Criminale

Il Criminale

 

1 - Esterno notte. Strada di città.

Uno sfolgorio di luci lampeggianti provenienti da vetture della polizia in sosta ai lati di una strada, una ressa di donne e uomini ai piedi della scalinata del palazzo della questura. Tra loro molti giornalisti e fotografi con cineprese e teleobiettivi asserragliati dietro una transenna.
Il commissario Rocco La Pergola sta scendendo i gradini attorniato da un manipolo di uomini in alta uniforme, visibilmente soddisfatto e sorridente. Lo chiamano da ogni parte.
  
VOCI 
Commissario! Commissario La  Pergola! 
  
Giunge nei pressi dello sbarramento, un gran nugolo di gente si sposta in quella direzione. Una giornalista riesce a guadagnare la posizione migliore.
 
  
GIORNALISTA 
Commissario! Commissario La 
Pergola! Siamo in onda su canale otto, una dichiarazione la prego! 
  
L’uomo solleva le mani nel tentativo di far cessare il parapiglia intorno a sé e calmare gli animi. Il commissario è un uomo di mondo, guarda dritto nella telecamera.
  
COMMISSARIO 
Questa sera, dopo lunghe indagini dirette dal procuratore aggiunto Silvia Colomba, abbiamo finalmente  catturato Alfredino Bianchi, meglio  conosciuto con lo pseudonimo di Toro per la sua massiccia mole, l'assassino di Valentina Mollica, la  bambina rinvenuta morta nel  parco cittadino. Abbiamo fondati motivi  di ritenere che Alfredino Bianchi sia l’autore di altri tredici omicidi di  fanciulle avvenuti in questi ultimi tre mesi. 

GIORNALISTA 
Sarebbe lui, allora, lo strangolatore, il serial killer delle bambine? 
  
VOCI 
Eccolo, eccolo! 

  

Su in cima alla scalinata, oltre il varco del portone della questura, un uomo è tenuto per le braccia da due agenti.
  

VOCI 
Eccolo! Eccolo, sta scendendo!
  
Toro è di grandezza estrema, una vera montagna con una testina piccola e ricciuta, riesce a malapena a tenersi dritto sulle gambe storte mentre viene spinto giù per la gradinata. Lo fanno salire sul davanti di una vettura della polizia. Ma, incredibile a dirsi, non appena poggia il sedere sul sedile la macchina cede sotto il suo peso enorme, il parabrezza esplode in mille frantumi. Flash a decine sul suo volto piccolo, sommerso da grani di vetro. Toro è incastrato, urla come un dannato, urla e si dimena seduto quasi sull’asfalto.
 

2 - Interno giorno. Casa del procuratore Silvia Colomba.

Il procuratore Silvia Colomba sta seguendo atterrita davanti al televisore di casa la scena della cattura. Riesce a tenere a stento in mano un bicchiere d’acqua che sta sorseggiando. Ad occhi sgranati esclama
  
SILVIA 
Dio mio! 
  

3 - Interno giorno. Corridoi, cella del carcere.

Rumori di porte di metallo aperte e richiuse con giri multipli di mandate.
Il procuratore Silvia Colomba ha un passo svelto e deciso lungo i corridoi del nuovissimo supercarcere delle Bolgie.
Nel frattempo Toro nella cella d’isolamento è seduto su uno sgabello a tre piedi guardato a vista da due guardie corpulente. Non altissimo ma di stazza estrema con busto e petto da vero gorilla, Alfredino pesa più di duecento chili, ricciuto e con una rada ed irsuta barbetta i suoi occhi sono solo due fessure nere sopra un naso a patata leggermente schiacciato.
Scortata da una guardia, Silvia entra nella cella dell’imputato. Il procuratore guarda l’uomo, accenna un saluto, resta accanto alla porta non osando avvicinarsi.
  
SILVIA 
Allora lei è Alfredino Bianchi,  soprannominato Toro... 
  
Alfredino resta in silenzio, sembra quasi non aver sentito la domanda del procuratore.
 
  
SILVIA 
Lei è Alfredino Bianchi? 
  
