Diploma della Famiglia Coronese

De' Stratigo' di Lungro

(estratto dall'archivio della Real Camera Sommaria fol. 42)

 Il Re ( Carlo V° )

Illustre Marchese nostro Fratello Vicere Luogotenente Capitano Generale .

Essendo noi informati per relazione del Principe di Melfi Andrea Doria, ed altri eccelsi personaggi, che il Conte Don Antonio Stratigò Paleologo Illustre Capitano e Nobile Coroneo, ed i Conti don Demetrio Stratigò, Capitano Generale delle Armate Venete, don Giovanni Stratigò, Governatore nella città di Reggio Calabria Ultra suoi Germani, con 1016 soldati loro Vassalli Cittadini Coronesi, si mostrarono zelantissimi del servizio di Dio, e del Nostro, nella campagna, che nel passato hanno fatto il predetto Principe, con la nostra Armata contro del Turco nemico della Santa Fede Cattolica, e che tanto nell'assedio che nella presa conquista della città di Corone, e di altri luoghi acquistati nella Morea con le suddette nostre Armate, e nella guerra che ebbe luogo in seguito per lo spazio di tre mesi continui fra i nostri fedelissimi sudditi rimasti nella città di Corone per sostenerla e conservarla nel servizio di Dio e Nostro, a tenore dei nostri antichi diritti di Dominio, facendo sempre tutto il danno possibile ai nemici della S. Fede, ed avendo il Turco spedite le sue genti ad assediare la detta città, che tenne bloccata per terra e per mare molti giorni, e sino a che il prelodato Principe la soccorse e la difese con la nostra Armata.

I su accennati nostri Fedeli Sudditi Nobili Greci Albanesi Coronei e Cavalieri lasciarono le loro case e tutti i loro beni e parenti, accorsero ed obbedirono fedelmente alla nostra Armata, persistendo nella difesa di Corone, con zelo e fedeltà, fiaccando le corna all'inimico e facendone massimo scempio con prodigi di valore.

Considerando Noi la costanza dei medesimi nei travagli, nelle miserie sofferte, avendo perduto in questa guerra tutti i loro, e tutti i loro beni, non rimanendo loro alcun modo per sostenersi e penetrati da viva gratitudine, ordiniamo che si destinasse loro un competente e decente assegnamento onde poter decorosamente alimentarsi e vivere a tenore della distinta qualità e condizione di essi come Nobili Greci Albanesi Coronei, buoni e fedeli cattolici seguendo il rito orientale.

In guiderdone della distinta fedeltà con la quale ci han servito, e per animare tutti gli altri e stimolarli ad applicarsi fedelmente al Real Servizio, abbiamo loro fatto, come in virtù del presente lo facciamo, il favore di onorarli e premiarli con la grazia di armarli Cavalieri di nostra mano, e di ordinare, come comandiamo ed ordiniamo si spedisca loro il privilegio di Cavalleria come dalla presente si osserva.

Oltre a ciò abbiamo fatto ordine e comando, che per la Nostra Reale Tesoreria si assegnino per proprio sostenimento ai Capitani Antonio Stratigò e suoi fratelli la somma di ducati settanta all'anno per ciascuno di essi. Per lo che incarichiamo e comandiamo che dal giorno della presente Nostra Reale Carta in avanti in ciascun anno siano soddisfatti, come si e' detto, sino a che saranno da Noi impiegati in altre cariche onorifiche nelle quali possano da noi ricevere ulteriori favori.

Essendo altresì la Nostra volontà che destinati siano loro contadi, terre e case nella Puglia, nelle Calabrie ed in altre parti del Regno, onde poter vivere ed abitare con decenza corrispondente alla qualità e nascita di Cavalieri Fedeli Nostra Real Corona, seguendo il loro rito orientale.

- Io il Re - Conte Commissario Maggiore Segretario nella Segreteria di Calosmoga.

( Protexa Imp. 4 )

Dato in Morea il 13 novembre 1533