Dott. Eugenio Lo Gullo - Psicologo ----- Dott.ssa Francesca Abrami - Psicologa - Psicoterapeuta

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AGESCI

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CNGEI

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"Lasciate il mondo un poco migliore di come lo avete trovato" B.P.

 

 

Le foto ritraggono il Dott. Eugenio Lo Gullo, riconoscibile per il cappellone,

durante una route (1982).

 

 

BREVE STORIA DELLO SCOUTISMO
Lo scoutismo nacque nel 1899 durante la guerra anglo-boera che vede in prima linea il suo fondatore Lord Robert Smith Baden Powel di Gilwel (1875-1941). BP, com'è conosciuto in gran parte del mondo, ebbe l'idea di formare un gruppo di giovani a carattere paramilitare, ma soprattutto educativo capace di rispondere sia al bisogno d'avventura (che in psicologia viene chiamato bisogno di forti emozioni, motivazione all'avventura, all'esplorazione, ecc.) che ad esigenze socio-educative. Questo primo gruppo costituito da giovani cadetti. Solo in seguito BP pensò di fondare un movimento di giovani dotato di un regolamento oltre che di precise tappe da seguire per sviluppare doti di giovane esploratore. Nei suoi scritti, BP, prese ad esempio sia nozioni militari informazioni riguardanti la vita degli indiani d'america e degli indigeni che potremmo definire gli antenati degli scout.

Nel 1907, BP, scrisse la sua prima opera dal titolo "Scoutismo per ragazzi" suddiviso in fascicoli in cui sono contenute le prime direttive del movimento. In breve tempo la sua idea si diffuse a macchia d'olio finché nell' Isola di Brownsea si concretizzò la prima esperienza scoutistica che vide la partecipazione di 20 ragazzi impegnati in un campo scout che ebbe un enorme successo. Due anni dopo (1909) a Manchester si incontrano più di 11.000 esploratori e molti curiosi oltre a numerose ragazze che vogliono far parte del movimento. Fu lo stesso Baden Powell ad incontrare diversi gruppi di ragazze che si erano organizzate in gruppi e in divisa seguendo i principi dettati dal metodo. Inoltre, BP dovette valutare la loro simpatica, ma pressante, richiesta di far parte del movimento. Il giovane movimento Scout si diffonde in tutto il mondo preceduto dalle opere del fondatore. Nasce in paesi come il Cile, la Francia, la Scandinavia e con l'esordio negli Stati Uniti diviene inarrestabile. Anche in Italia si formano i primi gruppi e a Bagni di Lucca un baronetto inglese, Sir Francis Vane, crea il primo gruppo di giovani esploratori. E' a Genova, dove esiste da tempo un'associazione giovanile "Le Gioiose" fondata nel 1905 dal Prof. Mario Mazza, che in seguito alla scoperta dello scoutismo, nasce il R.E.I. (l'associazione Ragazzi Esploratori Italiani) e per la prima volta compare come simbolo il giglio scolpito nell'arco della cappella dei Lanaioli nella chiesa di Santo Agostino. In seguito a questa iniziativa, al R.E.I. aderirono altri movimenti italiani come quello fondato dal Dott.Carlo Colombo (1912) docente presso l'Università di Roma, il G.E.I. (il corpo di Giovani Esploratori Italiani).

In seguito a profondi diverbi sul futuro religioso dell'associazione nel 1915 il movimento si divide originando due associazioni: l'A.S.C.I. (Associazione Scout Cattolici Italiani) di tipo confessionale e il C.N.G.E.I. (Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani) di tipo non confessionale. Il 1 febbraio 1916, viene nominato commissario dell A.S.C.I. il conte Mario di Carpegna ed inseguito nel giugno dello stesso anno Benedetto IV° riconosce l'Associazione e provvede a nominare il primo Assistente Ecclesiastico Centrale, Don Giuseppe Gianfranceschi.