Il faccione dell’uomo inizia a trasudare abbondantemente, due grosse lacrime gli solcano le guance da maiale.
  
SILVIA 
Allora? 
      Una guardia entra nella stanza.
  
GUARDIA 
Signor procuratore, qui fuori c’è  il medico del carcere.
  
La donna tira un sospiro di sollievo, non vede l’ora di uscire dalla stanza e liberarsi dello sguardo fisso di quell’essere.
 

4 - Interno giorno. Corridoio del carcere.

Fuori della cella, un uomo vestito elegantemente si avvicina al procuratore.
  
MEDICO 
Sono Giuseppe Salute, responsabile  dell’assistenza sanitaria qui nel carcere. 

SILVIA 
Allora cosa può dirmi di Alfredino  Bianchi? Come mai non apre bocca? 

MEDICO 
Non saprei...  
Questa notte l’imputato lamentava forti dolori  mandibolari e gengivali, è stato  trattato con benzodiazepine ad  azione miorilassante. Da una più  attenta analisi ho riscontrato tre  parasonnie concomitanti. 

SILVIA 
Parasonnie!? 

MEDICO 
Sì, si tratta di fenomeni fisici ad  esclusiva manifestazione notturna,  bruxismo, iactatio capitis,  enurési... 

SILVIA 
Parli da cristiano, la prego! 

MEDICO 
In parole semplici, signor procuratore, durante il sonno il soggetto  digrigna i denti, muove violentemente il capo e si fa la pipì addosso. 

SILVIA 
Le cause? 

MEDICO 
Direi stress da detenzione.  Escluderei cause epilettiche e disturbi della personalità. È vero che  la iactatio capitis può indicare in età  adulta un ritardo di  maturazione,  però di bruxismo possono soffrire  coloro che sono sottoposti a forti  stress, anche categorie assolutamente sane come atleti e piloti. 
  
SILVIA 
E farsi la pipì addosso, le sembra  normale? 

MEDICO 
No. Però... 

SILVIA 
Pero? 

MEDICO 
Credo sia il caso di toglierlo dall’isolamento. 

SILVIA 
Insieme a chi potremmo metterlo? 

MEDICO 
Le celle sono tutte piene. L’ultimo  arrivato è Baldasarre Vendetta, con  lui potrebbe trovarsi bene. 

SILVIA 
Di cosa è accusato questo Baldasarre? 

MEDICO 
Credo tentato stupro e violenza carnale sulla moglie. 

SILVIA 
Mm! Una bella accoppiata! 

  

5 - Interno giorno. Corridoi del carcere. Cella.

Alfredino viene condotto a mani incatenate lungo il corridoio verso la sua nuova stanza. Nel frattempo Baldasarre Vendetta sta graffiando con un oggetto appuntito qualcosa sulla parete della cella. Il rumore dei passi lo spingono a spiare attraverso le grate.
  
BALDASARRE 
Guarda, guarda chi sta arrivando!  Un bel pezzo da novanta!
  
Alfredino viene condotto dentro. La guardia si rivolge a Baldasarre indicando il letto a castello.
 
  
GUARDIA 
Lui dorme qui e tu sali sopra.
  

L’uomo fa un cenno di assenso. Ha un viso truce con una barba incolta cresciuta di una settimana. La porta della cella viene chiusa rumorosamente con diverse mandate. I due uomini sono soli. Alfredino si osserva intorno con faccia mite. Baldasarre a ridosso della parete lo osserva girandogli intorno. I muri della cella mostrano strati multipli di colori sovrapposti in gran parte scrostati pieni di graffiti e disegni osceni. L’uomo ha qualcosa di appuntito in mano; un lungo chiodo. Graffisce sulla parete un profondo solco, poi si avvicina ad Alfredino battendo un tocchetto sulle sue spalle. Tra i due c’è una differenza di corporatura notevole, Baldasarre sembra un nanerottolo.
 
  

BALDASARRE 
Ehi tu! Tieni le chiappe strette e  attento a non scorreggiare.
  
6 - Interno giorno. Ufficio del procuratore.

Una porta si apre. Il segretario annuncia l’arrivo di un uomo.
 
