UDIENZA PRIMA

Avv.Difensore
Mi permetto di chiedere umilmente,
vista la serietà della vertenza
se concede l'esimio Presidente
di leggere il verbale dell'udienza.

Presidente
La cosa è troppo giusta e naturale;
Cancelliere, ci legga il suo verbale.

Cancelliere
L'anno milleottocentonovantasei
del giorno ventisette di quel mese
che i ciuchi vanno in culo e portan sei,
l'egregio Tribunal Babilonese,
con l'avvocato Rumme in presidenza,
messa la mano al culo, apre l'udienza.

Si discute la causa penale
contro Sculacciabuchi da San Rocco,
imputato di aver, con magistrale
arte, attirato un giovanetto sciocco,
e avergli messo in culo dieci dita
di grossa fava lucida e forbita.

Presidente
Ordino che sia prima interrogato
sopra l'atto di accusa il delinquente.
Si faccia alzare in piedi l'imputato;
Lei sieda pur. Dunque, si sente
la grossa fava un poco indolenzita
dopo aver fatto in culo quella gita?

Sculacciabuchi fa le sue querele
per l'infamante accusa, ma confessa
d'averlo stropicciato fra le mele
del giovinetto, avanti di dir messa.
Manca all'appello, solamente un teste,
il medico dichiara che ha la peste.

La prima testimone Sparacazzi
depone, che passando da un giardino
dove di giorno giocano i ragazzi,
vide tra l'erba un uomo che, supino,
stringeva fra le mani come un pazzo
quel coso che le donne chiaman cazzo.

Dice quindi, con giro di parole,
che la fava che vide era sì grossa
da somigliare quasi a un girasole.
La teste è conturbata e sì commossa
che confessa all'egregio Tribunale
che scappò a casa e fecesi un ditale.

Presidente
Tiriamo via con queste confessioni
che non si fanno davanti ai magistrati.
Dica piuttosto: vide i due coglioni
fuor dei calzoni, oppure rannicchiati?
(Testimone) Non so. (Presidente) Capisco, in quell'agitazione
non guardò troppo attenta alle persone.

Poscia, il secondo teste Ezio Pompini,
figlio di Gaudenzio da Poppiana,
e d'Ida Seghi, vedova Casini
di professione celebre puttana,
vien chiamato in udienza, e con far lento
fa, cavando la fava, giuramento.

Il giorno trenta del mese passato
mentre stava sbucciando un bel limone
che il teste confessa aver rubato
nel giardin del Casino in Via Limone,
scorgeva tra le piante di un boschetto
un cazzo, un culo, un prete ed un bimbetto.

Data però la miopia cadente
il teste non sa dire di chi fosse
il culo o il cazzo; solo fa presente
che tutti i movimenti e quelle scosse
che sono proprie ad uno ch'è sul gusto,
è riuscito a vedere in modo giusto.

Il terzo testimone Cacaspini,
figlio del Cardinale Buconero
e d'una tenitrice di Casini,
giura sull'ano suo d'essere sincero:
ché il lamento che udì quella serata
gli parve d'un che ponza una cacata.

Presidente
Vada pur. Ci son più testimoni?

Usciere
Nessuno più, o illustre Presidente.

Presidente
Meno mal. Già ne ho pieni i coglioni
di questa gente che non ne sa niente.
Per avere un criterio più compito
udrem la relazione del perito.

Perito
Io cito a questo egregio tribunale
quanto risulta da severa inchiesta
ch'io feci già nell'orifizio anale
del giovinetto Febo Succhiacresta;
e sul cazzo robusto e prepotente
dello Sculacciabuchi don Clemente.

Comincio col citare i connotati
relativi, può dirsi, al vero attore
e già da un testimone confermati
in presenza del Giudice Istruttore.
Misura della fava all'accusato:
superficie un decimetro quadrato.

Volume in metri cubi addirittura.
Perimetro centimetri diciotto,
e dalle palle sino alla costura
è lungo ben centimetri ventotto.
Segno particolare, all'occasione,
è il grosso neo ch'è in cima al cornicione.

Presidente
Son giuste e sagge queste osservazioni.
Vediamo un po': l'egregio reverendo
ha avuto scolo, o alcune ulcerazioni?
(Imputato) Ma no... (Presidente) Creda, me ne intendo...

Avv.Difensore
Se ne intende? Non certo di sua scienza,
ché non fu buono a farne l'esperienza.

Presidente
Ma cosa dice questo farfallotto?
Da giovane ho chiavato come un mulo;
certo, ora che sono un po' anzianotto...

Avv.Difensore
Oh, lo sappiamo; ora lo piglia in culo.

Presidente
Basta così e parli ora il Perito.

Perito
Ecco, Signor, posson toccar col dito

Quanto accertai nell'ano strapazzato
della parte che ben può dirsi lesa.
Con tale violenza fu sfondato
che lo stomaco ormai non ha difesa
nei giravolti che fa l'intestino,
che pare molto simile a un catino.

È un condotto slabbrato che dall'ano
va diritto all'insù fino al palato,
di cui si scorge il rosso melograno
occhieggiando dal culo frantumato.
Darebbe, direi quasi, l'impressione
di guardar nel traforo del Sempione.

Presidente
Elogiando le esatte osservazioni
del più dotto dei nostri specialisti
passiamo ad ascoltare le concioni
che faranno gli illustri penalisti
che difendono l'una e l'altra parte
con gran preparazione e vera arte.

Terminata in tal modo l'escussione
dei testimoni tutti, il Presidente
dà la parola al Minister Cazzone,
pregando di far presto, ch'è impaziente
d'andar con la Primetta sulle mura
a farsi una chiavata di premura.

L'udienza vien rimessa alla mattina;
l'imputato ritorna in carbonaia,
il Presidente va da Primettina,
il Cancelliere dalla Giornalista;
e i giudici del Regio Ministero
vanno a farsi una sega al Battistero.

FINE UDIENZA PRIMA

UDIENZA SECONDA