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14/5/98

MANU CHAO
Perso nel secolo

A Manu gli brillano gli occhi quando parla di quello che gli interessa. Mette tale passione nelle sue parole come ha saputo metterla nella sua vita. Subito, ciò che era una intervista comincia a diventare una amabile chiacchierata che quasi esaurisce lo spazio di noventa minuti da poco avuto. Il difficile questionario che ho elaborato giace inerte al davanti a me. semplicemente lo ho dimenticato. E' certo che un vero giornalista avrebbe argomentato di più nella pubblicazione del suo nuovo lavoro "Clandestino", al contrario, nel mio modesto lavoro di interlocutore incaricato, credo di avere trovato una serie di chiavi che ci aiuteranno ad avvicinarsi al Manu Chao di fine millennio.

Prima chiave: Il Manu politico.

"Tutto è bugia in questo mondo, tutto è menzogna, tutto è bugia io mi dico, tutto è menzogna Perchè sara sempre cosi ?

"Clandestino è un lavoro d'autore. Un lavoro che riflette la faccia più intima di Manu. Per questo il disco contiene grandi dosi di malinconia che contagia colui che l'ascolta. Una malinconia che ci si presenta accompagnata da un porsi di fronte al mondo, che Manu considera vitale per affrontare i pericoli che ci presenta la fine del secolo. "Io credo nella gente. E' l'unica cosa che mi rimane, credere nella gente, perchè oramai non posso credere ad alcun discorso. Quando nel disco dico che "tutto è menzogna" è che tutte quello che vedo mente. Poiché noi siamo sempre ingannati. Da dieci anni succedono cose che la gente non si rende conto che succedevano, ma dall'altra parte della gente che possedeva una lucidità sufficente, le denunciava. Ora senza dubbio ciò si è generalizzato. Dove vuoi che sia, nella quinta regione del nord-est del Brasile o un bar con intellettuali in Madrid, o con alcuni ragazzi a marsiglia, già tutto il mondo ha la lucidità sufficiente da rendersi conto che ci stanno prendendo in giro in maniera evidente, e la gente incomincia a capire che deve muoversi per avere soluzioni al problema".

"La democrazia è una menzogna, è la menzogna di base. di fronte a questo. Che si può dire ? Io credo che c'è da lavorare a due livelli. Da un lato sta il fatto che bisogna avere lucidità e dall'altro credo che c'è da essere consapevoli che stiamo vivendo in un'epoca importante. Conseguentemente a questa costatazione possiamo ottenere che ogni volta che c'è più gente nel mondo che si rende conto della situazione reale, e alla migliore ora è il momento che le persone oltrepassino gli interessi personali per cambiare le cose. Questo sarebbe possibile se ogni volta ci fosse più gente che si renda conto che inizia ad esserci una ragione quasi vitale del pianeta. Ciò è la cosa positiva".

"La cosa più odiosa è che c'è molta gente che constata che tutto il mondo va male ma gli unici uomini organizzati a questo sono quelli pericolosi. La gente è persa è il terreno è dato agli estremisti. L'estrema destra in Francia, L'islamismo integralista in Algeria, le sette in Brasile e il peggio di tutto è che questi sono più organizzati e bugiardi. Sfruttano il fatto che molte persone sono perse e io anche mi sento perso. C'è una frase in "Desaparecido", la seconda canzone del CD che dice "Perso nel secolo" e è che realmente mi sento perso nel secolo e per questo c'è da trovare soluzioni ognuno al suo mondo particolare"...

Seconda chiave: La "mal-allegria".

"Per la via del disinganno, la mia mal-allegria ubriacai, dentro un bicchierino di Jerez"

"La mala allegria è una allegria che sorge dal disinganno, dalla frustazione di la povertà!" Mi spiega Manu quando gli commento che "Clandestino" mi sembra un lavoro impregnato di profonda tristezza: "E' la prima volta che offro un disco sotto il mio nome e vorrei dare una faccia più intima. Non sono sempre una persona allegra: L'allegria c'è poiche c'è da ottenerla, non cè altro rimedio, al contrario non c'è altra forma di vita. Ma se si analizza come funzioni tutto, è il modo di intristirmi e sono molto triste, questa è la verità. Molto triste di vedere che siamo realmente dei polli, sempre gli stessi errori, sempre gli stessi motivi, sempre le stesse conseguenze, migliaia e migliaia di anni e non abbiamo appreso nulla del passato. Gli errori dei nostri padri, dei nostri fratelli maggiori, si ricreano constantemente. E' molto difficile essere lucidi oggi nei giorni. E' una posizione molto odiata, non ci sono molte ragioni da rallegrarsi di ciò".