  

SEGRETARIO 
Signor procuratore qui fuori c’è  Nicola La Chioccia. 

SILVIA 
Bene. Faccia entrare. 

  

Un omino piccolo piccolo con una coppola in mano appare nell’ufficio.
  

SILVIA 
Lei è lo zio di Alfredino Bianchi? 

NICOLA 
Sì. 

SILVIA 
Bene. Si accomodi. Ho saputo  che  lei è l’unico parente vivente del signor Bianchi. 

NICOLA 
Sì, l’unico parente, per lui quasi  un  padre. Ormai sono vent’anni che vive con me. 

SILVIA 
Cosa sa dirmi di Alfredino? 

NICOLA 
Alfredino... Alfredino come saprà ha ventitré anni. È grande e grosso ma  ha la testa di un bambino di sei anni.  È la persona più dolce ed innocua di  questo mondo, non potrebbe far del male a nessuno. Alfredino ha perso i genitori durante il terremoto del 1980. Allora aveva poco più di cinque anni; lo ritrovarono dopo due giorni di scavo sotto le macerie accanto al corpo esanime di sua madre. Da allora non ha mai smesso di ingrassare, è diventato così come lo  vede, ma non  è mai cresciuto  mentalmente. Sa scrivere il suo nome, legge e ripete a memoria le filastrocche e le poesie ma non è consapevole pienamente della sua vita.  La bonarietà lo spinge verso altri  bambini, con loro gioca a nascondino, a mosca cieca e alla bella statuina... 

SILVIA 
E gli piacciono le bambine... 
 

       Nicola arrossisce, visibilmente turbato. 
NICOLA 
Sì, gli piacciono come possono  piacere ad un fanciullo. 
  

 7 - Interno giorno. Cella del carcere.

Uno stridio di oggetto acuminato sfregato sul muro. Baldasarre è intento a scrivere sulla parete, sdraiato sulla sua brandina. Alfredino dal suo posto in posizione supina canticchia con voce sottile una filastrocca infantile.
 
  

BALDASARRE 
Smettila, cribbio! 
  

Alfredino cessa immediatamente di canticchiare, ha un’espressione abbattuta quasi impaurita. Si gira verso la parete, chiude gli occhi, li riapre. Qualcosa attira il suo interesse, una scritta graffita sul muro. Legge con voce incerta da ragazzino.
  

ALFREDINO 
Vorrei essere una tenera bestiolina  che si accontenta della vita che vive... vorrei essere un cagnolino  amato, un cavallo lanciato al trotto,  un delfino libero, un pidocchio innocuo. Sono pericoloso per me e gli  altri, porto addosso... 
  

Si addormenta. Una voce limpida di bambina lo chiama nel sonno.
 
  

MARGHERITA 
Alfredino! Alfredino! 
Mi vieni a spingere? 
  

È un luogo luminoso quello che si apre davanti ai suoi occhi.
 

8 - Esterno giorno. Parco cittadino.

Un forte vociare di voci bambine. Nella radura centrale del parco, in un campo di calcio improvvisato con quattro bidoni della spazzatura messi lì come pali, si sta disputando un’agguerrita partita. Uno dei ragazzini ha un’agilità incredibile, riesce a filar via tra quattro avversari, tira in porta centrando il bersaglio. Alfredino corre a raccogliere la palla. Solo pochi metri per aver la lingua di fuori dall’affanno. Duecento chili sono troppi anche per un omone di ventitré anni. Qualcuno dietro di lui lo chiama.
 
  
MARGHERITA 
Alfredino! Alfredino! 
       
La bambina è seduta poco distante sull’altalena. Toro restituisce il pallone. Si volta verso chi lo cerca.
 
  
MARGHERITA 
Alfredino! Alfredino! 
Allora, mi vieni a spingere?
  

Alfredino fischia un sibilante sì con una faccia da deficente.
  

ALFREDINO 
Scì! 
  

9 - Esterno giorno. Parco pubblico. Altalena.

Gli occhi di Alfredino seguono l’oscillare di Margherita sull’altalena. L’uomo sorride felice, a tratti china il capo per sbirciare sotto la gonna della fanciulla.
  
