L’azione dei suoni sull’essere umano è molto profonda
e reale perché, effettivamente, la nostra costituzione interiore
è conformata come un vivente strumento musicale, le cui corde
sono il tessuto animico sovrasensibile del corpo astrale che,
vibrando, riproducono le armonie e la musica del cosmo, risuonando
nell’elemento “acqua” del corpo vitale.
Rudolf Steiner ci mostra come nel mito di Osiride dell’antico
Egitto (Apollo presso i Greci) è narrata la formazione del corpo
astrale dell’uomo a partire dall’elemento musicale.
Quando la Luna si staccò dalla Terra, Osiride trasferí la
sua azione su questa e, suonando l’entità astrale umana,
fece scaturire dal midollo spinale le 28 paia di nervi in collegamento
con le 28 fasi lunari (il fatto che i doppi nervi siano 31 è dovuto
allo sfasamento tra il ciclo lunare e quello solare).
Strumenti come la lira, la cetra ed altri simili nascono,
quindi, come vere immaginazioni spirituali, essendo concrete realtà
dell’interiorità umana.
Un’altra importante leggenda sulla quale si è particolarmente
soffermato Rudolf Steiner è quella cinese del “violino lunare”.
Qui ci viene data una immagine completa dell’essere umano
come centro di tutte le attività cosmiche che si manifestano attraverso
le sfere planetarie e stellari, riassumendosi nelle tre facoltà
dell’anima: pensare, sentire e volere. Questa immagine ci
porta di nuovo ad uno strumento musicale, che può essere visto
come una evoluzione della cetra o della lira, ed assume la forma
di una chitarra a cinque corde, dove la parte inferiore della
cassa armonica rappresenta la Luna (volere), la rosa (apertura
al centro della tavola armonica) corrisponde al Sole (sentire)
e infine la testa dello strumento (parte terminale del manico)
richiama lo Zodiaco attraverso la sfera di Saturno (pensare).
Le cinque corde rappresentano i pianeti: Saturno, Giove, Marte,
Venere e Mercurio.
Questo tema del “violino lunare” può essere ulteriormente
illuminato dalla lettura dell’Enrico di Ofterdingen
di Novalis, dove la chitarra assume un ruolo centrale come anima
armoniosa e calice casto dal quale irraggia l’Io superiore,
che è il vero musicista creatore.
Tali profonde immagini, oltre che aiutarci a sentire la grandezza
e la sacralità dell’elemento musicale, che attraverso l’opera
di veri artisti dovrà sempre di piú aprirci il varco verso le
forze del cuore, ci danno anche la certezza di una concreta azione
del suono sull’essere umano, e quindi anche la giustificazione
della sua forza terapeutica.
Per dimostrare questo si possono, ovviamente, prendere in
considerazione molte altre realtà, come per esempio gli esperimenti
eseguiti, sul finire del Settecento, da Ernst Chladni. Il celebre
fisico tedesco utilizzava lamine elastiche, messe in risonanza
secondo precise altezze musicali, sulle quali era posta una polvere
molto leggera che, a seconda dei suoni, si disponeva in forme
precise.
Fondamentale è la comprensione del fatto che gli elementi
musicali sono collegabili con la costituzione umana, e che possono
quindi essere trattati a scopo terapeutico.
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