La Scomunica

Sisto IV appreso che la Congiura dei Pazzi non aveva eliminato il Magnifico dalla scena politica fiorentina, istigato dal nipote Girolamo Riario, emanò una Bolla di Scomunica contro Lorenzo de Medici, che lo definì in quell'occasione <<quel figlio dell'iniquità e della perdizione>>. Nella Bolla espose tutti i suoi motivi d'accusa contro di lui, incominciando dalla difesa di Niccolò Vitelli da parte di Lorenzo, e di altri nemici della Chiesa e terminando con l'approvazione della condanna a morte dell'Arcivescovo Salviati e l'arresto e successivo imprigionamento del Cardinale Raffaele Riario. Anche i Priori e il Gonfaloniere Cesare Petrucci furono inclusi nella scomunica e fu proclamata un interdizione su tutta la città e sul territorio fiorentino a meno che i colpevoli non si fossero dichiarati tali in meno di un mese. Lorenzo il Magnifico in una lettere al re di Francia Luigi XI dichiara che il vero crimine che aveva compiuto sotto gli occhi di Sisto IV era quello di non aver perso la vita durante la congiura. Donato Acciaiuoli, ambasciatore fiorentino da Roma convinse il governo fiorentino a lasciare libero il cardinale Raffaele Riario in modo che l'interdizione cessasse. E così il Governo decise con grande rammarico. La Scomunica fu seguita da una dichiarazione di guerra da parte del Papato e di Ferrante re di Napoli.

 

Marco Portolano