MARGHERITA 
Lo sai Alfredino che sulla luna  saresti più leggero? Potresti saltare e  correre veloce come un canguro. 
  

La bimba ha in mano una barretta di cioccolato, ne offre un pezzetto ad Alfredino. L’uomo rifiuta scuotendo il capo con una smorfia di dispiacere.
  

MARGHERITA 
Io da grande voglio abitare sulla  luna così posso mangiare tutta la  cioccolata che mi piace.
  
Un barboncino giocherellone si avvicina saltellando. Margherita si spaventa, scende giù dall’altalena, cade a terra.
Il cane le va incontro abbaiando. La bambina chiama terrorizzata.
  
MARGHERITA 
Alfredino! Alfredino!
  
L’uomo accorre su di lei, fa scudo con il suo corpo.
  
ALFREDINO 
Va via! Via! 
  

Il cane gira intorno con gioiosa irruenza, poi si allontana.
Alfredino si rialza, la bambina però è immobile sul terreno con la bocca spalancata e occhi sgranati. Una donna urla alle sue spalle.
 
  

DONNA 
Dio mio! Dio Mio! L’ha uccisa! 
  
10 - Interno giorno. Carcere. Sala interrogatorio.

La calda e dolce voce del procuratore Silvia Colomba risveglia Toro.
  

SILVIA 
Allora?! Non mi dici niente, Alfredino?
  
Sono seduti l'uno di fronte all'altra. Alfredino,ancor più pesto nell'aspetto, ha lo sguardo basso sulle mani strette in grossi ceppi d’acciaio. Una lunga catena lo lega ad  una delle due guardie che lo affiancano in piedi. 
SILVIA(rivolta alle guardie) 
Toglietegli le manette e lasciateci  soli. 
  
I due agenti si osservano perplessi, uno dei due è incerto.
  
GUARDIA 
È sicura? 
  
Silvia accenna un sì con sguardo sereno. Le grosse manette a serraglio vengono tolte con frastuono.
Alfredino e Silvia sono restati soli, il procuratore non appare affatto preoccupata. Offre una caramella all’omone tendendo il braccio.
  
SILVIA 
Allora, Alfredino! Mi racconti cosa è successo al parco?
  

Alfredino si gusta la caramella con gran movimento di mascella. Il procuratore ne ha un’altra tra le dita.
 
  

SILVIA 
Ne vuoi un’altra? 
      L’uomo accenna un sì.
  
SILVIA 
Mi dici Alfredino cos’è successo al parco? 
     Toro si stringe nelle spalle, muove gli occhi come chi cerca di ricordare. 
SILVIA 
Non vuoi tornare a casa? 
C’è tuo padre che ti aspetta. 
Allora? Non mi dici cosa è successo? 
  

Alfredino resta in silenzio, sembra non saper concretamente cosa dire, accenna un movimento con le labbra, emette inarticolati suoni. Ritorna assente.
 
  

SILVIA 
Guardami negli occhi, Alfredino!  Non vuoi tornare a giocare al parco?
  
Alfredino dice di sì con il capo. Inizia ad articolar parola.
  
ALFREDINO 
Vu... vo... 

SILVIA 
Sì? Cosa vuoi? 

ALFREDINO 
Vu... vo... vorrei, vorrei essere...  vorrei essere 

  

Faticosamente con strani movimenti della bocca e delle labbra riesce a parlare speditamente
  

ALFREDINO 
Vorrei essere una tenera bestiolina  che si accontenta della vita che vive, vorrei essere un cagnolino amato,  un cavallo lanciato al trotto, un delfino libero, un pidocchio innocuo. 
Sono pericoloso per me e per gli  altri, porto addosso il dolore d’una evoluzione che non ha  pace, sono un composto chimico  instabile. Ho ucciso finora tredici vergini e non so se mai mi fermerò; sono un uomo, un vero uomo. 

SILVIA 
Dio mio! 

  

Dissolvenza su:
 

11 - Interno notte. Cella del carcere.

Nel buio brillano i denti di Baldasarre Vendetta ed echeggia un ghigno spaventoso.
 
H O M E   P A G E
 
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