Chiaramente sento una frustazione, di me stesso, ma la sento e per questo ho avuto molta fortuna nella vita, ma in verità, se hai alcuni ideali non puoi sentirti in altro modo, C'è molta gente frustrata. Siamo migliaia di frustrati sazi che tutto sia la medesima stronzata. In quanto si mettono insieme venti persone, con idee fantastiche, con idee di cambiare il mondo ! Ciò di nuovo comincia a crescere, si gioca, ed è che sembriamo condannati a ricrearci sempre gli stessi errori, ma la soluzione è provarlo un'altra volta e questo è ciò che sto facendo ora con la Ferìa de las Mentiras, provarlo di nuovo".

Terza chiave: "La Feria de las Mentiras". Un'altra forma di fare nella vita.

"Arrivò il coccodrillo e super chango, e tutta la vaiina de Maracaibo, in questo mondo c'è molta confusione, suonano i tamburi della ribellione.

Da tempo che Manu chao arrivo alla convinzione che tutto ciò che era convenzionale non faceva parte del suo modo di pensare. "quando cominciavamo nei Mano Negra ci incrociavamo con altri gruppi di paesi differenti che passavano le stesse situazioni. Urban Dance Sqoud o Red Hot Chili Peppers, ci riunavamo nelle nostre case e ci domandavamo quali erano le nostre preoccupazioni e come vedevamo queste in questo mondo di giri internazionali. Vedevamo cha avevamo sognato tutta la vita di essere musicisti e ora ci sentivamo come defraudati. E cio te ne rendi conto. Quando vedi il calendario con due anni completamente programmati ti viene la paura. Nessuno della band voleva sapere che succedeva nei prossimi due anni. Questa fu una delle prime cose che tagliammo e decidimmo di fare giri più di sei mesi, se no, la band sarebbe morta rapidamente.

Subito fummo testimoni che La mano negra non fece parte del gioco dei giri di concerto internazionali. Una decisione che presero fu quella di imbarcarsi in progetti come quelli del barco carguero che la compagnia di teatro francese "Le Royal de Luxe" fece nel 1992 per rincorrere con il suo spettacolo circense buona parte dell'america latina. Poi venne la dura ma gratificante esperienza colombiana con il "treno di gelo e di fuoco" e ora c'è il turno della feria delle menzogne. questo progetto sorge da una leggenda che manu ha rivisitato e ripreso lungo questi anni di costanti viaggi e esperienza ! "La base di questo progetto. "La feria de las mentiras" è un sogno che ho avuto sempre, e è che per esempio sono in pena a Madrid, Barcellona e in Brasile e poi in Francia con quelli della "Carovana" e tu sei in giro con questa gente e sempre incominci a fare lo stronzo con tutti dicendo loro: Hostia!!! come mi piacerebbe che conoscessi a Abdel come ci capirebbe ed è inoltre quando sorge questo sogno di essere tutti insieme per fare un'anima unita. Il seconodo passo della feria fu questa leggenda. Una leggenda che la raccontai durante tre o quattro anni che passai viaggiando per quei posti di progetto in progetto. cominciai a crearmi delle storie e raccontarle. Prima di essere scritta, questa storia fu raccontata mille volte, sopra tutto in galizia e ogni volta che la raccontava cresceva nei villaggi, con i marinari con gli studenti con i miei amici !! Le favole... e la gente ti faceva dei commenti: ma questo che tu dici è buono è in reltà un figlio di puttana, come mi successe con il coccodrillo che era il buono della storia fino al mio amico Pinto, che è agricoltore, mi fece vedere che era confuso. La storia cresceva nel raccontarla.

