il Quotidiano

11 gennnaio 2000

«Una vicenda che va chiarita». Oasi Angitola, l'ex assessore Distilo in una lettera aperta

MAIERATO - «Di parole ne sono state dette, non tutti hanno capito, però che la vicenda, lungi dall'essere una faida interna alla giunta comunale coinvolge tutta la cittadinanza». Inizia così una lettera aperta l'ex assessore Antonino Distilo, dimissionario di recente dal sindaco Gregorio Tolomeo al culmine della recente polemica sulla delibera per la nomina del responsabile del procedimento per i lavori all'oasi dell'Angitola. Una lunga nota quella di Distilo, rivolta al sindaco ed ai cittadini che, nelle intenzioni, dovrebbe servire per fare definitivamente chiarezza sulle ultimi vicissitudini in seno all'amministrazione maieratese. «In effeti da molti fraintesa la gravità di siffatta vicenda - scrive Distilo - e piuttosto che chiedere chiarezza, rispetto della legalità, e rispetto della promesse di trasparenza declarate in campagna elettorale, da più parti ci si è divertiti a fare congetture e pronostici aspettando di vedere chi dei contendenti avesse riportato più ossa rotte». Distilo replica quindi alle dichiarazioni del segretario comunale in merito appparse sul Quotidiano di venerdì scorso che, a dire dell'ex assessore, «hanno ingenerato ulteriore confusione». L'argomento in discussione ribadisce Distilo, «non è stato mai deliberato nel corso della seduta di giunta del 25 novembre 1999, quanto meno alla presenza degli allora assessori Distilo e Mazzeo». Distilo, inoltre si dice convinto che il tutto fosse scaturito da un mero errore materiale, come sostenuto dal segretario: «Siamo stati i primi a riconoscerlo», ma non lesina frecciate polemiche al primo cittadino accusato di avere effettuato «una perfetta epurazione in stile bulgaro». «Al di là del seguito, ci rimane la consapevolezza e, purtroppo, l'amarezza che alla fine è stata Maierato a perdere un'altra occasione - prosegue - Non hanno perso certo Distilo e Mazzeo, perchè nel dire la verità non si perde mai, ma si acquista in dignità. Al di là di ciò, riteniamo chiusa, per quanto ci riguarda la vicenda. Il nostro dovere di consiglieri comunali lo abbiamo fatto in pieno nel rendere pubblico quanto accaduto. Di quanto da noi detto, scritto e sottoscritto, siamo pronti ad assumercene tutte le conseguenti responsabilità, e presso tutte le sedi».