Nel 1916 B.P. da vita alla prima Branca Lupetti aprendo il suo movimento al mondo infantile e due anni dopo crea la branca dei Rovers (1918). Lo scoutismo diviene sempre di più un movimento che abbraccia quasi tutte le fasi dell'età evolutiva affiancandosi a progetti educativi nei quali la psicologia del bambino e del giovane è una costante.

Nel 1920, dopo la terribile esperienza della prima guerra mondiale, si organizza il primo raduno mondiale "Jamboree" e in seguito  all'enorme successo questa esperienza si ripeterà ogni 4 anni per garantire la fraternità degli scout di tutto il mondo. A Londra si tiene la prima Conferenza Internazionale e l'Italia viene rappresentata dal conte di Carpegna. Nel 1921 viene organizzato nel parco d'Abruzzo,il primo campo Nazionale.

Con l'avvento del Fascismo e la costituzione dei primi movimenti giovanili organizzati dall'Opera Nazionale Balilla nel 1928, con un decreto del 9 aprile vengono soppresse tutte le associazioni e movimenti scout in Italia rappresentati dall'ASCI e dal CNGEI. Una delle motivazione del decreto fu "l'origine inglese" del movimento oltre alla riscoperta dei principi e dei "valori italici". E' il periodo della "GIUNGLA SILENTE"in cui gli scout continuano a frequentarsi di nascosto e diverse unità clandestine ebbero il coraggio di mantenere la loro posizione fino liberazione divenendo negli ultimi anni movimenti di resistenza civica attiva come le Aquile randagie dell'ASCI a Milano, Il Lupercale a Roma, che riuniva i capi del CNGEI, I Lupi, le Aquile, I Galli di Roma. Gli scout italiani cominciarono a riunirsi per il ritrovo della Promessa nel giorno di San Giorgio e alcuni di essi parteciparono ai campi o raduni scout in Francia o in Svizzera mentre le coraggiose Aquile Randagie presero parte a tutti i Jamboree.

L' 8 gennaio del 1941 il grande B.P. muore in Kenya mentre la seconda guerra mondiale travolge tutto il mondo, ma la sua opera ed i suoi insegnamenti sono inarrestabili e con la caduta del Fascismo (1943) risorgono in tutta Italia i diversi gruppi scout. L'opera dei " Vecchi Lupi" come amano definirsi fu eccezionale, ma con l'occupazione tedesca si ritorna nella clandestinità. La determinazione di Giuliana di Carpegna e Josette Lupinacci da vita al primo movimento scout femminile. Nascono le prime guide che non hanno nessun legame con l'UNGEI, il gruppo femminile del Corpo Nazionale. Il 26 dicembre dello stesso anno, nelle catacombe di Priscilla a Roma, ebbe luogo la promessa del primo gruppo di Guide. Tale iniziativa è approvata da Pio XII° e nel 1944, in seguito ad un accorda fra A.S.C.I. e G.E.I., nasce la F.E.I. (Federazione Esploratori Italiani). In seguito nel 1945 le due associazioni femminili danno origine alla F.I.G.E. ( Federazione Italiana Guide Esploratrici ). Nel 1946 la FEI ottiene il riconoscimento ufficiale internazionale. Nel 1948 la FIGE diviene membro a pieno diritto dell'Associazione Mondiale delle Guide e nel 1953 si costituisce il M.A.S.C.I. (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani) che accoglie molti dei "Vecchi Lupi", ma anche adulti che non riuscivano ad essere collocati nei movimenti precedenti per la loro connotazione giovanile. Lo scoutismo allarga la sua attività socio-educativa a tutto l'arco della vita e va a rappresentare un'esperienza nella quale il lupetto (bambino) e il Rover (adulto) trovano un comune, ma diverso spazio ludico di crescita.

Nel 1974 si concretizza la fusione delle due associazioni cattoliche ( ASCI e AGI ) e nasce l'A.G.E.S.C.I. ( Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani ). Il grande sogno di vedere il gruppo maschile e quello femminile uniti si concretizza nell'intento di offrire un unico indirizzo educativo, ma nel pieno rispetto delle diversità sia biologiche che psicologiche. Il gruppo diviene uno spaccato della famiglia e della società stessa fatta di individui diversi per età, sesso, qualità psico-fisiche.

