Domenico Damis: un generale tra i Mille

 

Domenico Damis nacque il 24.2.1824 da Antonio e da Lucia Irianni; studiò a S. Demetrio Corone e poi a Napoli dove il 30 giugno 1847 conseguì la laurea in giurisprudenza.

Già nel 1844 era stato della "Giovane Italia" e assieme col fratello Angelo aveva preso parte al moto insurrezionale cosentino. Nel 1848 comandò i 200 lungresi e più insorti di Lungro che partirono per lo sbarramento del passo di Campotenese, combattè poi a Monte S. Angelo. Nel 1851 venne arrestato in Lungro in casa del gregario Raffaele Molfa e tradotto prima a Castrovillari e poi a Cosenza. La Gran Corte Criminale, con sentenza 9.8.1852, lo condannò a 25 anni di ferri di 4° grado per attentato e cospirazione contro lo Stato e 300 ducati di malleveria. Il 26.11.1852, internato nella galera di Procida col numero 9849 di matricola, venne accoppiato alla catena prima con Costantino Bellizzi da S. Basile che morì dopo cinque mesi e quindi col compaesano Raffaele Martino. Dalla matricola della prigione risultano numerose inquisizioni a carico di lui per il sospetto di cospirazione. Spesso venne inviato a Nisida e a Napoli per subire interrogatori, essendo sospettato di intesa col Kossut, col Mignogna, col Poerio, col Fanelli ed altri. Durante la prigione si dedica a rigorosi studi letterari e storici compilando commenti alle opere di Tacito, di Cicerone, al Paradiso Perduto di Milton.

Nel 1856 rifiuta di chiedere la grazia per non sconfessare le sue idee e scrive vibrate e dignitose lettere agli amici ed ai parenti che avrebbero voluto indurvelo. Nel 1859, inviato in esilio perpetuo dal regno sbarca invece in Irlanda. A Londra con Settembrini, Spaventa, Poerio, Pace, riprende le fila dell’azione politica per l’Unità dell’Italia.

Nel maggio del ’60 è a Genova e parte coi Mille. Alla presa di Palermo è decorato di medaglia di bronzo, nella campagna di Sicilia medaglia d’argento. Il 20.6.1860 il Dittatore gli attribuisce il grado di Capitano che già aveva assunto nella rivolta del ’48. Il 26 giugno lo nomina Giudice Istruttore del consiglio di Guerra, come tale è addetto allo Stato Maggiore di Garibaldi cui venne confermato e assegnato definitivamente con decreto del 3 settembre dello stesso anno.

Al Volturno è tenente colonnello e comanda il reggimento albanese nel combattimento sotto Capua dove guadagna una medaglia d’argento al V. M. e riporta una ferita ad un occhio che in seguito perderà.

Entra nell’esercito nazionale, vi percorre la carriera fino al grado di Tenente Generale. Fu il primo deputato del Collegio di Castrovillari, ove fu eletto nella VIII, IX e X legislatura. Oltre al Damis di Lungro, al Parlamento italiano sedettero altri arbëreshë, come Crispi, Mauro, Mosciaro, Pace, Majerà e Tocci. Membro dell’Accademia Pitagorica, del Consiglio Albanese di Roma, Commendatore di S. Maurizio e Lazzaro, Croce d’oro di Savoia. Morì a Lungro il 4 ottobre del 1904.