Mussolini, il “principe della giovinezza”

 

In questo periodo l’attenzione per le giovani generazioni si fa sempre più insistente: verso di loro si dispiega, coerentemente con l’obiettivo della dittatura di creare una “nuova civiltà”, una propaganda assillante. La questione dei giovani era cruciale per il regime fascista, che si poneva il problema di durare e di farlo anche grazie alla trasformazione delle loro generazioni. Complessivamente fu tra la gioventù che il fascismo ottenne il massimo dei consensi; la penetrazione del regime e della sua ideologia tra i giovani è considerata uno dei maggiori successi del fascismo. Per quanto riguarda la scuola, venne istituito il testo unico di Stato; ma anche la letteratura per l’infanzia e l’adolescenza fu condizionata direttamente o indirettamente dal sistema. Tutta l’apologia Mussoliniana, comunque, insisteva sulla predilezione del capo per i fanciulli, definendosi amico delle piccole creature, protettore dell’infanzia, princeps juventutis. Nelle biografie di Mussolini e nei racconti recitati per radio scritti appositamente per i ragazzi, particolare rilievo viene dato agli aspetti che riguardano il duce fanciullo, con gli aneddoti classici su Benito che non abbandona il compagno caduto dall’albero o che fa cronometrare il tempo della propria corsa intorno alla casa per mettersi alla prova. Da un lato Mussolini si inserisce quindi nella sequela di fanciulli eroici, protagonisti di vicende spesso tragiche, perché patrioti o pronti a salvare altri dalla morte, che avevano sempre popolato la produzione italiana per l’infanzia e l’adolescenza. Dall’altro Mussolini è l’esempio della disciplina e del lavoro indefesso fin da quando era scolaro.la disciplina è un ritornello incessante rivolto ai giovani, che devono adeguare il loro comportamento a quello del capo, esempio di instancabile operosità e di ordine. La conoscenza di elementi della biografia mussoliniana diventa, dunque, parte essenziale del patrimonio culturale e ideale del giovane fascista.