Un'approssimazione di quello che sarà la Feria de las mentiras la potremmo vedere dal 7 al 10 di maggio nel quartiere Nou Barris in barcellona. Un'altro dei progetti immediati è fare una tenda per seguire le partite del Mundial di Calcio in Galizia, Spettacolo che sarà accompagnato da diversi spettacoli da strada e un campionato di futbolin (un gioco che manu è un autentico appassionato)Ma senza dubbio, lo spettacolo finale di questo innumerevole numero di attività sarà la presentazione dello spettacolo definitivo in Santiago di compostela durante l'anno 2000. Uno spettacolo che raccoglierà la leggenda nella sua totalita e che constaterà di diverse sfilate, carrozze belve spettacoli di circo rappresentazioni in diretta, degustazioni gastronomiche. "La feria è come un circo. siamo quindici giorni in ogni posto, e quello che si tratta è di unire la feria locale con la nostra feria per creare uno spettacolo. A me questo mi incanta perché tu dai quello che porti fuori e ti nutri inoltre di quello che c'è lì e cosi cresce molto lo spettaccolo.

La carovana nacque così nutrendosi della gente che si aggiungeva di giorno in giorno. Questa carovana alla quale fa riferimento Manu è prima di tutto un gruppo di amici che durante le estate degli ultimi dieci anni si sono riuniti per sviluppare diversi spettacoli multidisciplinari, imbarcandosi nei più disparati progetti, come il treno colombiano o il girare la francia facendo illusioni e magia. Manu si sente pienamente vincolato a questo gruppo del quale si mostra orgoglioso. "ora siamo ristrutturandoci ma all'inizio non c'era un soldo e dovevamo denaro a tutti. Ora c'è poco più denaro che ci permette di avere una officina e un paio di persone a lavorare mezza giornata e organizzandola a tutto. Ora quando c'è una carovana chiediamo che come minimo ci sia un posto per dormire doccia e mangiare, se non c'è questo non c'è carovana! ci possiamo muovere in 150 persone, fra organizzatori gente che monta la tenda, tutti quelli del gruppo "!!!

Quarta chiave: viaggiare è vivere esperienze e farne tutti partecipi.

"Io porto nel corpo un motore, che mai si ferma a rullare, io porta nell'anima un cammino, destinato a mai arrivare".

"Casa Babylon", il precedente lavoro di Manu ancora come Mano Negra, già si nutriva di buona parte delle esperienze dei viaggi, ma sopratutto dell'esperienza colombiana con il treno di fuoco e di gelo. Una esperienz raccolta, a modo di diario, nel libro del medesimo nome fatto dal padre di Manu, che lo accompagnò durante il viaggio. Il libro non racconta tutto, mi dice Manu, con il sorriso picaresco di colui che sa che ci furono momenti molto difficili, durante il tragitto! "Il treno mi cambiò la vita. E' l'esperienza più bestiale della mia vita perché venne bruciata molta energia lì. In coda al treno ci furono cagnare fra noi ed anche abbandoni. Quello che è certo è che uscimmo da lì soddisfatti e in questi momenti pensi, mai più !!!, ma già vedi che stiamo dentro un'altra avventura. (feria)

Il viaggio attraverso le foreste colombiane iniziò con i Mano Negra, ma senza dubbio fu nutrizione di tutti i partecipanti di una esperienza nella quali si alternano le tue strutture interne, senza dubbio le più gratificanti è stato constatare quello che significò per la gente del posto, il treno. "Quello che è successo in colombia è buono perchè quello che avevamo scritto era una leggenda inventata ma ora è realta. Ed è quello che mi dicevo Marta: mi diceva: Manu tu non puoi immginare quello che è stato ritornare a passare per questi paesi e vedere che quando veniva domandato intorno dell'espresso di gelo, alcuni mi dicevano: sì, quello è un treno che passò da quì venti anni fà, e altri mi dicevano: sì, quelli ancora girano per di là!!" La marta alla quale Manu riferisce è attualmente una delle persone che si incarica di mettere in ordine le veloci idee che le sorgono nella testa. "Sai come conobbi marta? In verità martina lesse il libro e non le rimase altra cosa che ricreare ella stessa il medesimo viaggio in colombia. Ed è che ancora non me la immagino in Bosconia, un paese maledetto, tutti contrabbandisti, cento per centro violenza e la ragazza lì da sola. Noi eravamo trenta e a volte eravamo insieme e la ragazza fuggi lì sola. Quando ritornai mi informarono che un giornalista era stato lì e l'aveva contattata".