PSICOLOGIA E SCOUTISMO
Breve premessa

Le associazioni che il ragazzo, nel corso del suo sviluppo psichico, ritiene interessanti sono naturalmente molte. Nella prima infanzia il suo gruppo è composto, per lo più, da compagni di scuola, ma in adolescenza, solitamente, è orientato verso i gruppi politici o religiosi. Nel caso in cui il soggetto è un portatore di handicap, o si percepisce come diverso, la sua scelta tende a considerare quelle organizzazioni in cui non compaiono forme di discriminazione.

Nel corso della nostra ricerca, non potendo esaminare accuratamente tutte queste realtà, abbiamo focalizzato l'interesse su di un'associazione che a nostro parere, per le sue caratteristiche di progetto educativo che si rivolge a tutti e che interessa le diverse età dello sviluppo, rappresenta un ottimo sistema di crescita e di utilizzo del tempo libero. La scelta è stata, inoltre, motivata dal fatto che uno degli autori (Lo Gullo) ha fatto parte del movimento fin dall'età di 8 anni (ASCI e AGESCI) e le esperienze vissute hanno segnato la sua vita in modo significativo.

Lo scoutismo e lo sviluppo psicofisico

Lo Scoutismo, movimento giovanile a carattere internazionale rappresenta, sicuramente, uno dei movimenti che più si addice al bambino e all’adolescente, ma anche all’adulto, per la sua connotazione sociale oltre che ludico-educativa-esplorativa. Gli scout sono divisi in gruppi organizzati per fasce d'età, ruoli, ecc.:

- Cerchio -(Coccinelle e Coccinelli) -bambini da 8 e 11 anni;

- Branco (Lupette e Lupetti) bambini da 8 e 11 anni;

- Reparto (Guide ed esploratori ) - ragazze e ragazzi da 12 a 16 anni organizzati in squadriglie, piccoli gruppi formati da 6-8 ragazzi/e . Ogni Squadriglia ha un suo Caposquadriglia e un Vice.

- Comunità Rovers-Scolte - ragazze e ragazzi da 16 a 21 anni provenienti dal Reparto o nuovi iscritti. Firmando la Carta di Clan si diviene Scolta o Rover. Le Scolte ed i Rover formano un gruppo detto Clan.

- Comunità Capi - ragazzi e ragazze da 20 a 21 anni (Capi e Assistenti) che lavorano nel Gruppo che hanno conseguito il "Brevetto Internazionale di Capo" sancito dall'Organizzazione Mondiale dello Scoutismo.

Come possiamo osservare nello schema precedente , il soggetto, nelle diverse età, riesce a trovare una sua dimensione personale poiché la proposta educativa scout va a considerare diverse fasi della vita oltre alle reali capacità di ogni singolo individuo. Naturalmente, fra un movimento e l'altro, ad esempio AGESCI E CNGEI, esistono delle differenze organizzative, ma, in ogni progetto educativo, il ragazzo ha la possibilità di esprimere liberamente le sue potenzialità. I suoi bisogni si concretizzano in un grande gioco di ruoli che si esprime in una dimensione ludico-espressiva oltre che nel desiderio di avventura che contiene in se importanti motivazioni quali: l'esplorazione, il bisogno di forti emozioni, l'aggressività, il gioco, il bisogno di autonomia, ecc., fattori di crescita fondamentali. Il metodo, spesso consigliato da molti psicologi a bambini e ragazzi descritti come troppo dipendenti, offre esperienze di confronto e di socializzazione continua. Inoltre, la diretta responsabilità nei compiti di ogni singolo ragazzo favorisce la costruzione di quel processo di desatellizzazione (Ausubel) che è indispensabile per il raggiungimento dell'autonomia, dell'autostima e per un equilibrato sviluppo psicofisico.

Scrive la Montessori: "Lo scoutismo rappresenta il metodo educativo che la scuola dovrebbe utilizzare per rispondere ai molteplici bisogni del bambino".

