Tradizioni popolari e folkloristiche
della città di
M A T E R A
LA
FESTA DELLA SS. MADONNA DELLA BRUNA DI MATERA. La festa della Madonna
della Bruna di Matera, protettrice della città, è una solenne
ricorrenza, dagli aspetti religiosi e folkloristici, molto attesa e coincide
con la "festa della mietitura". Essa è legata a numerose
leggende che si potrebbero raccontare in tanti modi. Quella che ha avuto
più fortuna è quella seconda la quale la sacra effige della
Madonna fu rubata da alcuni sareceni nella prima metà del XIV secolo.
Fu recuparata ma ancora una volta rubata. La Vergine, sempre secondo questa
tradizione apparve ai pastori sopra un carro trionfale. Subito quelli si
diedero a costruire il carro sul quale misero il quadro della Vergine e
lo portarono in città. La festa è legata al ricordo del pontefice
Urbano VI, mons. Bartolomeo Prignano: era stato Arcivescovo di Matera dal
1363 al 1377 e aveva governato la Diocesi con mano ferma. Per le sue alte
doti e capacità fu trasferito a Bari, dove anche impresse profonda
orma di sè nel governo pastorale. Morto Gregorio XI, i Cardinali
volsero il pensiero a mons. Prignano che salì sul soglio pontificio
con nome di Urbano VI. Fra le sue iniziative istituì la festa della
Visitazione della SS. Vergine (2 luglio 1380). In omaggio all'iniziativa
di questo Pontefice i materani cominciarono a celebrare la festa della Bruna
nel giorno della Visitazione. Osserva un rituale di grande interesse toccando
l'acme il 2 luglio. In questo giorno si svolge un intenso programma prendendo
le mosse all'alba con la "Processione dei Pastori". Nella tarda
mattinata si assiste in un clima di grande festa al trasferimento del Bambinello
e della Madonna dalla Cattedrale al rione Piccianello e verso il tramonto
al rientro delle Sacre immagini in città.
Le statue settecentesche
sono issate sul Carro Trionfale, opera vistosa, sempre di grande pregio,
che ogni anno è ideata e realizzata in cartapesta da artisti locali
(il Carro Trionfale viene costruito da esperti artigiani in quattro, cinque
mesi; negli ultimi anni la famiglia Pentasuglia ha provveduto ad allestirlo,
come quello raffigurato nella foto qui accanto). La Statua di Santa Maria
della Bruna (così chiamata dal Monte Ebron, in Palestina) viene quindi
collocata sul Carro Trionfale, tirato da otto muli, che, preceduto da folla
immensa e scortato dal Clero con la presenza dell'Arcivescovo e dalla Cavalcata,
composta principalmente da contadini (i Cavalieri della Bruna) in sgargianti
costumi di epoca medioevale, attraversa le strade principali della città,
dalla chiesa di Piccianello fino alla maestosa Cattedrale. La folla assiepa
le strade e si frappone ai cavalli, spesso scossi da spari di fuochi artificiali
e da suoni di note musicali delle bande. Il Carro giunge davanti al sacro
tempio del Duomo, nella cui piazza, dopo la deposizione della effige della
Madonna della Bruna, compie i tradizionali "tre giri" dopo i quali
si avvia a raggiungere Piazza Vittorio Veneto. Grande folla di materani,
di ogni ceto sociale, e di gente venuta dagli altri centri della Regione,
con non pochi turisti negli ultimi anni, segue il carro quando ritorna,
deposta la statua della Madonna nel Duomo, verso la piazza principale della
città (Piazza Vittorio Veneto). Qui il Carro, sotto una pioggia di
luci dalle arcate arabesche, viene aggredito, fatto a pezzi da centinaia
e centinaia di giovani, quasi energumeni, che si portano a casa un angelo,
un'ala o una statuetta. Come una reliquia, ma anche un trofeo, il pezzo
farà parte della casa dove resterà per tanto tempo. Migliaia
di persone assistono a questo fremente ed originale avvenimento mentre l'artistica
opera del Carro Trionfale viene disfatta in pochissimi minuti.