L'antica danza dell'Africa


   Si danza nel villaggio, luogo socializzato, mai nella macchia, luogo selvaggio, dominio della potenza malefica Corataceo e delle anime vaganti kaxixa. La danza evoca il sovrannaturale, come testimonia l'incitamento rivolto ai danzatori "Orebuk madak", ma nel tempo stesso i gesti e l'abbigliamento esprimono la classe di età del danzatore e ne distinguono la posizione nella gerarchia sociale, generalmente è: cabarro o canhoca. Il naturalismo e la verosimiglianza degli ornamenti sono ribaditi, nel corso delle danze, dall'imitazione dei movimenti dell'animale impersonato dal danzatore. A l centro del circolo formato dagli astanti. il cabarro danza con movimenti incontrollati, vigorosi e brutali: si rivolta per terra, si muove guidato da una corda da un camabi ( membro della classe di età successiva ), mimando il movimento di un toro. Solo una maschera, l'odonaka, rappresenta il volto di un uomo e si applica davanti al viso, il danzatore la impiega "giocando" il ruolo del folle o buffone, e danza disordinatamente senza riguardo alla coreografia degli altri danzatori, coricandosi anche ai piedi del danzatore impegnato in una pantomima di lotta.