Il tempo libero viene ad essere nel gruppo un modo per rendersi utili. Inoltre, il fatto di essere responsabili di un particolare compito significa tenersi pronti in qualsiasi momento e rendere conto del proprio operato agli altri membri del gruppo nella piena consapevolezza che ogni azione personale influenza il gruppo stesso. Perché ogni ragazzo si senta libero di esprimere le proprie capacità-competenze occorre che la personalità di ogni membro non assorba ne soffochi quella degli altri, ma ciascuno deve sapere che sia gli educatori-capi che i compagni saranno sempre pronti ad ascoltarlo e ad aiutarlo. Il ruolo dell'immaginazione in questa fantastica avventura assume una posizione di netto dominio che spazia incontrastata in ogni attività.

Uno dei principali momenti di formazione degli scout è costituito dal contatto diretto con la vita all'aria aperta, con la natura di cui fa parte. Difatti, il rapporto che s’instaura con la natura, che è diverso dalla filosofia consumistica, rappresenta una possibilità reale di conoscere luoghi e ambienti diversi dai ridotti spazi e dal caos cittadino. Vivere nel bosco, dormire in tenda, rinunciare alle comodità, compiere delle imprese, rappresenta la realizzazione del desiderio di sperimentare il proprio livello tecnico e personale in un habitat differente dalla scuola o dalla casa.

Gli scout di tutto il mondo amano cantare e giocare insieme ed utilizzano da sempre il canto come strumento di socializzazione che non esclude nessuno e che ci riporta al concetto di Cantoterapia e di Ludoterapia. Cantare, giocare, significa liberare la propria mente, le proprie emozioni, scaricando ogni angoscia e rinforzando in questo modo la propria percezione del Sé e del mondo oltre che il Sistema Immunitario. Inoltre, se ci soffermiamo per un attimo sul significato di espressione percettiva è facile desumere come essa è costituita da elementi presenti nella nostra coscienza e vissuti che influenzano l'interpretazione di tutto ciò che ci si presenta davanti. Sulla base della nostra esperienza passata riguardo agli atteggiamenti delle persone e al valore che diamo alle cose che ci circondano, un disegno potrà essere percepito come triste, allegro, ecc. persino le cose inanimate come un paesaggio, un tramonto, un luogo inesplorato, un edificio, assumono un significato di tipo emozionale. Ogni elemento come il gioco, la musica, il bosco, contiene più modelli di riferimento espressivi che dipendono dalla conoscenza oltre che dal contesto nel quale si esprimono. Tutto quello che, di solito, nell’inconscio è l’espressione stessa della paura, come il bosco buio, le ombre, gli animali, per gli scout rappresenta un elemento essenziale del progetto educativo in cui è presente un alto contenuto simbolico. Il ragazzo si fonde con la natura stessa per proiettarsi nella sua giusta dimensione di essere vivente.

Il bosco, descritto da molti bambini come luogo oscuro e malvagio, che troppo spesso simboleggia nelle fiabe l'habitat più pericoloso frequentato da gnomi dispettosi, lupi e briganti, diviene un grande parco dei divertimenti, un amico capace di soddisfare molte esigenze. Va poi ricordato che il bambino-ragazzo è per sua natura un gran sognatore: tutto ciò che vede o ascolta lo interessa al punto che molto spesso la sua mente si riempie di immagini di eroi come Tarzan, Sherlock Holmes. Ogni personaggio fantastico rappresenta una qualità: coraggio, forza, astuzia. Le sue fantasie contengono spazi aperti e incontaminati, in un rapporto con la natura che lo scoutismo offre come palestra attraverso cui sperimentare e migliorare le proprie capacità psicofisiche. Qualunque nuova esperienza comporta una rielaborazione degli stereotipi che ci sono trasmessi o che ci costruiamo con il tempo. Un progetto di crescita non ansiogeno, dunque, ma sempre connesso al continuo mutare delle condizioni sociali, non può non gratificare il bisogno di libertà e di autonomia sempre presente in ogni individuo.

