L’anima, o corpo astrale, dell’essere
umano, è un riflesso microcosmico dell’anima del sistema solare.
Questa è creata dalle armonie musicali che scaturiscono dal movimento
dei sette pianeti principali. Il corpo astrale si esprime, quindi,
secondo sette qualità particolari e ognuna di queste risuona col
tono di base di una sfera planetaria. Nell’àmbito della Terra
queste forse cosmiche formano, tra l’altro, i sette metalli
principali, che in realtà sono tracce materiali dell’azione
svolta dai pianeti nella sostanza terrestre.
Rudolf Steiner ci ha dato una chiave preziosa rivelando i rapporti
profondi che intercorrono tra suoni, metalli e pianeti:
DO (ferro – Marte ); |
RE (mercurio – Mercurio ); |
MI (stagno – Giove ); |
FA (rame – Venere ); |
SOL (piombo – Saturno ); |
LA (oro – Sole ); |
SI (argento – Luna ). |
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Il sistema musicale che si riferisce alla dimensione planetaria
è quello “modale”,; questo sistema adotta scale di
sette suoni. Dato che i toni sui quali le scale possono basarsi
sono sette, vengono a formarsi altrettante “modalità”
in collegamento con le sfere planetarie. I caratteri particolari
di ogni modo sono dovuti alla posizione dei semitoni, che, cambiando
ogni volta, creano rapporti diversi tra i gradi della scala e,
quindi, tra le parti costitutive dell’essere umano che con
questi sono connesse:
L’azione dei pianeti porta, nell’àmbito dell’organismo
umano, alla formazione degli organi interni e al mantenimento
delle relative funzioni:
: cistifellea,
laringe; |
: polmoni,
linfa, ghiandole; |
: fegato,
cartilagini, muscoli; |
: rene, vene; |
: milza,
scheletro, midollo osseo; |
: cuore, circolazione; |
: organi genitali,
cervello, pelle. |
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Nell’àmbito animico l’azione dei pianeti porta, invece,
a particolari ed articolate caratterizzazioni, che sintetizziamo
nel modo seguente in accordo a quanto riportato nel testo di B.
Lievegoed piú avanti citato:
: l’imprenditore; |
: il rinnovatore; |
: il pensatore; |
: colui che
accoglie e cura; |
: il ricercatore; |
: il portatore
di equilibrio; |
: il conservatore. |
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Ogni pianeta,
inoltre, si esprime secondo due correnti, la prima legata alla
direzione sistolica, (ê) e la seconda è quella diastolica (é).
Per approfondire adeguatamente e nei particolari gli effetti di
queste doppie correnti planetarie, ci si può riferire al testo
di B. Lievegooed L’uomo alla soglia (1), a quello di V. Bott Medicina antroposofica
(2) e, ovviamente e principalmente,
all’opera di R. Steiner.
Un altro principio fondamentale da tenere presente è quello della
polarità che intercorre tra i pianeti, creando quattro specifici
processi:
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1°
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2°
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3°
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4°
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(come centro
in se stesso) |
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Nella dimensione delle armonie e dei rapporti operanti tra le
sette sfere planetarie veniamo condotti, in modo specifico, dalle
“composizioni modali”. Queste mostrano le eccedenze
o le deficienze delle varie correnti planetarie. La creazione
di queste composizioni, da parte del paziente, viene effettuata
usando le pia- stre sonore proposte secondo il “sistema
modale” e procedendo in modo simile a quella pentatonica.
Il numero dei suoni, però, non è limitato a cinque, ma è libero,
potendo anche ripetere suoni e frammenti melodici a piacere, cercando
di restare comunque in una dimensione essenziale e spontanea.
Il primo e l’ultimo suono, anche qui, assumono un’importanza
particolare, poiché definiscono i “modi” e quindi
la loro ricerca deve essere curata con attenzione. Dopo una serie
di queste composizioni, ottenute ripetendo l’operazione
in diversi momenti, avremo una chiara immagine delle forze planetarie
attive in un individuo. Due tipiche composizioni modali sono le
seguenti:
Nella prima i suoni sono presenti secondo i seguenti collegamenti,
ricordando che il primo e l’ultimo assumono valore doppio:
Nella seconda si evidenziano invece questi rapporti:
Per poter avere un’immagine reale intorno agli equilibri
tra le varie correnti, bisogna disporre i pianeti in questo specifico
ordine:
In questo modo le dinamiche planetarie si evidenziano sia nelle
loro forze assolute sia in rapporto al pianeta complementare.
