Enrico Fermi 

Enrico Fermi nacque a Roma nel 1901; fin dai primi anni della giovinezza fu attratto dallo studio della matematica e della fisica. Superato brillantemente il liceo, fu ammesso alla Scuola Normale di Pisa dove si laureò in fisica nel 1922. Nel 1927 venne nominato professore di fisica teorica all'Università di Roma, presso l'Istituto di via Panisperna. Qui, in collaborazione con i "ragazzi di via Panisperna" Edoardo Amaldi, Ettore Majorana, Bruno Pontecorvo, Franco Rasetti ed Emilio Segrè, si occupò della produzione di radioattività artificiale. Per questo secondo studio fu insignito, nel 1938, del premio Nobel per la fisica.
Dopo aver ritirato il premio a Stoccolma, Fermi decise di non far ritorno in Italia per via delle persecuzioni razziali del regime fascista (sua moglie era ebrea), emigrando con la famiglia negli Stati Uniti, dove divenne professore alla Columbia University. In quell'epoca egli era profondamente convinto dell'importanza delle sue ricerche al fine di produrre energia atomica e realizzò la prima reazione a catena di fissione nucleare controllata nel dicembre del 1942 presso l'Università di Chicago, lavorando per il resto della seconda guerra mondiale a Los Alamos (New Mexico) alla progettazione della bomba atomica (progetto Manhattan). Successivamente per motivi etici si oppose al progetto della bomba all'idrogeno.
Dopo la guerra, nel 1946 divenne professore di fisica e direttore del nuovo Institute of Nuclear Studies dell'Università di Chicago e, come era avvenuto nel periodo romano, anche a Chicago lo raggiunsero studenti da ogni parte del mondo. La sua carriera fu interrotta dalla morte prematura per cancro. 
E' da considerarsi uno dei padri della fisica nucleare. Sia in Italia che negli Stati Uniti incoraggiò il lavoro di molti giovani ingegni, che si rivelarono poi tra i più grandi fisici del secolo.
Quest'anno ricorre il centenario dalla sua nascita e perciò dalla comunità scientifica il 2001 è stato definito "anno di Fermi"

 

 

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