Il ragazzo imita tutto ciò che per lui ha valore e tutto questo diviene il punto cardine del grande gioco dei ruoli e delle tappe o livelli che deve saper conquistare per crescere. Tale spirito si concretizza nel desiderio di sfida, nel gusto per l'imprevisto (in molte patologie la paura dell'imprevisto è una costante sempre presente), per gli ostacoli da superare e per le difficoltà da vincere per "collaudare" se stessi.

Il portatore di un handicap, come ogni altro ragazzo, non solo sente crescere le sue forze, ma il progetto di vita di cui fa parte senza discriminazione alcuna stimola il desiderio di mettersi alla prova per guadagnarsi la fiducia degli altri e dei più anziani e per essere nel futuro prossimo egli stesso un "capo". Scrive L. Braun (1980): “Ogni qualità individuale diviene lo strumento per arricchire il lavoro degli altri favorendo il processo di individualità nel gruppo.”

La suddivisione del gruppo scout in sottogruppi con regole proprie porta ad una graduale autodefinizione del ragazzo che viene a sperimentare il rapporto con realtà diverse:

- Sestiglia-squadriglia (rappresenta il gruppo familiare);

- Reparto (rappresenta il gruppo parentale più esteso);

- Gruppo (rappresenta il contesto sociale di appartenenza).

 La programmazione di uscite, campi, incontri con altri gruppi pone lo scout di fronte alla possibilità di staccarsi dalla famiglia, spesso per la prima volta, per affrontare il mondo, la prima notte in tenda, la convivenza con persone diverse dalle figure di attaccamento primarie. Inoltre, l'incontro frequente con altri gruppi allarga l'orizzonte delle amicizie favorendo le capacità di socializzazione. La crescita in un'atmosfera di gioia, l'amicizia, il volontariato, la competenza, la vita all'aria aperta, rappresentano solo alcune delle principali alternative che lo scoutismo offre al bambino, all'adolescente, all'adulto, o a chi, per un motivo o per l'altro, vive nella solitudine e nell’emarginazione sociale.

 

ALCUNE CANZONI SCRITTE PER GLI SCOUT

Testi e musiche di Eugenio Lo Gullo

Per cantarle insieme clicca sul tasto rosso

Copyrigt by: Eugenio Lo Gullo - 1974

   
 
   
Dorme di già il picchio nel nido suo,

anche la volpe nella sua tana sta,

e tutto intorno c'è un gran silenzio

tutto qui dorme, ma......

Rit.

Dolce sentire, le note di una chitarra,

che in lontananza suona una ninna nanna,

mentre le tende si aprono innanzi a noi

come una mamma che abbraccia i figli suoi.

Il canto del compagno lento si faa,

forse anche lui chissà cosa sognerà,

ma è tranquillo perchè il buon Dio

sul campo veglierà.

Rit. Dolce sentire..........

  

Il fuoco già si spegne in un gran silenzio

ma il gufo il mormorio suo canta ancor

stelle voi illuminate dall'alto

il giglio dell'esplorator.

Rit. Dolce sentire le note di una chitarra..........

Dolce sentir le note di una chitarra.

   
   
 
   
Questo baule porta una gioventù,

racchiude lui la vita non torna più,

vecchi ricordi, fotografie e la divisa mia,

degli scarponi, il cappellone

e non so cosa più.

Rit.

Ritorna mio passato, ritorna in me

tu sei andato via e non ritorni più

a non potrò scordare,

io no, non scorderò

solo nei sogni ancora camminerò.

Vecchia divisa, a, quanto penso a te

sei mal ridotta, ma ancor ti porto in me

e quante volte ti avrò indossata,

sporcata e poi lavata

eri allor nuova, eri più bella,

quand'ero di sentinella.

Rit. Ritorna mio passato..........

 

 

 

"Quando il bisonte non correrà più libero nella prateria, quando l'aquila non volerà più alta nel cielo avrà fine la vita e avrà inizio la sopravvivenza".

Cochise capo degli Apache Chiricahwa.

 

 

 

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