Per esempio, nella prima composizione riportata il forte Saturno è ben bilanciato dalla Luna, mentre Giove è
in eccesso e non gli si contrappone neanche una sufficiente attività
di Mercurio, per cui i principali
problemi psicofisici derivano da un eccesso di attività gioviana
legata alla sfera del sentire, dato l’andamento della melodia.
Nella seconda composizione il forte Saturno sistolico,
oltre ad agire secondo la funzione che gli è propria, richiama
anche le forze della Luna diastolica
che gli sono complementari, portando cosí patologie legate a questi
due pianeti nelle direzioni riscontrate (Saturno
ê Luna é). Queste leggi,
che nascono dalla complementarità, valgono allo stesso modo per
tutte le sfere planetarie. Riferendoci ancora alla polarità tra
i pianeti, possiamo rilevare come le forze di questi, ognuna in
accordo con la sua complementare, impulsano lo sviluppo dell’“anima
senziente” (Marte - Venere), dell’“anima razionale e affettiva”
(Giove - Mercurio) e dell’“anima cosciente”
(Saturno - Luna).
I suoni iniziali e finali delle composizioni create dai pazienti
possono essere considerati anche a parte, come un’ulteriore
possibilità di ricerca, data la loro speciale importanza. Le informazioni
che possiamo ricevere dalla dimensione delle attività planetarie
sono molto vaste e articolate, abbracciando in modo indiretto
anche altre sfere, come per esempio quella dei temperamenti, o
quella dello Zodiaco (della quale tratteremo adeguatamente nel
seguito di questo lavoro).
Basandosi sulla conoscenza delle varie dinamiche planetarie attive
in un essere umano, possiamo impostare la giusta terapia mediante
le melodie modali adatte. Qui vige principalmente la regola della
complementarità, cioè per esempio ad un’azione marziale
eccessiva dobbiamo contrapporre la pratica di melodie basate sulla
modalità di Venere. Si procede praticamente proponendo composizioni
adatte tratte dal proprio repertorio (formato anche da composizioni
create dallo stesso musicoterapeuta) o stimolando la creatività
improvvisativa e compositiva del paziente. Questo si realizza
“preparando” le scale necessarie, usando strumenti
musicali appropriati, in modo da rendere agevole e scorrevole
l’attività creativa. Tenendo presenti le doppie correnti
planetarie, si può inoltre agire su un pianeta attivo troppo fortemente
nella sua dinamica diastolica, praticando melodie portatrici di
forze legate allo stesso pianeta, ma nella sua dinamica sistolica.
Per esempio, per attenuare la forza di Saturno
ê dobbiamo conformare
l’anima secondo una melodia basata sulla scala di Saturno é. Di particolare
importanza è di far sperimentare al paziente dei passaggi dalle
sfere planetarie piú attive a quelle che invece si vogliono stimolare
perché sono piú deboli.
Nella pratica vocale delle melodie modali, oltre a seguire il
testo quando è riportato, può risultare molto utile vocalizzare
usando per ogni modalità la vocale in sintonia con il relativo
pianeta:
U, |
O, |
E, |
AU (che
può essere sostituito
dal canto a bocca chiusa) |
A, |
I, |
EI |
(o a bocca chiusa). |
Nell’antico Egitto, dove i rapporti tra suoni ed entità
umana erano conosciuti profondamente, si agiva terapeuticamente
mediante l’elemento musicale. Quest’azione era diretta
principalmente al corpo astrale del malato, preventivamente liberato
dall’unione con l’eterico-fisico, riportando cosí
l’armonia guaritrice in tutto l’essere. Agendo sul
corpo astrale, l’azione guaritrice si svolgeva soprattutto
entro le sfere planetarie. Similmente operavano con i loro malati
i Bardi, la casta dei musicisti-medici nell’ambito della
società celtica.
Tutto quello che abbiamo sino ad ora riportato e che svilupperemo
ulteriormente è frutto nato dagli studi di Scienza dello Spirito,
o Antroposofia, e dalle modeste ispirazioni individuali continuamente
rivitalizzate e verificate nella pratica quotidiana. Pertanto
invito chi ritenesse queste considerazioni frutto arbitrario della
fantasia a sperimentare personalmente e praticamente la realtà
di questi contenuti.
(1)B. Lievegoed,
L’uomo alla soglia, Natura e Cultura Editrice, Alassio
(SV) 1992
(2)V. Bott,
Medicina antroposofica, Nuova IPSA Editore, Palermo 1991
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