ilDomanidella Calabria

30 Maggio  2000

Duro scontro tra il sindaco di Maierato e l’opposizione 

MAlERATO — Area di burrasca in consiglio comunale, anzi si preannuncia una vera e propria tempesta quella che alcuni consiglieri di opposizione hanno intenzione di scatenare in un futuro non troppo distante. A dar fuoco alle polveri, l’ex assessore Antonino Distilo, esponente. di una minoranza, che non si può più definire così: infatti, dopo l’uscita, nel dicembre scorso, degli assessori Distilo e Mazzeo e il loro passaggio nelle file dell’opposizione si aggiunto recentemente anche il consigliere Leonardo Rizzo, per cui la situazione vede fronteggiar­si sugli scranni della sala del consiglio comunale Otto consiglieri a favore del sindaco Tolomeo edotto contro: una situazione di assoluta parità, che non consente a Tolo­meo di far mancare assolutamente il suo voto per poter ottenere l’approvazione di qualsiasi delibera. Durante l’ultima seduta del consiglio, convocata su richiesta del Cdu e dei Popolari, entrambi al­l’opposizione, si sono già viste le prime avvisaglie. In seguito al le ripetute interrogazioni e richieste di chiarimenti del consigliere Distilo in ordine ad alcuni atti amministrativi, il sindaco Tolomeo non ha fornito i chiari­menti richiesti, ha tolto la parola al consigliere negandola anche ad altri due di opposizione, Maruccio e Rizzo, regolarmente iscritti a par­lare, e ha dichiarato chiusa la seduta. In paese è palpabile l’aria di crisi e i consiglieri di opposizione hanno già palesato la volontà di voler informare il prefetto sul comportamento del primo cittadino e di voler presentare al più presto una mozione di sfiducia nei suoi confronti. Secca la dichiarazione che su tutta la questione ha rilasciato Antonino Distilo: un vero atto d’accusa: «L’attività amministrativa è paralizzata poiché l’amministrazione comunale è impegnata  in questo momento solo a tenere in piedi i cocci ed a sopravvivere a se stessa. Il primo obiettivo è salvare la poltrona. Il sindaco, anche in forza degli atteggiamenti da podestà che va assumendo, e la sua giunta hanno perso ogni forza di legittimazione per cui farebbero bene a dare le dimissioni. Mq questo presupporrebbe una dignità politica che non gli riconosciamo e che invero, non gli appartiene. Alla tracotanza e all’arroganza si è ora aggiunta anche la vigliaccheria».