Manu è una mente inquieta, un testa di cavolo e questo ogni giorno riempe con maggiore intensità nella sua musica. Il suo ultimo lavoro"Clandestino" raccoglie buona parte delle sue esperienze che sono state riassunte durante questi anni. "La sfida per me è che in ogni paese dove esce qualcosa, intendere il posto, vivere lì. Fare uno spettacolo che permette metterlo sù con gente del posto e uscire dal posto essendo considerati come gruppo locale. La mi carriera internazionale passa ora medesimo da questo". La domanda che ci facciamo per quelli che ammiriamo come persona e come musicista è se si sente stanco di tanto rullare per questi mondi di dei: "se ho da dirti la verità ho molta invidia verso la gente che vive tranquilla con la propria famiglia. La verità è che sempre vuoi quello che non hai. E quando conosco gente che vive nella sua casa, ama, sfrutta e vive la sua città, che fortuna !!!".

Quinta chiave: Coscienza sociale Le disuguaglianze

"Sono un raggio nel mare, fantasma nella città, la mia vita deve essere vietata, dicono le autorità"

Le disuguaglianze sociali e economiche fra i paesi provocano uno dei problemi più preoccupanti a quali noi dobbiamo confrontarci. L'emigrazione e tutto quello che comporta, è un tema che preoccupa specialmente Manu e ciò anche si nota nel suo nuovo lavoro: "Clandestino è questo. Tutto succede per avere una carta di entrata in un paese. Non sei nessuno se non l'hai, sei un raggio nel mare, non hai diritto a nulla. E' difficile, è la situazione è molto difficile in Francia. In spagna ancora non c'è tanto casino. io conosco molti clandestini in Barcellona, per esempio e ci sono controlli della polizi, evidentemente, ma ancora non è questo di per il quale non puoi uscire per la via. In francia, come hai un viso da cinese, viso da magrebino, esci di sera e ti fermano. Si non hai un foglio di permesso non esci di casa. Vivi in una paranoia permanente". Per altro lato c'è anche la situazione delle persone nei loro paesi d'origine ! "Io ora sto molto in Senegal perché stiamo con la carovana preparando un progetto di un altro treno tra Senegal e Mali e quello che vedo del Senegal è che tutto molto incasinato. Tutto il mondo vive ossesionato con l'avere il visto. Io per esempio mi vado a sposare lì, perchè la mia fidanzata è di lì, e oggi non si può stare quì con me perché non ha il visto, ma quello che si può fare è stare con tutta la famiglia a guardare la TV, serie come Dinasty o Dallas e chiaro pensano che lusso , che macchine, anche io voglio questo. La televisione è in tutti i luoghi, sebbene non abbia che mangiare c'è la televisione. Chiaro, poi, vogliono arrivare in occidente in ogni modo ma la frontiera è chiusa e per arrivare c'è che negoziare con i mafiosi. La cosa peggiore è che quando arrivi dall'altra parte e ti incontri con quello che è " tutta menzogna" che è ne Dallas né Dinasti, né niente ma ti ha lasciato le mutande in mano e ormai non c'è da tornare indietro".

Sesta chiave: addio Mano Negra.

"Ormai sono curato, anestitizzato, ormai mi sono dimenticao di te, oggi d'ho il commiato dalla tua assenza, ormai sono in pace".

"Mano negra cominciò a rompersi con il tempo. Mano Negra erano uniti in tutto, nella vita privata di tutti, c'era che dare tanto che cominciò ad essere troppo. Arrivò un momento che eravamo molti e ognuno aveva una sua vita, la sua esperienza, era un'alchimia di gente molto diversa ma che in un certo modo aveva un medesimo sentimento musicale, ma la vita passa, esperienze forti da tutte le parti. Uno che vuole preparare un treno in colombia, che è un'avventura preziosa; un'altro che ha tre bambini e una donna che è un'altra avventura forse più bella. Chiaro che ci furono crisi e quando ci sono problemi questo amore può trasformarsi in odio ma credo che nessuno di quelli che stettero nella Mano Negra su pente di aver fatte quelle esperienze.

"Non è impossibile una riaggregazione dei Mano Negra, ma dovrebbe essere per qualcosa che meriti la pena, per una causa, come per esempio fare un giro per constatare il pericolo della salita dell'estrema destra in Francia. Per qualcosa così si che sarebbe possibile ormai io sò che è il momento di prender una posizione e porre ognuno la forza che ha e io sò che la forza che ho contro la estrema destra e tutti gli altri è una riformazione simbolica dei Mano Negra". E anche noi lo crediamo.

 

 
Autore: Don Disturbios Traduttore (si scusa per i frequenti errori): Alessandro (manu chao evviva)