lavoro dopo che il padre minatore era morto in Canada), è stato tra gli alpinisti italiani più famosi e completi del Novecento. Nulla a che vedere con l'agilità aristocratica del triestino Emilio Comici, o i tecnicismi esasperati di tanti altri dolomitisti. Cassin è stato un fortissimo su roccia come su ghiaccio, artista capace di ideare la prima dello spigolo sud-est alla Torre Trieste, ma anche vincere il "misto" della nord-est del Badile sotto la bufera. Lo zenith lo tocca nell'estate del 1938. Battuto dai tedeschi nella gara per la vittoria sulla nord dell'Eiger, "ripiega" sul gruppo del Bianco e con i compagni Esposito e Tizzoni risolve in tre giorni quello che allora era considerato "il grande problema delle Alpi occidentali": lo spigolo nord della punta Walker alle Grandes Jorasses (4.206 metri). Cassin ce lo racconta nel libro appena pubblicato da Vivalda, Capocordata . Dove sono raccolte le testimonianze già apparse in due volumi stampati nel 1958 e 1977, ma con alcune aggiunte inedite. Per esempio le vicende del partigiano Cassin nella battaglia di Lecco e la ripetizione a 78 anni del sesto grado sulla "sua" via al Badile. Ne scrive in modo semplice, lineare, trasmette quel senso di totale passione per la montagna e il suo mondo in cui il divertimento è fine a se stesso, senza età. Tutto il contrario di certi alpinisti bravissimi da giovani, che però prima dei 40 anni appendono la corda al chiodo e vanno solo al mare. Lorenzo Cremonesi, Il Corriere della Sera, Cultura

La collana:I Licheni

Collana a cura di Stefano Camanni, Pietro Crivellaro e Nanni Villani.



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Data ultimo aggiornamento: Venerdì 29 novembre 2002
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